L'arte luminosa di Daniela Corbascio
Nella moderna Agorà di p.za Umberto
La forma circolare o ellittica dell'Agorà ripresa per interpretare lo spazio e la moderna fruizione di una piazza storica, come quella col fontanone prospiciente l'Ateneo di Bari.
Presentato nella sala giunta di Palazzo di Città, dall’assessore alle Culture e Turismo Silvio Maselli, dall’artista Daniela Corbascio, da Adriana Polveroni, giornalista, saggista e direttore di Exibart, il progetto “Bari arte pubblica 2014 - Bari s’illumina”.
Fino al prossimo 6 gennaio, infatti, piazza Umberto si accenderà di suggestioni con “Holy Circles in Body Square”, l’installazione luminosa di Daniela Corbascio curata dalla stessa Adriana Polveroni. L’opera d’arte acquistata dal Comune di Bari per la cifra di 40.000 euro sarà acquisita al patrimonio della città.
L’artista Daniela Corbascio ha inoltre donato al Comune di Bari un’altra opera, che sarà allocata nelle prossime settimane in Piazza Garibaldi, dal titolo “Mmaattttaattooyy 2005”.

BARI ARTE PUBBLICA 2014 -BARI S'ILLUMINA
Silvio Maselli
Di cosa si compongono le città?
Di idee, persone, movimenti, luoghi, simboli. Di chiari e di scuri. Di pieni e di vuoti.
Bari è una città troppo grande per contenerne la bellezza diffusa. Per questo motivo sa essere insieme bellissima e bruttissima. Piena e vuota.
Bari è una città troppo piccola per raccogliere le idee del mondo, per connettersi ai flussi creativi che circolano mille miglia lontano da qui.
Per questo motivo ha senso che le istituzioni l’aiutino a produrre senso, a disseminarla di segni. A connetterla con il pensiero contemporaneo.
Ci è nata così l’idea di avviare il progetto “Bari, arte pubblica”. Per distribuire bellezza nei suoi spazi urbani. Per ridare luce all’oscurità. Senso a ciò che ne era privo.
E abbiamo deciso di iniziare questo lungo, ambizioso percorso con la “nostra” artista della luce, Daniela Corbascio.
Il cerchio è il simbolo della solidarietà, dell’unione, della relazione. Il rosso è il colore del sangue, del cuore, dell’amore, della passione. La luce ci consente di capire e vedere. Le parole di capire ciò che il cuore non vede.
I sentimenti si fondono così in un unico luogo e nel medesimo tempo, per raccontarci che città vogliamo costruire nei prossimi anni.
Piazza Umberto si illuminerà per sempre di rosso, nel periodo natalizio. E così contribuirà a ricordarci che Natale è la festa del cuore.
Nel 2014 iniziamo con piazza Umberto. Il prossimo anno continueremo con un’altra piazza e un’altra via. E così, tra cinque anni, al termine del nostro mandato, avremo acquisito al patrimonio della città delle opere d’arte, non solo luminose, che aiuteranno a raccontare Bari, la sua identità, il suo respiro internazionale, la sua bellezza.
Nel volgere di cinque anni l’arte pubblica, quella che si fruisce per strada e nei musei, attraverserà ogni luogo. Nelle prossime settimane lanceremo un progetto che riguarderà le panchine, poi sarà la volta del verde urbano e ancora di un patto tra la città e gli artisti internazionali, con il coinvolgimento delle gallerie d’arte della città.
E Bari sarà così più bella, più ricca, più nostra.
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HOLY CIRCLES IN BODY SQUARE

Un quasi racconto
di Daniela Corbascio
Quando, circa quattro settimane fa incontrando Silvio Maselli mi propose di pensare ad una installazione che avrebbe voluto presente in Piazza Umberto I tra dicembre e gennaio, ne fui onorata ma nello stesso tempo mi resi conto di esserne restata perplessa (periodo natalizio!), gli dissi comunque che ci avrei pensato....
