Incendi, la Puglia torna a bruciare: dal Gargano al Salento un mare di verde in fumo - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 11:17

Incendi, la Puglia torna a bruciare: dal Gargano al Salento un mare di verde in fumo

La Puglia torna a bruciare. Da settimane il fuoco sta consumando la regione da sud a nord, con decine di roghi che ogni giorno devastano il territorio, mettendo in pericolo persone, habitat e biodiversità. L’ultimo disastro ha colpito duramente l’Oasi del Lago Salso, nel cuore del Parco nazionale del Gargano: centinaia di ettari di vegetazione, zone umide e aree protette sono stati distrutti in poche ore, soffocati da fiamme alte e da colonne di fumo visibili per chilometri.


 

L’Oasi del Lago Salso - ricorda una nota di Legambiente Puglia - rappresenta uno scrigno di biodiversità, fondamentale per l’equilibrio ecologico del territorio e per la tutela di numerose specie animali e vegetali. Oggi, quel patrimonio appare gravemente compromesso. Le immagini circolate in rete raccontano un paesaggio spettrale, cancellato dalle fiamme. L’impressione è forte, il danno incalcolabile.

Secondo le stime, 7 incendi su 10 sono di natura dolosa. Un dato allarmante, che si somma al fenomeno dell’abbandono incontrollato di rifiuti, spesso “smaltiti” illegalmente con il fuoco. In totale, sono già andati distrutti oltre 3mila ettari di territorio in tutta la regione. Serve una risposta immediata e concreta.

Le consuete raccomandazioni - non accendere fuochi, non abbandonare rifiuti, segnalare tempestivamente i focolai - restano fondamentali, ma oggi non bastano più. È urgente attivare:

- Più controlli sul territorio, soprattutto nelle aree a rischio

- Un potenziamento dei mezzi e delle squadre antincendio

- Risorse adeguate per la prevenzione

- Una presenza istituzionale costante e visibile

Ogni ritardo equivale a nuovi ettari persi, habitat distrutti e un futuro sempre più incerto per i nostri territori.

"Non si può ignorare - sottolineano da Legambiente Puglia - che negli ultimi anni l’Oasi del Lago Salso è stata progressivamente abbandonata. Scelte gestionali discutibili - come l’estromissione di realtà storiche come il Centro Studi Naturalistici di Foggia e il WWF - hanno contribuito a un progressivo impoverimento dell’area, rendendola più vulnerabile. È tempo di rimettere al centro la tutela dell’ambiente, con una gestione trasparente, competente e partecipata".

“Di fronte a un disastro ambientale di queste proporzioni - ha dichiarato Daniela Salzedo, presidente di Legambiente Puglia - non possiamo più accontentarci di interventi ordinari o di promesse a lungo termine. Legambiente Puglia chiede con forza alle istituzioni un cambio di passo immediato, deciso e strutturale. Servono azioni concrete per proteggere l’ambiente, garantire la sicurezza delle comunità locali e assicurare un futuro vivibile alle nuove generazioni. Ogni giorno perso è un colpo inferto al nostro territorio, già fragile e martoriato. È tempo di agire”. 

Solo pochi giorni fa, stesso copione in Salento nel contesto territoriale di Otranto: dove è stata richiesta tolleranza zero contro i piromani, valutando una ricompensa per chi rompe il silenzio. Una svolta netta e necessaria nella lotta ai roghi dolosi: l’Ente Parco Naturale Regionale Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase sta vagliando l’introduzione di una ricompensa in denaro per chi fornirà informazioni utili all’identificazione dei responsabili del devastante incendio che ha colpito l’area naturalistica di Orte.

Una linea dura, invocata con forza dal presidente del Parco Michele Tenore, che non lascia spazio a interpretazioni: “Non possiamo più permetterci il lusso dell’indifferenza. È il momento di reagire con forza. Se l’omertà si spezza con una ricompensa, allora la prenderemo in seria considerazione. Contro i criminali, servono misure eccezionali.”

Il rogo che ha incenerito ettari di macchia mediterranea porta i chiari segni di una mano criminale. Le indagini, affidate alla magistratura, sono già in corso. Sul posto sono intervenuti i militari del Nucleo Forestale di Otranto e gli investigatori del NIPAAF di Lecce, esperti in reati ambientali e incendi boschivi. Determinante, in questa fase, l’analisi tecnica basata su protocolli internazionali, tra cui lo studio della direzione dei venti per risalire all’origine dei focolai.

“Questa non è una semplice emergenza - ha incalzato Tenore - ma un attacco deliberato al territorio, alla nostra identità e al futuro delle nuove generazioni. Chi ha appiccato quel fuoco sapeva perfettamente cosa stava facendo. E ora dovrà risponderne”.


