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Riacciuffato Fabio Perrone Evaso dal "Fazzi" di Lecce

Non era scappato in Albania, ma era rimasto a presidiare il suo territorio nel Salento. Evaso, come in una scena da film, dal Vito Fazzi di Lecce - dove era stato scortato per esami clinici - Fabio Perrone, l'ergastolano 42enne che aveva sottratto la pistola d'ordinanza ad un poliziotto penitenziario e ferito tre persone nella sua fuga, è stato scovato e riacciuffato dagli agenti della.Squadra Mobile della Questura di Lecce e da agenti della Polizia Penitenziaria.

Era nascosto nel suo paese, Trepuzzi (Le), ed era armato, pronto a sparare. E' stato catturato all'alba (dormiva vestito) e aveva anche un kalashnikov. Arrestato anche il proprietario dell'abitazione, S. R., 32 anni, incensurato.

Yaris Perrone
 

Da una prima ricostruzione, l'uomo è stato costantemente protetto - nel corso della sua fuga - da numerose persone, anche da insospettabili. Era evaso il 6 novembre, dopo aver ferito in maniera lieve tre persone utilizzando una pistola sottratta ad uno degli agenti di polizia penitenziaria che lo avevano condotto al terzo piano dell'ospedale 'Vito Fazzi' di Lecce, per essere sottoposto a un esame medico, una colonscopia. L'uomo durante la fuga si era impossessato di una Yaris, sottratta durante la rocambolesca fuga a una donna alla quale aveva puntato la pistola alla tempia, nel parcheggio dell'ospedale.

"Esprimo la mia gratitudine al Questore di Lecce Pierluigi D'Angelo e alla Polizia Penitenziaria di Lecce che dal 6 novembre, giorno della fuga di Perrone, hanno profuso un impegno straordinario per assicurarlo nuovamente alla giustizia", ha dichiarato in una nota diffusa il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

 

Fabio Perrone è definbito un 'duro' vicino alla Sacra Corona Unita. Secondo quanto ipotizzato fin dal primo momento dagli investigatori - quel giorno avrebbe agito senza premeditazione: infatti sebbene la visita specialistica fosse da tempo fissata, nella casa circondariale di 'Borgo San Nicola', dove era detenuto Perrone, era stato comunicato solo la sera prima che la mattina seguente sarebbe stato condotto in ospedale. L'uomo, quindi, avrebbe agito al momento, approfittando di alcune circostanze e qualcuno lo ha poi aiutato nel periodo di latitanza. Perrone, vicino alla organizzazione di tipo mafioso Sacra Corona Unita, nel marzo del 2014 aveva freddato un uomo nel bagno di un bar e per questo stava scontando l'ergastolo.
 
"Fine della corsa", gli hanno annunciato gli agenti. "Per il momento", è sembrato aver letto negli occhi di Perrone a chi gli stava accanto!
 
(gelormini@affaritaliani.it)
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