Mafia edile, a Bari maxi-blitz contro il clan Parisi: 23 arresti. VIDEO
Era cosa risaputa in loco, ma ora è cosa certificata dai 23 arresti eseguiti dalla Polizia di Bari.eseguiti questa mattina, a conclusione dell'inchiesta della Procura Antimafia di Bari sull'infiltrazione diffusa del clan Parisi nei cantieri edili del capoluogo pugliese.
Gli arresti sono stati eseguiti da 350 uomini della polizia di Stato con l'ausilio di unità cinofile e un elicottero. Associazione mafiosa ed estorsione le accuse contestate a vario titolo dal Gip.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore antimafia Patrizia Rautiis, risalgono al 2011, ruotando attorno alle attività del clan mafioso più importante di Bari. Dalle prime comunicazioni si evince come i Parisi fossero capaci di gestire il controllo del 'sistema costruzioni' in almeno 24 casi: dato il corrispoondente numero di imprese coivolte a vario titolo nel sistema.
Dall'inchiesta, che ha spinto il gip del tribunale di Bari a emettere le ordinanze di custodia cautelare - contestato a sei imprenditori il concorso esterno in associazione mafiosa - emerge il forte utilizzo da parte del clan mafioso di una forma più raffinata di estorsione.
Non solo e non più il pagamento del pizzo e l'assunzione di guardiani, secondo la Polizia, ma anche l'imposizione di subappalti ad imprese amiche. Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare c'è lo stesso capoclan, il boss Savino Parisi, ri-arrestato solo una settimana fa dopo due mesi di libertà, e i suoi più fidati collaboratori.
Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha così commentato l'operazione: “Ancora una volta Bari dice no alla criminalità organizzata. I cittadini baresi stanno dalla parte delle donne e degli uomini della magistratura e delle forze dell'ordine, che questa mattina ci hanno dimostrato che la luminosità del rispetto della legge e delle regole batte qualsiasi spettacolo di fuochi pirotecnici organizzato dai clan criminali. Nel cielo di Bari oggi brilla una sola luce ed è quella della legalità”
Altro filone importante dell'inchiesta riguarda l'occupazione delle case popolari, gestite dal clan facendo favori a parenti e amici e trasformandole in un altro sistema di controllo del territorio.
(gelormini@affaritaliani.it)