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Incandidabilità Sindaci, ANCI Puglia 'Eliminiamo insieme una norma discriminatoria'

Incandidabilità Sindaci, ANCI Puglia: 'Eliminiamo insieme una norma discriminatoria e antidemocratica'.

Una nota ANCI Puglia,  firmata dalla Presidente Fiorenza Pascazio, dal Vicepresidente Vicario Michele Sperti e dai Vicepresidenti: Noè Andreano, Giovanna Bruno, Onofrio Di Cillo, Luciana Laera, è stata inviata alle segreterie politiche della regione, per sollecitare un intervento immediato verso i propri consiglieri regionali, per cancellare la norma che impone ai Sindaci e ai Presidenti di Provincia di dimettersi con largo anticipo rispetto alle elezioni regionali e alla scadenza del proprio mandato.


 

Gentilissimi Segretari,

facciamo seguito alla nota diffusa lo scorso 20 dicembre e, a nome dei Sindaci pugliesi, senza distinzione di schieramento politico, rivolgiamo un appello unanime e trasversale alle Segreterie politiche dei partiti che compongono la costellazione del Consiglio regionale della Puglia.

Ribadiamo con convinzione che l’emendamento relativo alla incandidabilità dei Sindaci è un atto ingiusto e discriminatorio, che risulta profondamente lesivo del principio costituzionale di uguaglianza e del diritto democratico di libero accesso alle cariche elettive, nonché del principio, sacrosanto e inviolabile, per i cittadini, di esercitare liberamente il proprio diritto di voto.

La disposizione in parola è stata introdotta mediante un emendamento approvato nottetempo nel contesto della manovra di bilancio e con voto segreto, in palese contrasto con i principi di trasparenza e partecipazione democratica.

La legge impone ai Sindaci e ai Presidenti di Provincia l’obbligo di dimettersi con largo anticipo rispetto alle elezioni regionali e alla scadenza del proprio mandato, creando una disparità evidente rispetto ad altre categorie di cittadini eleggibili e un ingiusto danno per le comunità amministrate. Questo vincolo penalizza gravemente gli amministratori locali, limitando il loro diritto costituzionale a candidarsi, senza alcuna garanzia di essere inseriti nelle liste, riducendo le possibilità di scelta degli elettori.

Chiediamo alle Segreterie politiche di intervenire immediatamente, sollecitando i propri Consiglieri regionali a rivedere questa norma. È necessario un atto di responsabilità per ripristinare l’equità e garantire la piena partecipazione democratica, cancellando una disposizione che discrimina ingiustamente e - a nostro parere - illegittimamente, un’intera categoria di individui.


 

Confidiamo che la politica voglia riparare a questa ingiustizia, dimostrando sensibilità e apertura al dialogo e alla competizione elettorale democratica. Pertanto, chiediamo che possano essere adottate iniziative concrete e tempestive, onde evitare che la legittima tutela dei diritti dei Sindaci debba essere portata fino in sede giurisdizionale.

Invitiamo, dunque, le SS.VV. a prendere in debita considerazione il presente appello, manifestando cortesemente la Vostra posizione in merito con l’urgenza che il caso richiede.

Ripristiniamo insieme il pieno rispetto dei principi democratici a cui tutti, indistintamente, siamo chiamati".


 

Le iniziative in tal senso si moltiplicano in tutta la Puglia e a prendere posizione, sostenendo le ragioni e l'appello dell'ANCI anche il Sindaco di Bari, Vito Leccese.

"Ci sono gli ingredienti per dire che il sistema sta impazzendo", ha messo in guardia Leccese in un'intervista sul tema, "Si rincorre una autoreferenzialità che finisce per uccidere la democrazia. Ma se arriviamo a questo, poi non si salva nessuno. Neanche i consiglieri regionali. Altro che politiche di recupero dell’astensionismo!"

"Un sindaco, anche se a fine mandato, deve, per potersi candidare, lasciare nelle mani di un commissario la propria comunità per un periodo imponderabile e imprevedibile - ha spiegato Leccese - poiché il turno amministrativo ha proprie regole e tempi fissati da norme statali, che spesso non coincidono con le regionali. Si costringe un sindaco ad abbandonare la propria comunità sulla base di un’aspirazione ipotetica e lontana nel tempo". 


 

"Ci sarebbe da chiedersi - ha sottolineato Leccese - perchè tale disposizione non dovrebbe toccare anche l’incandidabilità dei consiglieri e degli assessori regionali, che fanno campagna elettorale in costanza di mandato. I collegi regionali, poi, sono su base provinciale, non comunale. Non esistono motivazioni giuridiche o di opportunità per un provvedimento del genere. Se non la volontà di eliminare per via legislativa possibili concorrenti. Con effetti potenzialmente devastanti".

"E’ la stessa sindrome che alimenta l’ansia per il taglio del numero degli eletti", ha concluso il Sindaco di Bari, "Un consigliere non è per sempre, come i diamanti. I sindaci sono un’istituzione di prossimità con un rapporto intenso con i cittadini: è auspicabile che competano, se vogliamo sconfiggere l’astensionismo. La democrazia si alimenta con il consenso e con la partecipazione. Non con le rendite di posizione o con i veti e le inibizioni".

 

(gelormini@gmail.com)