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Ludopatia di Stato: Regioni e Antiusura provano a resistere

La denuncia allarmante di Mons. Alberto D’Urso, Presidente della Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II, in merito al nuovo documento approdato sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni, è secca e diretta: “Un testo apparentemente immutato, ma nella sostanza più insidioso  e pericoloso. Le modifiche hanno peggiorato il documento dal puto di vista della tutela della salute e della stabilità economica del nostro Paese. È tutto a favore del sistema della ludocrazia. In discussione è la nuova versione della proposta sulla regolamentazione del gioco d’azzardo con slot del Governo alle Regioni e ai Comuni, all'esame della Conferenza Unificata con gli Enti locali. L’impianto del nuovo documento non tiene conto affatto delle richieste di riduzione di offerta azzardo sollevate dalle associazioni antislot, dalle principali Regioni e Comuni, che in maniera netta hanno bocciato senza se e senza ma la proposta governativa”. 

usura durso
 

“L’intera impostazione non è finalizzata a garantire la tutela dei cittadini sia sanitaria che economica", ha aggiunto Attilio Simeone, Coordinatore del Cartello ‘Insieme contro l’Azzardo’. "Al contrario mira a rendere il sistema di riscossione condizionato da una matrice fortemente speculativa. È vano anche il tentativo di togliere alla criminalità organizzata la gestione e l’esercizio di attività che offrono azzardo. La quasi totalità delle indagini penali denunciano l’intreccio indissolubile tra offerta di azzardo legale e relativa gestione delle sale nonché delle apparecchiature da parte della criminalità”.

La proposta, per la Consulta e per il Cartello, resta di fatto lacunosa, approssimativa e subdola. "Nulla si dice - segnala una nota diffusa - delle Lotterie istantanee, dei gratta e vinci, che invece hanno una capacità attrattiva fortissima, soprattutto presso anziani e minori. È facile prevedere un aumento sensibile della platea delle persone che giocherebbero come effetto dell’aumento del numero delle vincite e una contestuale riduzione del montepremi per ognuna di esse".

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"Quel che è peggio - si sottolinea - è che gli Enti Locali, con le previsioni contenute nella bozza, si vedranno drasticamente ridurre il loro potere di intervento anche quando gli effetti di un consumo di massa andranno ad incidere sui territori: viabilità, sicurezza pubblica, capacità di progettazione urbanistica delle smart city (nel senso di città organizzate per una migliore qualità della vita), politiche sociali, decoro".

“Il mio auspicio - ha concluso Mons. D’Urso - è che sia scongiurata ogni possibilità di accordo nella Conferenza Unificata con gli enti locali.  Il documento è tutto da rifare. La bozza si presta a disegnare  per le nuove generazioni un destino da  azzardo-dipendenti. Ai poveri non è offerta alcuna opportunità di lavoro mentre si incentiva il ricorso alla “Dea bendata”.

Inoltre, Mons. Alberto D’Urso e Attilio Simeone, attraverso un'altra nota, hanno chiesto al Presidente dell’Anci, Antonio Decaro, e al Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, di astenersi dal sottoscrivere il proposto documento governativo sull’azzardo, in quanto fortemente pregiudizievole per gli interessi delle comunità rappresentate.

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L'appello ha trovato sponda anche nel presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, palesato dal suo commento a fine lavori della Conferenza: “Quella di oggi è una vittoria per la Regione Puglia, che aveva chiesto più tempo alla Conferenza delle regioni per esaminare il provvedimento, nel timore che tutta quella fretta di trovare l’intesa nascondesse un fuoco di cenere. Oggi abbiamo capito che il governo, tramite il sottosegretario Paolo Baretta, ha deciso di aprire una grande consultazione con tutte le associazioni e quindi l’idea che ci potesse essere un blitz è stata scongiurata". 

"Oggi - ha aggiunto Emiliano - nel rivendicare alle Regioni il merito di avere ottenuto questa discussione, grazie al rinvio della scorsa volta, ho posto due questioni fondamentali: la prima è che le Regioni non intendono abdicare alla potestà legislativa che hanno in questa materia che, ammesso e non concesso che il Governo legiferi, le Regioni possono reintrodurre le norme sulle distanze e anche  sugli altri elementi della legge".
 
