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PugliaItalia
Ilva, gioco di squadra in extremis tra Emiliano e Jindal/AcciaItalia

Il 6 giugno è alle porte, la decisione su quale cordata puntare per il futuro dell'Ilva è in dirittura d'arrivo. Le anticipazioni sugli esuberi previsti nei piani degli acquirenti e i relativi licenziamenti hanno creato allarmi e stimolato contromosse, in vista della data cruciale. Mentre non è un segreto che a Michele Emiliano farebbe più piacere la vittoria della proposta Jindal, che non ha rifiutato a priori l'ipotesi decarbonizzazione nella riconversione produttiva del colosso dell'acciaio italiano.

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La temistica e la natura delle comunicazioni di queste ore farebbero pensare, infatti, a una sorta di "gioco di squadra" tra il Governatore e la squadra Jindal/AcciaItalia. "Il valore strategico di ILVA per i settore europeo dell'Acciaio è stato confermato ancora nelle ultime ore", ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, “L'importanza delle offerte presentate e la disponibilità ulteriore a migliorarle - che non può non essere colta - testimoniano che abbiamo giustamente difeso l'importanza della grande azienda presente sul nostro territorio".

"Bisogna consentire di migliorare le offerte in termini economici (prezzo ma anche investimenti) e occupazionali - ha aggiunto Emiliano in una nota diffusa - è nell'interesse di tutti. Dei dipendenti, che potranno così contare su un'azienda da rilanciare; del territorio, che finalmente potrà vedere realizzati gli investimenti da troppo tempo attesi; del paese che vedrà finalmente crescere il PIL in modo importante così come difendere la posizione strategica dell'Italia nel settore dell'acciaio".

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"Per ogni occupato che verrà garantito - ha precisato Emiliano - sarà realizzato  il principio costituzionale del diritto al lavoro. Ogni occupato a cui sarà riconosciuto questo diritto sarà un carico in meno per le casse pubbliche. Ogni euro in più sarà un creditore in più soddisfatto. Insomma, assicuriamo che le regole e le procedure servano a realizzare gli interessi generali. Nessun giudice o politico potrà contestare l'aver massimizzato gli obiettivi generali di aumentare il prezzo, gli investimenti gli occupati. Ovviamente, si deve tenere conto di quello che l'Europa ha già chiaramente detto. Il principio del valore economico dell'offerta non può in ogni caso pregiudicare o essere sovraordinato al contenuto ambientale dell'offerta stessa e ai tempi necessari per l'avvio e la finalizzazione del processo di ambientalizzazione".

“Attenzione quindi a chi verrà selezionato per comprare", ha sottolineato il Governatore, "Ci sono acquirenti che hanno già posizioni di mercato critiche e che possono trovarsi ad affrontare lungaggini e difficoltà autorizzative. Si deve essere sicuri che chi si propone di comprare ILVA non possa poi 'sfilarsi' dopo mesi di negoziati con la Commissione perché gli impegni richiesti per l'autorizzazione antitrust sono troppo onerosi. Si deve essere sicuri che i tempi dell'autorizzazione siano minimi: più tempo passa più crescono gli investimenti necessari, i costi per la gestione pubblica commissariale, i rischi connessi alla necessità di attivare subito gli investimenti ambientali, assicurare un futuro ai dipendenti".

“In tutto questo scenario, non si può non sottolineare l'importanza della presenza nella gara di una Istituzione come Cassa Depositi e Prestiti - ha concluso Emiliano - un pezzo strategico della Repubblica, elemento di garanzia, che ha assicurato e assicurerà sicuramente il miglior equilibrio tra tutela degli interessi generali e strategici con il rispetto delle regole di mercato. Le regole sono fondamentali ma devo essere utilizzate per il bene comune. Auspichiamo quindi che ci possa essere spazio per migliorare prezzo, investimenti e occupati".

