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‘Il segreto dei Borgia’ il noir pieno della luce di Lucrezia

E’ un noir luminoso questo primo lavoro di Elisabetta Orsolini “Il segreto dei Borgia” - Grafikarte 2019, in cui lo sguardo radioso di Lucrezia Borgia invade e pervade il labirinto misterioso di una storia controversa dell’Italia rinascimentale, che vide protagonisti i membri di una famiglia di origini valenziane - quella del papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Llançol Borgia - e l’influenza che ebbero le loro vicende sulle sorti dei vari regni, ducati, stati e Comuni, in cui allora era composto il mosaico territoriale della Penisola.

Orsolini

Un continuo e affascinante ‘gioco di specchi’ letterario, in cui presente e passato si fondono e confondono in un vortice di eventi, che ruota attorno al ‘fuoco’ di un ritratto - quello di Lucrezia nel profluvio più inebriante della sua bellezza - gelosamente e opportunamente nascosto, perché custode di un segreto, artisticamente celato e velato: chiave per la risoluzione di uno dei gialli più famosi e irrisolti della storia: l’assassinio di Giovanni (Juan) Borgia, fratello di Lucrezia, attribuito in tutta fretta all’altro fratello, Cesare Borgia, il Principe di machiavelliana memoria e icona senza tempo di potere, cinismo e fascino irresistibile.

Orsolini Borgia

Dalla Roma dei Papi all’incanto medievale di Monteluco di Spoleto, dal Regno di Napoli al Ducato Estense di Ferrara, dagli Sforza agli Aragonesi, dalle committenze cardinalizie ai restauri più sofisticati, la vicenda della restauratrice e storica dell’arte Ilaria Bellini - proiezione letteraria dell’autrice - si fonde con quella del professor Augusto Rinaldi: entrambi intenti a scrivere un libro su Lucrezia Borgia, per provare a riscattarne il profilo o il cliché familiarmente lussurioso, trasgressivo e talvolta persino criminale.

BORGIA LUCREZIA COP

Per non dire delle somiglianze sorprendenti tra la stessa Lucrezia e la figlia del professore, Beatrice, o delle corrispondenze tra Andrea Falco, cugino di famiglia e il duo Juan-Cesare Borgia, o ancora della vestale domestica Ada e dell’antiquaria Camilla, che con Giulia Farnese, Vannozza Cattanei, l’ancella Pentesilea, Messer Donato Garofani, Tommaso e Mattia Lotti, Pierfrancesco Giustolo e Peter (funzionario incognito del Paul Getty Museum di Malibu in California), contribuiscono a completare il ventaglio comprimario di personaggi cruciali e funzionali alla trama del romanzo.

Una scrittura scorrevole e pulita, che si dipana nello sciabordio ritmato del gioco di sponda tra fine Quattrocento/inizi Cinquecento e i giorni nostri, in cui si apprezzano anche le raffinatezze stilistiche che fanno da trait d’union tra i diversi capitoli: come “i due occhi che bucavano l’anima” (quelli di Andrea, alla fine del VI) e “Gli occhi di Cesare Borgia” (all’inizio del VII) o “Ilaria che prende la chiave dal professore, con l’impressione di stringere fra le dita un bene prezioso” (finale del IX) e l’incipit imperativo di Lucrezia del X capitolo “Dammi la chiave, Pentesilea”.

Lucretia Borgia Pinturicchio

Magari il ritratto in copertina di una splendida Lucrezia Borgia - tratto da un fotogramma della riduzione televisiva canadese “The Borgias” con Jeremy Irons e Holliday Grainger - non possiede l’artifizio ‘cangiante’ del suo sguardo nel quadro al centro dell’avvincente trama, tessuta da Elisabetta Orsolini, ma certamente conquista il lettore prim’ancora del confronto con il personaggio e il carattere della nobildonna italiana dalle radici valenciane.

Lucrezia Borgia 981x540

Dopotutto Lucrècia de Borja e Lucrezia Borgia saranno le due facce di una medaglia ‘unica’ nel suo genere, i cui riflessi ne moltiplicheranno la luce e il fascino ammaliante, facendola passare da pedina importante nelle alleanze strategiche della sua famiglia, a governatrice capace e diplomatica per le sorti delle signorie guidate e dei casati amministrati; fino all’ultimo sposalizio: quello con la causa francescana, che la spingerà a preoccuparsi di aiutare il popolo in difficoltà e a fondare il Monte di Pietà di Ferrara, sacrificando le tante ricchezze e i gioielli della dote per comprare cibo per i più poveri. Un mosaico policromo, che il libro di Elisabetta Orsolini (pugliese e troiana per ramo materno: Ricciardelli) ci fa scoprire nella lenta, pervicace e meticolosa azione di ‘ripulitura’ e di rivalutazione postuma.

(geormini@gmail.com)

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