"La seconda è che noi dobbiamo avere una gestione delle ludopatie molto severa: quando si viene dichiarati ludopatici, la tessera sanitaria deve essere l’unico mezzo per accedere al gioco. Le macchinette devono funzionare con la tessera sanitaria: se c’è la dichiarazione di ludopatia il soggetto non può essere ammesso al gioco da nessuna parte”. 
 
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“Lo Stato - ha proseguito Emiliano - in modo drammatico, decide di guadagnare dei soldi sul gioco d'azzardo. Più si va avanti, più il bilancio dello Stato dipenderà dal gioco d'azzardo, con tutte le conseguenze negative che ne derivano. Per quel che posso constatare il gioco d'azzardo si associa spesso a condizioni sociali drammaticamente degradate. Il giocatore medio non sa tutelarsi, la storia che viene raccontata che le sale d'azzardo sono come i cinema e i teatri è qualcosa a cui non credo. La legge è una occasione irripetibile per lanciare questo messaggio: ferma restando la possibilità data dallo Stato di giocare bisogna avvisare tutti che si tratta di una attività pericolosa".
 
"Non possiamo, ad esempio, tornare indietro sulla norma sulle distanze: la Puglia non lo farà, intendiamo tutelare i luoghi sensibili come scuole e parrocchie. C’è comunque una disponibilità a trovare un’intesa con il governo”.
 
“Il primo progetto del governo - ha precisato il presidente - colpiva in modo particolare le tabaccherie, che sono invece dei concessionari dello Stato, rigidamente controllate in ogni fase, che avrebbero assicurato che il gioco sia realmente una dimensione episodica della vita, perché questi luoghi sono aperti, di transito, dove la segretezza che serve per gestire e speculare sulle ludopatie è molto più difficile. In più i tabaccai possono essere richiesti, come concessionari dello Stato, di prestazioni aggiuntive che non possono essere richieste a un qualunque esercente di una sala da gioco".
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"Bisogna quindi distinguere tra gli esercizi commerciali cui è impedito l’esercizio del gioco e le tabaccherie. Anche per non riservare il gioco solo alle grandi multinazionali, che sono quelle che preoccupano di più perché molto difficili da controllare. I tabaccai invece hanno norme che consentono i controlli molto più efficaci".
 
"Il rinvio - ha concludo Emiliano - ha consentito la riapertura di un dialogo tra il governo e le associazioni, che si occupano di contrasto al gioco d'azzardo per migliorare l'impostazione del provvedimento. Ancora una volta la partecipazione dal basso aiuta a scrivere buone leggi".
 
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"Se fossi il Presidente Emiliano eviterei di intestarsi un merito che, semmai, spetta a Vita, che mi ha proposto di pubblicare il documento e io l'ho fatto volentieri", ha replicato il sottosegretario Pier Paolo Baretta, "Non è con le polemiche o i protagonismi che arriveremo a capo di questa delicata situazione. Non si combatte la ludopatia difendendo o condannando a priori questa o quella categoria. Ci sono bar e bar, sale e sale e tabaccherie e tabaccherie".
 
"Noi - ha precisato Baretta - vogliamo contrastare quelle dove le slot sono troppe, senza controlli o troppo performanti e, dopo aver ridotto del 30% le slot e dimezzato i punti gioco, rendere piu' qualificata e controllata  l'offerta di quel che resta nel territorio. In ogni caso, penso che la strada migliore sia, a questo punto, uscire dal generico. Il documento e' pubblico. Si facciano proposte, di merito, di integrazione o modifica. Restando nel vago non concluderemo nulla. Le Regioni ed i Comuni, con i quali abbiamo discusso a lungo, conoscono bene i problemi e sono in grado di decidere qual è il punto di accordo".
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Invece, secondo Viviana Beccalosssi, assessore della regione Lombardia al Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Città metropolitana, delegata per la ludopatia: "E' giusto prendere tempo e valutare con attenzione ogni nuovo provvedimento riguardante il settore del gioco d'azzardo. Resto dell'idea che relativamente alle distanze e agli orari - ha aggiunto l'assessore Beccalossi - non vada vanificato quanto di buono realizzato in Lombardia dalla Regione e da moltissimi Comuni. Cosi' come valuto positivamente la presa di posizione delle numerose associazioni che sono scese in campo per chiedere al Governo di non prevaricare le prerogative degli enti locali".
 
(gelormini@affaritaliani.it)

 

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