 

I danni sono gravissimi: ambientali, paesaggistici ed economici. Ecosistemi fragili sono stati compromessi, la biodiversità è a rischio, e l’immagine turistica del Salento - legata a doppio filo al suo patrimonio naturale - ne esce profondamente ferita. Il Parco ha già annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile in un eventuale processo contro i responsabili.

Pur non avendo una funzione operativa nella lotta attiva agli incendi, il Parco è in campo con azioni concrete di prevenzione. In questo senso va letta la convenzione con la Protezione Civile - Coordinamento provinciale di Lecce: attività di avvistamento e sorveglianza del territorio affidate a pattuglie di terra e droni. In arrivo anche una campagna di sensibilizzazione ambientale che coinvolgerà scuole e associazioni di volontariato.

Non manca un appello ai proprietari e conduttori di terreni agricoli e pinete: è fondamentale che ciascuno faccia la propria parte e adotti tutte le misure previste dalla legge per prevenire la propagazione delle fiamme.


 

Tenore ha voluto, infine, ringraziare con decisione Vigili del Fuoco, personale ARIF, forze dell’ordine e volontari per il tempestivo intervento che ha evitato conseguenze ancora più disastrose. Solidarietà e vicinanza a chi ha subito danni, disagi e paura.

“Questo non è un semplice fatto di cronaca - ha concluso - è una sfida alla legalità, alla dignità del nostro territorio. È una battaglia di civiltà, e la vinceremo solo se sapremo restare uniti, vigili e determinati”.

“Il devastante incendio che, nelle scorse ore, ha colpito l’Oasi di Lago Salso - ha affermato il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giannicola De Leonardis - è purtroppo l’esempio concreto di ciò che, solo qualche giorno fa, avevo evidenziato: non c’è una attività di prevenzione degli incendi che può essere messa in atto attraverso una manutenzione costante delle aree naturalistiche, il personale Arif è sotto organico e si perde sempre tempo prezioso nelle attività di spegnimento degli incendi, visto che la Puglia è una delle pochissime regioni italiane a non essere ancora dotata di una propria flotta di aerei antincendio”.


 

“Anche stavolta, purtroppo - ha proseguito De Leonardis - ci ritroviamo a fare la conta dei danni che hanno impattato su un patrimonio naturalistico di grande importanza e pregio e che ha duramente colpito anche la fauna presente in un’area, è bene evidenziarlo, in stato di abbandono, senza un presidio Arif al suo interno e dove risultano essere finanche limitate le possibilità di accesso da parte dei visitatori".

"Questo incendio, atto evidentemente criminoso, si aggiunge alla lunga sequela di veri e propri disastri ambientali che stanno colpendo il territorio di Capitanata. Rispetto ai quali Emiliano, Pd e M5S che disamministrano la Puglia, si dimostrano disattenti e incapaci di porre in essere, tempestivamente, tutti quegli atti propedeutici alla prevenzione degli incendi, potenziando il personale Arif e dotando la regione di una propria flotta di canadair”.

Mentre la consigliera regionale del M5S, Rosa Barone, ha commentato: "Non possiamo in alcun modo restare in silenzio davanti ai ripetuti incendi nella zona di Manfredonia. Prima l’incendio doloso che ha devastato l’oasi Laguna del Re, ieri la stessa sorte è toccata all’oasi Lago Salso e questa mattina un nuovo rogo nella pineta, dove ci sono anche alcune spiagge che sono state evacuate. Roghi mettono a rischio la salute della popolazione, a cui viene raccomandato di non svolgere attività all’aperto fino a quando non ci saranno i dati dell’Arpa sul monitoraggio dell’aria, e mettono in ginocchio l’economia dell’intera provincia".


 

"Un ringraziamento va a tutti coloro che sono a lavoro per domare gli incendi. Non possiamo lasciare solo il Comune di Manfredonia, ma serve il lavoro in sinergia tra le istituzioni per fronteggiare una simile emergenza. È indispensabile che la Regione convochi un tavolo con tutti gli enti interessati per cercare soluzioni condivise e dare un segnale della presenza forte dello Stato sul territorio".

"Bisogna aumentare le risorse necessarie per l’impiego della tecnologia per la prevenzione degli incendi, con l’utilizzo dei droni e delle videocamere per una strategia di contrasto efficace. Sappiamo che non siamo all’anno zero e si sta già lavorando in questo senso, ma serve uno sforzo ulteriore. Solo con la massima collaborazione tra istituzioni e forze politiche a tutti i livelli potremo dare risposte immediate".