…. nel corso di questi ultimi anni, quindici ma forse anche più, la piazza in se stessa è restata più o meno la stessa, ma via via nel corso del tempo, riflettevo, qualcosa è cambiato. Prima lentamente e poi sempre più velocemente è cambiata “la popolazione che la abita”. In anni addietro ma anche ora è stata normalmente luogo di transito, viaggiatori (prossimità alla stazione ferroviaria), studenti (l'Ateneo vi si affaccia “molto presente” su un lungo lato) e ovviamente passanti e cittadini che per la presenza delle panchine trovano momenti di sosta e riposo. Presenze maggiori o minori nell'arco della giornata, della settimana, dell'anno.
Il “nuovo” è la presenza sempre più evidente di comunità, oltre a quelle solite, di “stranieri” ma non già più “estranee”. Giovani di colore, del nord e centro Africa, molto e sempre presenti lungo il percorso centrale della piazza, a piccoli gruppi e seduti semplicemente “stanno”o vendono prodotti contraffatti.
Tra il sabato e la domenica soprattutto la domenica libera (?) dal lavoro, sul lato centrale est si incontrano numerose donne di origine slava, badanti, colf o chi sa cos'altro, riconoscibili dal loro abbigliamento un po' antiquato e sobrio e non solo. Sul lato sud invece, in qualche occasione, si crea una sorta di terminal improvvisato di mini-pulman, posteggiati in prossimità del marciapiede, che caricano persone e cose (scatoloni di cartone letteralmente rivestiti di nastro adesivo marrone per renderli impermeabili (?), inviolabili (?) per destinazioni di paesi che presumo possono essere quelli delle targhe, Romania, Albania, Polonia, Ucraina, Bielorussia.
E … presenze altre, più sporadiche ma certamente non minoritarie, pakistani, filippini, cingalesi e... cinesi e... è una sorta di globalizzazione non tanto FINANZIARIA E COMMERCIALE ma di flussi e presenze di persone povere che cercano una vita… migliore (?). Uomini e donne e giovani, persone e alla fin fine “presenze e corpi”. Già, “corpi”, che lì in piazza si rendono immediatamente visibili, tangibili e per alcuni ingombranti... e che ai miei occhi sono... IL CORPO DELLA PIAZZA.
Le persone, tutte, e la piazza. La piazza che vive. Vivente. Di alberi, di piante, di cose e persone.
Un'entità unica. O è deserta, ma quando mai lo è completamente? O è popolosa e popolata.
Come potevo interpretare tutto questo? Come mettere insieme in qualche modo il contenitore e i contenuti per e in questa occasione? I contenuti e i “contenuti”, con il mio lavoro ? Da anni interpreto e traduco la realtà utilizzando la luce, il più delle volte utilizzando i tubi di vetro caricati con il neon, in forme lineari, a volte modellati, spesso scrivo 'parole singole' che così diventano “concetti” per 'solitudine'.
Parole singole, “amplificate” dalla luce incandescente. Il gas, che attraversato dal flusso energetico degli elettroni della corrente, diventa plasma e così, le parole si caricano ulteriormente di rimandi, rispetto al luogo, all'occasione, alla circostanza, alle presenze.
La piazza, le persone fisiche, i loro corpi, i loro sentimenti, le loro aspettative, come dare loro “visibilità” ulteriore alla loro presenza, rimarcarla, quasi denunciarla? Perché i nostri 'ospiti' sono tanto visibili quanto, per altri motivi, 'invisibili' . Come dare loro, a tutti, compresi i miei concittadini, continuità di presenza anche quando sono “momentaneamente” assenti p.e. di notte o tornati per qualche motivo nei loro paesi d'origine?
Così è nata:
HOLY CIRCLES IN BODY SQUARE
circa trenta 'parole' luminose che inserite lungo una circonferenza 'luminosa' la interrompono.
La struttura è in ferro. Cerchi di due diametri 120 e 100 cm. Le parole fanno riferimento a parti del corpo umano e all'intero. Altre trovano riferimento a sentimenti, aspettative universali.
I corpi luminosi saranno realizzati con tubi di vetro rosso diametro 18/15 mm caricati con neon.
Le opere troveranno collocazione (saranno ancorate) a differenti altezze sui tronchi degli alberi presenti nella piazza distanti dalla verticale dello stesso di circa 50 cm.
Le opere resteranno sempre accese per tutto il periodo.
(gelormini@affaritaliani.it)