Ilva, per il Riesame l’Afo2 non chiude
Tap: processo al gasdotto a maggio
Ilva, il Tribunale del Riesame decide per il mantenimento in funzione dell'Afo2, mentre a maggio partirà il processo per la costruzione del gasdotto Tap.
Il Tribunale del Riesame ha deciso: l’altoforno 2 dell’acciaieria di Taranto non sarà spento. E’ stato accolto il ricorso di Ilva in amministrazione straordinaria. Secondo quanto emerso nel consesso di Riesame, in sede di appello, il rischio che si possa ripetere l’incidente del 2015 - costato la vita all’operaio 35enne, Alessandro Morricella, investito da una fiammata mista a ghisa incandescente - è molto basso. Per cui, è stata annullata la decisione del giudice di respingere l’istanza di proroga dell’uso dell’impianto.
Scongiurato, per il momento, il ricorso alla Cassa Integrazione straordinaria per 3.500 operai e, per molti analisti, l’auspicata intesa tra Governo e ArcelorMittal, per il rilancio del polo siderurgico tarantino, ora è molto più abbordabile. Il provvedimento odierno, in pratica, rimuove “il principale ostacolo ad una piena ed ordinata gestione degli impianti”.
A detta dei giudici del Riesame: ”E’ chiaro che Ilva ha interesse al dissequestro, dunque a ridurre i tempi di adempimento delle residue prescrizioni, sicché non può essere sospettata di avere concertato col fornitore una dilazione dei tempi”. In secondo luogo, “il custode giudiziario nella relazione del 15 dicembre 2019 ha riconosciuto che tali sono i tempi tecnici necessari, affermando soltanto, oltretutto in termini ipotetici, che essi appaiono ‘leggermente sovrastimati’, senza ulteriori specificazioni”.
Ad oggi, scrive il collegio: ”E’ pressoché pacifica l’entità del tempo necessario per adempiere alla più importante tra le residue prescrizioni, posto che vi è sostanziale convergenza tra custode ed Ilva. Trattasi di macchinari che, finendo per escludere la presenza umana nei luoghi ove trovò la morte Alessandro Morricella, porteranno (in concorso con tutte le altre prescrizioni già adempiute) all’ulteriore riduzione del rischio per i lavoratori dell’Altoforno 2, entro i limiti di legge”.
Immediata la reazione del comitato Giustizia per Taranto: “Niente: tanto vale questa città. Ancora una volta a vincere sono le ragioni del profitto su quelle della sicurezza e della salute. Afo 2 potrà godere dell’ennesima proroga concessa alla fabbrica della morte”. Il commento, postato su facebook, prosegue: “Forse troppe le pressioni su questo delicato giudizio: in primis quelle dell’ennesimo Governo che cerca scorciatoie per la soluzione di un problema tanto drammatico, da richiedere soluzioni ben più complesse, lungimiranti e coraggiose. Riteniamo che proprio a questo servissero le due visite ravvicinate di Conte a Taranto: alzare il livello psicologico dello scontro e mettere sotto pressione Procura e Magistratura, sebbene la prima non ci risulta aver mai opposto resistenza alla continuità produttiva. Ma la partita non finisce qui - concludono - continueremo a essere sentinelle infaticabili, fino a quando questo territorio non riavrà dignità e giustizia”.
Soddisfatto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, anche in riferimento al processo TAP, che inizierà l’8 maggio prossimo dinanzi al Tribunale di Lecce: “Dopo l’Ilva, anche su Tap abbiamo avuto ragione. Le preoccupazioni della Regione Puglia hanno trovato un fondamento evidente: ci sarà un processo per la costruzione del gasdotto Tap e noi ci costituiremo parte civile a tutela della Puglia”.
“Gli attacchi politici che ho subito sinora - aggiunge Emiliano con riferimento al gasdotto Tap - hanno cercato di convincere l’opinione pubblica da un lato che si trattava di un semplice tubo che passa sotto una spiaggia. Dall’altro che l’opera si potesse bloccare. La Regione Puglia, senza mai prendere in giro nessuno, ha sempre chiesto di spostare l’approdo del gasdotto in una zona già infrastrutturata (e non su una delle più belle spiagge dell’Adriatico) e di sottoporre l’opera alle cautele imposte dalla direttiva comunitaria “Seveso”, trattandosi di uno stabilimento in cui sono presenti sostanze pericolose. Abbiamo anche assunto ogni iniziativa giudiziaria possibile per tutelare il nostro territorio dal punto di vista ambientale e paesaggistico".
"Ora finalmente la Magistratura - prosegue Emiliano - farà chiarezza sull’individuazione del terminale di ricezione del gas in aree sottoposte a vincolo paesaggistico, idrogeologico e zone agricole di "notevole interesse pubblico", secondo l’accusa in assenza delle autorizzazioni dovute".
"Sull’ex Ilva: lo abbiamo detto per anni, da soli - ribadisce Emiliano - che la decarbonizzazione era l’unica strada possibile. Oggi che tutti ci danno ragione bisogna realizzarla”.
(gelormini@affaritaliani.it)
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Pubblicato sul tema: Ilva e TAP, Emiliano rivendica la lungimiranza a difesa dei Pugliesi
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