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"L'isola che non c'è", Al Bano torna a perorare l'Alta Velocità fino a Lecce
L'invito di Al Bano Carrisi al Governo per l'Alta Velocità fino a Lecce, fatto a sorpresa, salendo sul regionale a San Pietro Vernotico: là dove tutto cominciò.
L'invito di Al Bano Carrisi al Governo per l'Alta Velocità fino a Lecce, fatto a sorpresa, salendo sul regionale a San Pietro Vernotico: là dove tutto cominciò. L’invito del maestro è rivolto a quanti saranno riuniti a Villa Doria Pamphilj a Roma, per gli Stati Generali sull’economia. Il cantante di Cellino San Marco da anni è uno dei testimonial della battaglia per i treni lungo la Dorsale Adriatica.
“Caro Governo, cari ministri e soprattutto carissimo premier Conte,
pugliese come me, italiano come tutti noi, questa volta, come uomo del Sud e come cittadino privilegiato sento il dovere di rivolgermi a voi su un argomento che forse riterrete estraneo al mio abituale ambito, ma che riguarda il sacrosanto diritto ad essere tutti cittadini di una sola Nazione.
Sento il dovere, come portavoce di un folto gruppo di personalità illustri, di farlo perché non trovo giusto che da oltre settanta anni - dopo quel mio viaggio in treno in cerca di fortuna al nord - la situazione non sia ancora cambiata.
Chiediamo gli stessi diritti che la Storia ha riservato alle altre aree di questo Paese. Conosciamo il vostro impegno per lo sviluppo del nostro Paese, sappiamo anche quanto finora le risorse economiche erano scarse per chiedervi una maggiore parità di trattamento e di sviluppo tra le varie regioni di questa nostra Nazione.

Oggi però siamo ad una svolta epocale. Alla luce di quanto è successo abbiamo imparato che siamo tutti cittadini italiani. Non lo siamo però quando dobbiamo viaggiare in treno. Come voi sapete da decenni, ci sono cittadini che non hanno gli stessi diritti alla mobilità ferroviaria, perché al Sud non è stata mai realizzata l’Alta Velocità ferroviaria e dunque i treni viaggiano ancora ad una velocità che non è da Paese civile.
Noi cittadini del Mezzogiorno abbiamo gli stessi diritti che in questi anni sono stati garantiti ai nostri fratelli delle regioni del nord. E anche noi - e quando dico noi dico gli italiani tutti - vogliamo viaggiare su treni moderni e veloci.
Caro premier Conte, cari ministri, vi incontrerete per studiare quali nuovi interventi adottare per rilanciare la nostra cara, unica e bellissima Italia. Noi vi chiediamo, e questa volta speriamo non siano le solite promesse, di decidere una volta per tutte di avviare un progetto, con relativi finanziamenti, per realizzare lungo la dorsale Adriatica l’Alta velocità ferroviaria, come esiste al nord.
Dal 2014 l’Associazione culturale “L’isola che non c’è”, alla quale aderiscono centinaia tra le più illustri personalità del mondo accademico, scienziati della medicina, uomini della politica, decine di sindaci, governatori, Rettori e persino un ministro, porta avanti questa battaglia di tutti.
Sono certo che alla fine di questa riunione darete una risposta concreta a questa istanza di milioni di italiani. Se lo farete subito dimostrerete ai nostri figli che la politica sa guardare al futuro così come noi quando eravamo giovani abbiamo sperato accadesse. E invece qualcuno se n’è dimenticato.
Oggi è giusto ricordarvelo”.