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Ilva, Emiliano e Toti: 'Puglia e
Liguria escluse dalla decisione
Il dibattito sul futuro dell'Ilva e il lamento dei presidenti regionali Michele Emiliano e Giovanni Toti per l'esclusione delle autonomie locali dalla decisione
Il futuro dell’acciaieria Ilva e le relative vicende societarie accendono il dibattito nelle regioni interessate. Puglia e Liguria, sottolineano alcuni aspetti critici della politica industriale collegata all’aggiudicazione dell'Ilva di Taranto alla cordata Arcelor Mittal-Marcegaglia.

“La Puglia - afferma il presidente Michele Emiliano - reagirà con tutte le forze contro questo modello industriale insensato che ha ucciso persone e ha danneggiato l'economia italiana”.
“La vicenda Ilva - continua Emiliano - era cominciata male ed è finita peggio. Ci sono evidentemente in questo Paese logiche interne a gruppi industriali che si occupano solo di piccole cose, e che non sono capaci di costruire il futuro”. “Siamo convinti – spiega Emiliano – che il piano di decarbonizzazione che era stato offerto dall'altra cordata e che avrebbe mantenuto alti livelli occupazionali e soprattutto avrebbe dato una spinta di concorrenza positiva accelerando la decarbonizzazione in tutta Europa, sia ancora la scelta migliore”.

In Liguria si chiede invece un incontro urgente con il Governo. Per il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti: “La siderurgia è strategica per lo sviluppo industriale. Vediamo quale atteggiamento hanno altri paesi nei confronti dell'espansione di imprese italiane sul loro territorio nazionale e in questo caso credo che ci sia solo non solo motivo di orgoglio nazionale per salvare un'azienda importante come Ilva ma ci siano anche motivi profondi di strategicità del settore della siderurgia a sostegno del comparto industriale italiano”.


"Le istituzioni locali non sono state chiamate dal governo ad essere parte di questa trattativa", precisa Toti, "Vogliamo nel dettaglio conoscere cosa intendono fare di uno stabilimento su cui in passato sono stati investiti parecchi soldi come quello di Cornigliano che ancora oggi non ha trovato l'equilibrio previsto dai vecchi accordi sindacali”.
Nel chiedere cosa prevede il piano industriale, Toti aggiunge: “Oltre agli esuberi vorremmo nel dettaglio sapere che cosa intendono fare su uno stabilimento, in cui nel passato sono stati investiti molti soldi e che ancora oggi non ha trovato l'equilibrio previsto dai vecchi accordi sindacali”. “Riteniamo - conclide Toti - che la siderurgia sia strategica per il nostro paese come potenza industriale”.


"Non ci sono né spiegazioni né giustificazioni plausibili per questo comportamento - continua Mazzarano - a meno di non voler cedere al sospetto che in realtà i giochi fossero già stati fatti e che la procedura di evidenza pubblica, in realtà, fosse una farsa. Sospetti che trovano conforto nella comparazione dei piani industriali, ma soprattutto nel secco diniego nei confronti della seconda cordata, quando si è mostrata disponibile a migliorare la propria proposta”.
"Ora si apre una fase altrettanto importante”, aggiunge. “Quella della negoziazione tra i commissari e l'azienda aggiudicatrice sul tema degli esuberi e degli interventi per l'ambiente. Taranto non può permettersi di perdere neppure un posto di lavoro. Per questo è necessario che le prossime scelte non vengano affidate esclusivamente alle equazioni matematiche ma siano condivise con le persone in carne e ossa. L'auspicio è che, almeno su questi argomenti, commissari e governo possano rivedere il proprio atteggiamento di ostilità ed aprire finalmente il confronto con il territorio. Non cancellerebbe certo lo sfregio fatto, ma sarebbe - ha concluso Mazzarano - un passo importante verso il ripristino di una condizione istituzionale normale in un territorio come quello tarantino per il quale la condizione di normalità è una aspirazione".
(gelormini@affaritaliani.it)