E da Torremaggiore l'Assessore Enzo Quaranta aggiunge: "Quanto accaduto nei giorni scorsi a Marina di Chieuti è una ferita profonda, che colpisce tutto il nostro territorio. In poche ore sono andati distrutti oltre 160 ettari di pineta e macchia mediterranea, nonostante il massiccio impiego di tre canadair. Uno scenario apocalittico che lascia sgomenti e che, ancora una volta, deve spingerci istituzioni e cittadini - a riflettere e ad agire con determinazione. Non possiamo limitarci a rincorrere l’emergenza. La vera sfida si chiama prevenzione. Bisogna intervenire prima dell’estate, curando il territorio con manutenzione costante e sistemazione del sottobosco, soprattutto nelle aree ad alto rischio come boschi, pinete e macchia mediterranea. Se non adottiamo una strategia programmata e continua, ogni anno saremo costretti ad assistere impotenti allo stesso disastro. Senza contare i disagi per tanti viaggiatori e automobilisti costretti ad uno stop forzato di alcune ore a causa dell’interruzione della statale 16, dell’A 14 e della linea ferroviaria".


 

"É urgente rafforzare le squadre dei Vigili del Fuoco e il personale specializzato nella prevenzione degli incendi, con particolare attenzione ai territori più fragili e ricchi di biodiversità. È assurdo continuare a contare danni incalcolabili dal punto di vista ecologico, turistico ed economico, quando con un’adeguata azione preventiva potremmo evitare tutto questo. Fa male vedere andare in fumo un paesaggio così bello, che ora rischia di rimanere desertificato per decenni. Non possiamo accettarlo. Non possiamo permetterlo".

"Infine, mi rivolgo direttamente alle istituzioni sovracomunali: alla Provincia di Foggia, alla Regione Puglia e al Governo centrale. Occorre un cambio di passo deciso, con interventi strutturali e duraturi contro gli incendi boschivi. Servono investimenti seri in prevenzione, vigilanza e manutenzione ambientale. Solo così potremo tutelare il nostro patrimonio naturale e consegnarlo integro a chi verrà dopo di no"i.

Toni che non cambiano sul fronte salentino, dove il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani, in nota diffusa ha dichiarato: “È un incubo che si ripete: la stagione dei grandi incendi manda in fumo ettari di bosco e pineta, divorando il patrimonio verde del Salento e facendo avanzare il deserto. Un nuovo rogo spaventoso ha devastato la Piana delle Orte e l’area attorno al faro di Punta Palascia, nel parco Otranto-Leuca. L’ennesimo pezzo di paradiso perduto, mentre la Regione non riesce ad affidare il servizio triennale per la fornitura di elicotteri antincendio". 


 

"Anche quest’estate i nostri vigili del fuoco e gli altri operatori del servizio antincendio non potranno contare sul supporto salvifico dei mezzi aerei. Una situazione che si trascina dal 2023, come ho denunciato già l’anno scorso. Due anni fa la ditta che gestiva il servizio di fornitura dei velivoli lasciò l’incarico e si aprì un contenzioso con la Regione, ancora irrisolto. Intanto, il nuovo bando di gara è stato pubblicato dalla sezione Protezione civile della Regione solo il 24 aprile scorso, con un mese di tempo per la presentazione delle offerte". 

"Nonostante i 10 milioni di euro stanziati per il triennio 2025-2028 per l’adozione di una flotta di velivoli antincendio autonoma, le prime due gare sarebbero andate deserte. I tempi, dunque, si allungano, mentre il Salento continua a bruciare. Perché un bando così tardivo, pubblicato a ridosso della stagione estiva? È quello che chiedo al governatore Michele Emiliano e al presidente del comitato permanente di protezione civile della Puglia, Maurizio Bruno, nell’interrogazione urgente che ho presentato. Non è possibile che la Puglia sia costretta a sperare nell’intervento del centro operativo aereo gestito dalla Protezione Civile Nazionale, che dispone di appena 30 mezzi dislocati in 21 postazioni, al servizio di tutte le regioni".


 

"A questo si aggiunge l’assenza di una base per gli aerei antincendio nel Salento, e la cronica carenza di uomini e mezzi per gestire il rischio roghi che, soprattutto in estate, raggiunge picchi di emergenza. A giugno 2022, ben tre anni fa, presentai una mozione che non è stata mai discussa in Consiglio regionale, per impegnare la giunta ad assegnare ai vigili del fuoco e alle associazioni di protezione civile i fuoristrada e i mezzi speciali acquistati dalla Protezione civile regionale ma inutilizzati, fermi nei garage della Provincia di Lecce e nelle autorimesse sparse per la Puglia".

"È evidente che il problema incendi non è tra le priorità della Regione, nonostante la sua gravità e urgenza. Ma è suo dovere chiarire tempi e procedure del bando per la fornitura dei mezzi aerei, indispensabili per fronteggiare i roghi”.

(gelormini@gmail.com)