Rutigliano (Ba), 'Festa del Grano Buono' Slow Food punta il dito contro il glifosato - Affaritaliani.it

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Rutigliano (Ba), 'Festa del Grano Buono'
Slow Food punta il dito contro il glifosato

A Rutigliano (Ba) la 29esima edizione della Festa del Grano Buono, mentre Slow Food Italia chiede di fermare la commercializzazione del glifosato.

L’Associazione Culturale Portanuova, con il sostegno del Comune di Rutigliano, sotto la direzione artistica di Core Live Show e la collaborazione con Aps Sensazioni del Sud di Conversano e il GAL Sud Est Barese, presenta la 29esima edizione della “Festa del Grano Buono di Rutigliano”, in programma il 5 e 6 luglio 2025 dalle ore 20 nel borgo antico della cittadina in provincia di Bari.


 

Degustazioni di grano e prodotti tipici pugliesi, musica, artigianato e artisti di strada caratterizzeranno un appuntamento ormai storico, nato nel 1996 per valorizzare e far conoscere il Grano Buono di Rutigliano, un’antica varietà cerealicola locale, rinomata per il suo elevato contenuto proteico, le straordinarie qualità nutrizionali e le sue caratteristiche organolettiche uniche, ideali per la produzione di pane, pasta e prodotti da forno della migliore tradizione pugliese.

A fare da cornice ci saranno gli spettacoli sul palco centrale. Fra gli appuntamenti in programma, il 5 luglio alle ore 20:30, il dj set con Fernando Panarelli, a seguire, alle 21:30, si esibiranno i Sciamaballà Trio a Sud-Est, mentre il 6 luglio, alle ore 20:30, introdurrà la serata la musica dell’Ultima Fermata a Broadway Trio, seguito, alle ore 22, da Gianni Ciardo con “Sopra alla nonna”.


 

La festa nasce come progetto di recupero e promozione di questo prodotto tipico, la cui coltivazione è legata a pratiche agricole sostenibili e rispettose della biodiversità e delle tradizioni contadine del passato. Un lavoro di tutela portato avanti negli anni grazie alla collaborazione con il GAL Sud Est Barese, l’Università Aldo Moro di Bari, il Politecnico di Bari, il CREA, il CNR-IBBR, il Comune di Rutigliano e il sostegno della Regione Puglia.

Un impegno culminato nel 2020 con l’inserimento del Grano Buono di Rutigliano nel Registro Regionale delle Risorse Genetiche Autoctone di Interesse Agrario e Forestale e Zootecnico e, successivamente, nell’Anagrafe Nazionale della Biodiversità di Interesse Agricolo e Alimentare. Sempre nello stesso anno, il Ministero dello Sviluppo Economico ha riconosciuto ufficialmente il Marchio di Tutela “Grano Buono di Rutigliano”.


 

Anche quest’anno, la festa sarà l’occasione per riscoprire antichi saperi, tradizioni e sapori autentici attraverso un ricco programma di iniziative: rappresentazioni teatrali popolari ispirate alla vita contadina e agli antichi mestieri, mercatini artigianali e stand di prodotti tipici, con degustazioni di pietanze a base di grano buono, laboratori didattici per bambini, dedicati al ciclo del grano e alle pratiche agricole tradizionali, musica popolare e spettacoli itineranti nelle vie del centro storico, visite guidate nel borgo antico di Rutigliano e presso le coltivazioni di grano locale.

“Festa del Grano Buono di Rutigliano” è un evento che non vuole essere soltanto celebrazione, ma anche occasione per preservare e trasmettere il patrimonio culturale e agricolo del territorio alle nuove generazioni, rafforzando il senso di comunità e il legame profondo con la terra. Info e programma completo sono disponibili sulle pagine Facebook: AssociazionePortanuova Rutigliano e SensAzioni del Sud.

E proprio in questi giorni, Slow Food Italia chiede di fermare immediatamente la commercializzazione e la produzione di glifosato, attraverso una nota diffusa e un intesificarsi delle azioni di sensibilizzazione.

"Rieccoci con una storia che va avanti da tantissimi, troppi, anni: protagonista è il glifosato, l’erbicida dichiarato 'potenzialmente cancerogeno' nel 2015 dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, e che invece per la Commissione Ue non presenta rischi significativi per la salute, al punto da averne autorizzato, dopo un iter travagliato, l’uso per altri dieci anni. Un diserbante usato non solo per sconfiggere l’erba ma anche, in alcune zone del mondo, per essiccare il grano e poterlo cogliere più precocemente; una sostanza che impoverisce i suoli e inquina le falde acquifere. Un veleno che ritroviamo nel cibo, nell’aria e nell’acqua".


 

"Dopo oltre dieci anni di lavoro, il Centro di Ricerca sul Cancro dell’Istituto Ramazzini di Bologna ha pubblicato uno studio che dimostra, senza se e senza ma, che il glifosato è cancerogeno. Pubblicato su Environmental Health (qui il lavoro completo), è stato curato da Simona Panzacchi ed Eva Tibaldi con Philip J. Landrigan, Fiorella Belpoggi e Daniele Mandrioli".

"Di fronte alle evidenze scientifiche chiediamo al Governo italiano e alla Commissione Europea di prendere atto e agire senza indugio per vietare subito l’uso del glifosato - ha dichiarato Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia - in ballo c’è la sacralità della salute e della vita umana, dinanzi alla quale gli interessi e i condizionamenti delle potenti lobby dell’agrobusiness devono essere sommessi. Ci aspettiamo un immediato arresto, dunque, alla commercializzazione e anche alla produzione di glifosato per esportazione".

Il glifosato è l’erbicida più usato al mondo. Brevettato negli anni Settanta dalla multinazionale Monsanto, è un diserbante sistemico: in poche ore passa dalle foglie a tutta la pianta e poi al suolo. E nel suolo può rimanere anche per anni.


 

Per fugare ogni dubbio sulla sua pericolosità, è sufficiente leggere la sintesi delle conclusioni dello studio: “Il glifosato e gli erbicidi a base di glifosato, a livelli di esposizione corrispondenti alla cosiddetta ‘dose giornaliera ammissibile’ e a quella che viene definita ‘dose senza effetto avverso osservabile’ in UE, hanno causato aumenti dose-dipendenti nell’incidenza di numerosi tumori benigni e maligni nei topi di entrambi i sessi” e “Sono stati osservati insorgenza precoce e mortalità per diversi tumori”.

"Allora cosa aspettiamo - ha concluso Barbara Nappini – a dire stop al glifosato? Oppure i governi vogliono essere complici di ulteriori danni alla salute di tutti gli esseri viventi? Slow Food Italia ringrazia per il lavoro fatto e per i sacrifici sostenuti dalla dottoressa Fiorella Belpoggi e dal suo staff".

(gelormini@gmail.com)