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Regione Puglia: Pari Opportunità, Welfare Aziendale, Innovazione Organizzativa

Con un tasso di natalità rimasto costante negli ultimi 15 anni al Sud - pari a 1,3 % contro la media europea di 2,6 - il Welfare Aziendale prova a proporsi come uno strumento di contrasto alla denatalità e di sostegno alle famiglie.

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Di “welfare aziendale”, nato con l’obiettivo di favorire il benessere dei dipendenti nelle aziende e  di accrescere la loro soddisfazione, si è parlato nella giornata di formazione organizzata dalla Commissione Pari opportunità della Regione Puglia in collaborazione con l’Inps. A dare l’occasione per un’analisi del tema, la circolare 5/E del 29 marzo 2018 dell’Agenzia delle Entrate che prevede un coinvolgimento diretto dei lavoratori nei processi di innovazione e miglioramento delle prestazioni aziendali.

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“Abbiamo voluto questa giornata - ha sottolineato Patrizia Del Giudice, presidente CPO - per porre all’attenzione di istituzioni e aziende due fenomeni per i quali la commissione sin dal suo insediamento si batte: quello della denatalità, che ha certamente una matrice socio-economica e quello delle dimissioni delle donne per difficolta di conciliare i tempi della famiglia con quelli del lavoro e abbiamo pensato, di concerto con l’Inps che far conoscere uno strumento come quello del welfare aziendale potesse contribuire  a frenare o quantomeno a contenere i due fenomeni i cui dati sono allarmanti, se pensiamo per esempio alle oltre 7000 donne che hanno lasciato il lavoro in Puglia nel 2017”. 

Secondo il Rapporto annuale dell’Ispettorato del Lavoro - anno 2016, in Italia sono poco meno di 30mila le donne che si sono dimesse o che hanno risolto consensualmente il rapporto di lavoro, di cui il 78% riguarda madri lavoratrici che, nei colloqui con gli ispettori del lavoro tra le cause dell’abbandono, riferiscono l’assenza di parenti che diano una mano nella gestione del figlio, il mancato accoglimento negli asili nido e gli onerosi costi del bambino. Il tutto in un Paese dove il tasso di occupazione femminile ( 48,8%) è ben lontano dalla media europea che si attesta sul 62,5% ( fonte Ocse).

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In un contesto in cui la maternità rappresenta ancora la più importante causa di discriminazione, il welfare aziendale, inteso nel senso di una nuova cultura dell’azienda che cambia spazi, luoghi e tempi, diventa una opportunità imperdibile per imprese grandi e piccole. E’ noto ormai che il benessere di una azienda passa dal benessere di chi ci lavora, dal grado di soddisfazione e motivazione dei dipendenti. E allora le misure di conciliazione dei tempi vita/lavoro diventano importanti per tutti, non solo per giovani madri.

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“Rispetto alla legge 125 /91 e 53/2000 - ha detto Emanuela Megli, Consulente del Cambiamento e esperta di conciliazione vita/lavoro - che in Italia portano la promozione delle politiche di conciliazione vita lavoro oggi sentiamo l’esigenza di passare da un principio di tutela delle minoranze ad uno di centralità della persona e quindi di rispetto dei bisogni di conciliazione vita lavoro. Tutte le forme di lavoro flessibili in realtà rispondono anche all’esigenza della organizzazione di andare verso la fluttuazione del mercato. In Puglia a livello di innovazione organizzativa ci sono i primi tentativi. Si stanno affacciando innanzitutto le grandi imprese”. 

Il lavoro cambia e cambia il modo di concepirlo. Lo hanno capito le sempre più numerose aziende si servono di misure utili a venire incontro ai bisogni dei dipendente con piani di welfare a misura di lavoratore. Si tratta di una diversa ripartizione della retribuzione che può tradursi o in benefit monetari o più spesso nella fornitura di servizi che vanno dall’istruzione dei figli, alle prestazioni sanitarie, alle facilitazioni e sconti  sulle attività legate al tempo libero fino ai rimborsi degli interessi passivi del mutuo.

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Il datore del lavoro ha un ventaglio ampio di scelta, che può adattarsi anche alle esigenze dei lavoratori della propria azienda. Misura che ovunque sia stata adottata ha dato risultati: aumento della produttività, miglioramento del clima aziendale, riduzione dell’assenteismo.

Alla giornata di formazione presente anche Maria Sciarrino, direttore Inps Puglia che ha voluto ribadire la nuova politica dell’Istituto aperto alla comunità  e non più autoreferenziale:  “Superare l’autoreferenzialità per favorire l’informazione e la comunicazione verso le aziende i privati e altre istituzioni. Spesso sono le prestazioni minori, che riguardano il mondo della famiglia,  che i cittadini non sanno come ottenere spesso. Noi volgiamo lavorare sui fronti della consulenza e presa in carico del cittadino per condurlo verso le prestazioni che gli spettano per legge”.

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Di partecipazione dei lavoratori ai processi organizzativi dell’Azienda, in base alla circolare 5/E del 29 marzo 2018 dell’agenzia delle entrate, ha parlato Antonella Marsala, esperta di politiche del lavoro e di organizzazione aziendale che si è soffermata anche sul perché in Italia l’innovazione organizzativa non è ancora decollata “Perché abbiamo una organizzazione – ha detto - del lavoro ancora troppo gerarchica, con sistemi molto rigidi che hanno ostacolato il coinvolgimento più attivo delle persone che poi direttamente svolgono le attività.  Alle persone nell’ambito di un contesto organizzato deve essere lasciato uno spazio di autonomia".

"L’autonomia evidentemente è una assunzione di responsabilità - ha aggiunto Marsala - che ha bisogno anche di obiettivi più precisi, di competenze e dell’idea che all’interno dell’organizzazione anche tu sei cliente interno di qualcun altro, è probabile che il tuo lavoro non finisce nel momento in cui lo hai compiuto perché ti devi preoccupare di quello che è successo prima e di quello che il tuo lavoro produce per chi viene dopo di te.  Quindi – ha concluso – è un cambio rispetto a questo processo di delega che sempre più coinvolgerà le organizzazioni del lavoro nel prossimo futuro. Soprattutto con l’avvento dell’Industria 4.0 o con l’uso sempre più massiccio delle informazioni e dei dati che le persone hanno a disposizione”. 

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La conciliazione dei tempi vita/lavoro se nelle aziende private comincia ad essere applicata, nelle pubblica amministrazione le difficoltà sono decisamente maggiori come ha testimoniato Magda Terrevoli del Comitato Unico di Garanzia della Regione Puglia. “In regione Puglia da tre quattro anni abbiamo introdotto il telelavoro, una forma archeologica dello smart working che non richiede la fisicità in un luogo ma il raggiungimento degli obiettivi che una pubblica amministrazione si pone”.

La giornata si è conclusa con le testimonianze e i racconti delle best practises da parte di aziende con sede in Puglia che hanno già messo a sistema alcune pratiche di welfarare aziendale come Bosh, Gruppo Millenia, Gruppo Casillo, Gruppo Birra Peroni, Gruppo Megamark, Softwere design.

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