SAM3, segni di “Città effimera” Il tratto "nobile" della rivoluzione - Affaritaliani.it

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SAM3, segni di “Città effimera”
Il tratto "nobile" della rivoluzione

Antonio V. Gelormini

Un ovale e due cerchi: più o meno a punta, più o meno aggraziato, comunque e sempre:  trasgressivo e provocatorio. E’ il motivo dominante col quale SAM3 si è trovato ad avere a che fare, sulle pietre, sugli intonaci e sui muri di Bari Vecchia, durante il suo periodo di residenza nel Borgo Antico, concordato con la galleria Doppelgaenger che lo ha ospitato.

SAM3 BV6
 

Pochi scampoli di giornata alla ricerca delle espressioni più popolari, manifestate in giro dai residenti con la spontaneità quotidiana e diffusa dell’inconsapevole, distratto o meccanico “gesto artistico”.

Ne è venuta fuori un’esperienza ulteriore, che accresce il patrimonio di sensazioni del maestro della “Street Art”, da tutti conosciuto - ormai - come il “muralista” di ombre e silhouette.

Una sorta di grido collettivo silenzioso, che rivendica tutta la forza, la vitalità e una buona dose di virilità quale essenza intima, e non sempre pudicamente esibita, del ceppo più autoctono della città. La cui funzione e conformazione “fisica” risulta evidente finanche nella rappresentazione grafica della pianta stessa dell’agglomerato urbano.

Cosa che l’eccentrico autore spagnolo, a Bari per la quarta volta nel gioco di sponda diventato quasi uno sciabordio con la Galleria di Antonella Spano e Michele Spinelli, ha voluto naturalmente mettere in primo piano, con la scelta dell’immagine-mostra e nel riconoscere, con umiltà, la natura fugace del proprio incontro con una realtà - in verità – alquanto complessa: come quella di ogni quartiere popolare.

Fugace proprio come la rapidità del tratto che segna, irride e dissacra, assumendo nell’irriverenza della provocazione il carattere “nobile” della rivoluzione.

Sam3   Citt  effimera   Mappa ridotta
 

Ho buoni motivi per credere di far cosa gradita all’autore, schivo, sfuggente e brillante - come una sarda del Mediterraneo - nell’affermare che alla fine è stata allestita “Una mostra coi cazzi!”, che dal bidimensionale del disegno elementare, attraverso le declinazioni plurali di una comunità ricca di stimoli , colori e tonalità espressive, riesce a prendere corpo e a dar forma alle naturali evoluzioni, pur rimanendo “immateriale” nell’impercettibilità del suo immaginario.

SAM3 BV1
 

Il mix di naif, blasfemo e devozionale - tra edicole venerate, rigagnoli di lisciva, profumi di gigli, rose e gerani - con gli odori tentatori dei ragù, delle salse e dei polpi alla brace - nell’inebriante caleidoscopio di riflessi calcarei meridiani - compie il miracolo: e le ombre e silhouette di SAM3 cominciano e prendere colore.

Il colore familiare, velato da un pallore, del blu cobalto di un cielo terso e sconfinato nella sua bellezza: quello irresistibile di ogni fine mattinata pugliese.

(gelormini@affaritaliani.it)