RE.A.DY, la Puglia nella Rete
Proteste in Consiglio Regionale
Con 26 voti favorevoli e 13 contrari il Consiglio regionale ha approvato con emendamenti la mozione presentata dai consiglieri PD Mennea, Lacarra, Abaterusso, Mazzarano, Romano e Blasi di “Adesione della Regione Puglia alla Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere "Re.a.dy".

La discussione della mozione ha fatto seguito al provvedimento di adesione alla stessa rete deliberato dalla Giunta regionale in precedenza. Nonostante il PD con Mennea (primo firmatario) dopo l’illustrazione della mozione ne abbia chiesto il ritiro, considerandola superata alla luce delle decisioni assunte dal governo, la discussione nel merito è stata ammessa dal Presidente dell’assemblea Mario Loizzo, in quanto il documento è stato nel frattempo condiviso e sottoscritto dal M5S.
La mozione parte dal presupposto che persone omosessuali e transessuali sono ancora a forte rischio di discriminazione, considerato che perdura una cultura condizionata da stereotipi e pregiudizi. Nel 2006, su iniziativa di un gruppo di amministratori regionali e locali, è nata la RETE RE.A.DY. con l’obiettivo di mettere in sinergia l’azione delle Pubbliche Amministrazioni per promuovere sul piano locale politiche che sappiano rispondere ai bisogni delle persone omosessuali e transessuali, contribuendo a migliorare la qualità della vita e a creare un clima sociale di rispetto e di confronto libero da pregiudizi.

Alla Rete, attraverso la sottoscrizione di una CARTA D’INTENTI, aderiscono Regioni, Province, Comuni, Associazioni, Organismi di Parità, Ad oggi risultano iscritte 7 Regioni (Toscana, Piemonte, Lazio, Marche, Emilia Romagna, Campania, Basilicata ecc.), 11 Province, 63 Comuni, 3 Organismi di Parità. Inoltre la stessa Rete ha avviato, a livello nazionale, rapporti con l’ISTAT, il MIUR e l’OSCAD (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, costituito in modalità interforze tra Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato).
Di qui l’approvazione odierna da parte del Consiglio regionale della mozione con l’intento di predisporre l’implementazione di uno Sportello di ascolto e accoglienza finalizzato a rimettere al centro la “persona” ed i suoi diritti.

Articolato e partecipato il dibattito che ha preceduto l’approvazione della mozione, votata dalla maggioranza, M5S e da Francesca Franzoso di FI. Contrario Cera (Popolari).
Due gli emendamenti approvati: uno del M5S che modifica la mozione introducendo la “condivisione della decisione della Giunta regionale”; il secondo di Fabiano Amati che esplicita in maniera più dettagliata gli intenti della Rete “RE.A.DY” che non esplicitano obiettivi di diffusione di teorie tese a “disconoscere le innegabili differenze biologiche tra uomini e donne, ma l’ampliamento – nella prospettiva dell’antidiscriminazione e dell’inclusione – delle condizioni di dignità, diritto e parità tra tutte le persone, senza che in alcun caso rilevino le scelte effettive libere ed individuali”.

L'intervento del Presidente Michele Emiliano
“Martedì sera – ha proseguito Emiliano - speravamo che la decisione della Giunta fosse preceduta da una discussione sul tema da parte del Consiglio. Non era e non è nelle nostre intenzioni esautorare l’assemblea, tuttavia la questione portata all’attenzione della Giunta aveva una particolare importanza e per questo abbiamo ritenuto di assumere una posizione coerente con il programma di Governo, il che non esclude il parere del Consiglio regionale, nonostante l’adesione alla Rete è posta in capo all’esecutivo e non al Consiglio i cui eventuali indirizzi specifici da esercitare all’interno della rete saranno sempre ben accetti.

Da consigliere regionale, più che da Presidente della Regione voglio esprimere il mio punto di vista.
In questa regione si sono consumati dei drammi collegati all’omofobia. Ho partecipato al funerale di persone suicidatesi perché, purtroppo, la loro vita è stata resa impossibile. Non nascondo che, se in passato non avessi avuto il coraggio e l’aiuto per conoscere meglio il mondo nelle sue diverse prospettive oggi avrei idee completamente sbagliate sulle questioni di genere. Quindi, concedersi la possibilità di migliorare la conoscenza del mondo attraverso scambi di buone prassi con altre Amministrazioni e con altre Regioni, è un gesto di intelligenza, oltre che di civiltà.
Conoscere le cose serve ad esprimere meglio il proprio concetto e la propria libertà.
Per questo ho ritenuto di accogliere la mozione dei consiglieri PD e di aderire alla rete RE.A.DY nel rispetto delle leggi attualmente vigenti e di avere soddisfatto le richieste della maggioranza, del Movimento 5 Stelle e di singoli consiglieri dell’opposizione.
Viceversa, trovo assurdo il confronto-scontro tra le ragioni di proteggere dalle discriminazioni e le ragioni della tutela della famiglia. Solo delle persone irresponsabili possono contrapporre questi due elementi.
Quando discuteremo della legge di bilancio avremo modo di affrontare tutte le questioni legate al patrimonio straordinario, protetto dalla Costituzione, che è la famiglia. E’ una discussione da fare nella sede propria senza ingenerare conflitti.
Il Consiglio, anche con il sostegno dell’Esecutivo, ha il diritto di approfondire tutte le questioni che attengono alla tutela delle persone ed al sostegno alle famiglie perché questo tema fa parte del programma.
Posso dirvi con assoluta certezza che non ho voluto travalicare il diritto del Consiglio a discutere. Quello che vorrei tentare di evitare è che all’esterno venissimo percepiti come persone che contrappongono la protezione delle persone dalle discriminazioni, ai valori della famiglia. Sarebbe un errore catastrofico perché le famiglie sono le principali interessate affinché i loro figli o componenti non siano mai vittime di violenza o discriminazioni".