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Italia-Albania, 'Katër i Radës' la tragedia di 25 anni fa
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Dei fiori per ricordare le vittime del naufragio della Katër i Radës, avvenuta 25 anni fa. Sono stati i sindaci di Otranto, Pierpaolo Cariddi e di Valona, Dritan Leli, a commemorare, insieme alla presidente di Integra Onlus e della Fondazione Bridge For the Future di Tirana, Klodiana Çuka, la tragedia del Venerdì Santo del 1997.

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Per conservare la memoria di questo triste evento e per passare alle generazioni future un patrimonio di narrazioni che unisce come un ponte la storia di due popoli nascerà su iniziativa di Integra Onlus l’Osservatorio Permanente sulla Memoria della Diaspora italo-albanese.

Davanti al relitto della Katër i Radës divenuta un’opera d’arte contemporanea dal titolo “L’Approdo. Opera all’Umanità Migrante”, e alla presenza del sindaco Pierpaolo Cariddi, dei consiglieri Stefania Temis, Paola Stefanelli e Gianfranco Stefàno, della consigliera di minoranza Lavinia Puzzovio, della professoressa Eliana Augusti, docente nel Corso di Laurea Magistrale in Governance Euromediterranea delle politiche migratorie presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell'Università del Salento, di Lorella Negro presidente del Club Unesco - Otranto, del presidente della locale Pro Loco, Sandro Minerva con Alfredo Ferramosca, di Massimo Giannetta presidente di ANMI, di Silvia Negro presidente di Hydro e Andrea Stefano della stessa associazione culturale, è stato presentato il progetto co-finanziato da Integra Onlus e dalla Regione Puglia con il Fondo Speciale Cultura e Patrimonio Culturale.

Katër i Radës, la tragedia dei migranti 

Le tragedie non si possono cancellare e nemmeno dimenticare; sono momenti di una storia che attraversiamo talvolta con leggerezza e altre, invece, con passi che hanno il peso di macigni. Era il 28 marzo del 1997, un Venerdì Santo. Un giorno di lutto per i credenti che si è trasformato in lutto per l’umanità.

I governi, albanese e italiano, avevano messo in atto delle misure che dovevano servire a fermare gli sbarchi clandestini, cercando di tenere lontane i natanti che tentavano di avvicinarsi alla costa con il loro carico di disperazione.

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In quel tardo pomeriggio di 25 anni fa, nei pressi dell’Isola di Saseno, poco dopo essere partita dal porto di Valona, la motovedetta Katër i Radës fu intercettata e speronata dalla Sibilla, una corvetta della Marina Militare italiana. Dopo pochi minuti, la motovedetta  albanese naufragò; l’affondamento provocò la morte di almeno 81 persone e solo 34 furono i superstiti.

“Con questo progetto - ha dichiarato la presidente Klodiana Çuka - Integra Onlus intende rafforzare il processo di valorizzazione e di integrazione delle minoranze albanesi, che hanno dato vita alle piccole comunità fin dai primi flussi arbëreshë: per questo motivo ha sentito forte la responsabilità di allestire anche un Osservatorio Permanente per questa Diaspora". 

"Un contenitore interculturale - ha proseguito - che può diventare uno strumento essenziale per la programmazione delle politiche migratorie, in entrambe le Nazioni, sia in Italia che nel Paese delle Aquile, dirimpettaie inseparabili".

“La comunità di Otranto è felice di accogliere questa iniziativa e parteciperà attivamente attraverso i racconti di chi fu protagonista di quelle giornate - ha sottolineato il sindaco Pierpaolo Cariddi - Otranto è stata ed è emblema di accoglienza e oggi, davanti al relitto della Katër i Radës vogliamo ricordare tutti i migranti che per terra e per mare mettono a rischio la propria vita pur di fuggire dalle guerre. Otranto, come tutta la Puglia, ha un rapporto straordinario con gli amici albanesi e questo ha reso sempre più significative le relazioni culturali ed economiche tra i nostri popoli.”

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Ai sindaci e alla presidente è giunto il messaggio del professore Alfredo Mazzocchi coordinatore generale dell’Istituto Europeo di Studi e Ricerche per le Nazioni Unite d’Europa, partner di progetto che ha sottolineato come l’“Osservatorio Permanente” rappresenti “un fulgido esempio di collaborazione tra comunità e municipalità, per la memoria e per il bene comune dei Territori, per il progresso delle generazioni.”

Il progetto prevede di realizzare, a Otranto, un Centro documentale e un archivio audiovisivo, cuore dell’Osservatorio della Diaspora italo-albanese che dovrà raccontare e custodire la memoria storica e le tradizioni orali relative alle migrazioni dall’Albania.

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L’innovativo polo farà da propulsore ad un’iniziativa annuale, la ‘Settimana italo-albanese della cultura e dell’imprenditoria’, luogo di incontro e di scambio di idee e progetti comuni a studiosi e imprenditori in ambito internazionale.

Tra i partner di progetto oltre alle istituzioni e alle associazioni locali anche l'Ambasciata della Repubblica d’Albania a Roma, l’Università del Salento, l’Università di Valona, il Museo Sigismondo Castromediano di Lecce.

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