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Quasi sincronizzata la mossa in extremis di Jindal/AccaItalia che, nell'annunciare una "razionalizzazione" della compagine in corsa per l'acquisto dell'Ilva, comunica di aver inviato al Ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, e ai Commissari Straordinari di Ilva Spa Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba un'offerta irrevocabile di incremento del prezzo di acquisto degli asset di Ilva, portandolo a Euro 1.850 milioni, nonché l’impegno ad assumere immediatamente 9.800 dipendenti dei quali 2.000 impegnati nella realizzazione degli investimenti ambientali e industriali. La validità della offerta è stata inoltre estesa al 30 settembre 2017.

"Jindal South West (JSW) e Delfin hanno deciso di prendere autonomamente questi impegni, nonostante la non adesione della CDP e di Arvedi - viene comunicato - impegnandosi a rilevarne pariteticamente le quote detenute in Acciaitalia. Acciaitalia rappresenta quindi la visione di due imprenditori internazionali che nel loro fare impresa non hanno mai ridotto le attività, non hanno mai dichiarato esuberi ed hanno costantemente investito nel benessere e nella crescita dei propri dipendenti e delle comunità locali".

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"Il piano industriale di Acciaitalia è un piano di sviluppo delle acciaierie Ilva con il fermo e impegnativo obiettivo di riportare al più presto la produzione dell’area a caldo ai suoi valori storici di circa 10 milioni di tonnellate, con l’impiego di tecnologie innovative, non ancora attuate in Europa, atte a determinare una sensibile riduzione degli impatti ambientali".

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"Verrà in particolare data rilevanza agli investimenti innovativi e non ancora presenti in Europa in tecnologie a gas e elettriche che riducono l’uso del carbone, le relative emissioni e sono rispettose dell’ambiente. Per la realizzazione del piano sono stati preventivati circa 3,1 miliardi di Euro di investimenti, di cui: circa Euro 1 miliardo a favore dell’ambiente da concludersi entro il 2021, in anticipo di due anni sulla prescrizione del Ministero; Euro 1,1 miliardi per il rifacimento degli impianti attuali inclusa la riattivazione dell’Altoforno 5; Euro 1 miliardo per la realizzazione di impianti di de-carbonizzazione volti all’espansione della capacità produttiva di ulteriori circa 5 milioni di tonnellate di colato mediante l’impiego di tecnologie innovative, quali l’utilizzo del forno elettrico alimentato a pre-ridotto, non ancora presente in Europa e a minore impatto ambientale. Acciatalia, nonostante già nell’offerta del marzo 2017 avesse impegnato un ammontare finanziario superiore al concorrente (prezzo d’acquisto più investimenti), ha deciso oggi di incrementare il prezzo di acquisto".

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"La decisione è nell’interesse di Ilva, dei suoi dipendenti, dell’indotto, dei territori di insediamento e in assoluto dell’industria meccanica nazionale", ribadiscono da Jindal/AcciaItalia, "In questo, anche aderendo all’invito scritto dell’Unione Europea che indica come molto critica l’assegnazione degli impianti Ilva alla cordata concorrente la quale, anche se ha rinunciato ai ridimensionamenti che sarebbero eventualmente richiesti dalla UE, sarà costretta a implementarli altrove in Europa. Per Ilva non sarebbero quindi ipotizzabili ulteriori sviluppi futuri".

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"L’acquisizione di Ilva da parte di Acciaitalia non presenterebbe invece alcun problema di concentrazione in Europa, senza quindi la necessità di imposizione di misure di contenimento né in Italia né in altri stabilimenti siderurgici europei. I tempi della relativa autorizzazione da parte dell’Unione Europea sarebbero presumibilmente di poche settimane, consentendo un immediato ingresso nell’operatività della nuova gestione. Per tutte queste motivazioni Acciatalia chiede nuovamente al Governo e, per loro competenza, ai Commissari Straordinari di mettere in atto tutte le procedure necessarie per consentire la realizzazione di un progetto industriale palesemente nell’interesse dell’Italia e dell’Europa.

(gelormini@affaritaliani.it)

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