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Porto di Taranto, D'Attis (FI): 'Le grandi manovre cinesi'

Il conflitto di pareri e l'alternarsi di opinioni sul destino del Porto di Taranto continua a tenere acceso il dibattito, considerando la Cina alternativamente opportunità o minaccia. A rammaricarsi per le occasioni perdute relative alla "Via della Seta" e a sperare in un rigurgito imprenditoriale locale, in grado di proiettare il presidio portuale taranti verso rotte che restano puntualmente fuori dai radar della Città dei Due Mari. 

D'Attis

Con una nota diffusa il commissario regionale di Forza Italia, Mauro D’Attis, torna sul tema: “Il terminale marittimo di Taranto non può essere consegnato ai cinesi: da Pechino, infatti, pare che siano iniziate le grandi manovre per mettere le mani sul porto ionico con grandi investimenti e questo non è possibile".

TARANTO PORTO2

"Presenteremo un’interrogazione parlamentare - preannuncia D'Attis - per chiedere se effettivamente si vogliano dare concessioni per uno degli asset più importanti e cruciali per l’ingresso e l’uscita delle merci in Europa. E’ giusto collaborare con tutti i Paesi, ma non possiamo consegnarci alla Cina che ha una potenza economica notevole e una propensione ad egemonizzare i mercati".

"Noi non possiamo essere colonizzati - sottolinea il Commissario di Forza Italia - siamo un Paese che ha anche una tradizione Atlantica e non possiamo consegnare le infrastrutture più significative agli stranieri. Ci sono esposizioni di autorevoli esponenti del governo che parlano anche di interessi della Ferretti Group, cinese appunto, sul porto di Taranto e noi su questo faremo barricate: bisogna ripartire e potenziare le infrastrutture che abbiamo, specie quelle così strategiche, e non possiamo permetterci di regalarle a nessuno. Non sarebbe un atto giustificabile da parte del governo italiano”. 

Gemmato3

"Apprendiamo dalla stampa che il porto di Taranto sarebbe in procinto di essere svenduto ai cinesi, con la forte spinta del M5S", dichiarano in altra nota i deputati pugliesi di Fratelli d'Italia, Davide Galantino e Marcello Gemmato, che hanno chiesto accesso agli atti per recepire tutta la documentazione riguardante l'operazione in oggetto e interrogato il ministro Luigi Di Maio, nonché il presidente Giuseppe Conte, affinché spieghino i contorni della vicenda.

Seta Taranto

"Si tratterebbe - si legge nella nota - della 'realizzazione di un polo produttivo per la costruzione di scafi e sovrastrutture in vetroresina e carbonio e di un centro di ricerca impegnato nello studio di modelli e stampi' nell'area dello scalo pugliese da una società italiana partecipata dai cinesi e sponsorizzata da un esponente del M5S".

"Vorremmo capire se la notizia della svendita di un nostro polo produttivo ai cinesi, sia innanzitutto fondata e, se così fosse, perché il M5S ha interessi così forti da spingere l'operazione", concludono i deputati Fd'I.

(gelormini@affaritaliani.it)

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