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San Raffeale - Ceglie, Amati: 'Situazione clinica grave'

San Raffaele - Ceglie Messapica, Amati: “Internalizzare è obiettivo di salute, sicurezza e legalità”.
Il presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione, Fabiano Amati, torna sulla questione San Raffaele di Ceglie Messapica (Br).
“Nella gestione del Centro neuromotulesi di Ceglie Messapica, di titolarità pubblica e gestito in sperimentazione dalla fondazione San Raffaele, stanno emergendo ventiquattro anni di cattive sorprese. A prescindere dalla legge regionale e dall’atteggiamento politicamente equivoco dei dirigenti ministeriali nell’esaminarla, forse perché impegnati (speriamo di no) a cospargere pietre d’inciampo sul programma regionale d’internalizzazione e magari per assecondare i desideri del parlamentare Antonio Angelucci, molto vicino alla Fondazione, mi pare di poter dire che la situazione del San Raffaele è gravissima sotto i profili clinici, gestionali e organizzativi.
"Sono infatti venuti alla luce decine e decine di atti, in un arco temporale di 24 anni, idonei a dimostrare carenze nel rispetto delle prescrizioni sul setting assistenziale, incoerenze sull’assegnazione dei tetti riferiti ai codici autorizzati e relativi pagamenti, insufficienze strutturali in base ai regolamenti di accreditamento".
"Siamo insomma di fronte a una struttura pubblica, di rango ospedaliero, trattata però come una qualsiasi RSA con convenzione, attraverso l’uso illegale di uno strumento legislativo, la sperimentazione gestionale, assegnato con forme non rispettose dell’ordinamento giuridico. Ne deriva che riportare anche l’autonomia gestionale sotto la responsabilità dei sanitari dell’ospedale Perrino di Brindisi, avvalendosi del personale attualmente in servizio, è quindi un obiettivo di salute, sicurezza e legalità".
"Ho già messo nella conoscenza della Procura della Repubblica di Brindisi tutti gli atti e i fatti da me conosciuti, così come è dovere di un amministratore pubblico, e, qualora il Governo nazionale dovesse impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale la legge regionale, informo che il Centro di Ceglie Messapica, anche ai sensi dei regolamenti vigenti (altro che legge regionale) non può continuare ad assicurare il servizio, per cui il transito della gestione agli organici sanitari del Perrino è il minimo sindacale. E si spera che questo obiettivo possa essere raggiunto con la collaborazione della Fondazione San Raffaele e senza costringermi a interpellare organismi di Polizia sanitaria (NAS).”
"E se non bastasse, al San Raffaele di Ceglie si consuma anche una vicenda scandalosa e io vendicherò Mattia e i tanti pazienti come lui, Gioia e i tanti dipendenti come lei. Con tutti i sistemi che l’ordinamento consente".
"Il Governo Giorgia Meloni vuole impugnare la legge d’internalizzazione per fare un favore al senatore leghista Antonio Angelucci, fondatore nonché riferimento della Fondazione San Raffaele. Ma si possono anteporre gli interessi economici e politici - si chiede Amati - non guardando a Mattia (lo sfortunato ragazzo della mia città che mi ha fatto scoprire il caso) e di tanti altri malati e di Gioia (l’infermiera sottoposta a grande stress lavorativo e oggi gravemente disabile dopo un terribile incidente)? Ma perché stiamo raggiungendo questo livello di crudeltà, di disumanità e insensibilità? Per qualche decina di milioni si può fare tutto questo?"
"Ci è stato comunicato dall’ufficio legislativo del ministro leghista Calderoli il preannuncio d’impugnativa della legge regionale per internalizzare il servizio di riabilitazione intensiva del San Raffaele di Ceglie Messapica. Una decisione fuori da ogni logica di fatto, di diritto e di contabilità pubblica, assunta da chi - il Governo - ci bacchetta continuamente per il mancato impegno sul potenziamento dei servizi e sugli sprechi, ma che in questo caso difende disservizi e sprechi. E perché in questo caso non valgono le solite bacchettate ministeriali? "
"La Regione e l’assessorato (onore ai dirigenti Montanaro, Nicastro, Caroli, Carbone, Memeo e ai loro funzionari) hanno risposto punto su punto (con abbondante documentazione e tutta a disposizione di chiunque volesse approfondire) alle obiezioni ripetitive e anche strumentali, ma i ministeri sembrano non voler capire, perché l’input politico è evidentemente quello d’impugnare per sabotare. Ma non ci riusciranno, perché sulla base di tutta la documentazione venuta fuori e di tutte le inadempienze accertate, il motivo dell’internalizzazione non insiste più sulla legge regionale, ma sulla violazione sistematica di tutti i regolamenti vigenti, per cui chiunque non dovesse procedere a realizzare l’obiettivo d’internalizzazione si esporrebbe a dare ulteriore continuità all’eventuale reato di truffa aggravata (così come mi pare), oltre a tanti altri probabili reati in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e in particolare quelli sanitari".
"Ma per tutto ciò, per questi 24 anni di scandalosa accondiscendenza, mi sono già rivolto alla serietà umana e professionale del Procuratore della Repubblica di Brindisi e agli organismi di Polizia sanitaria (NAS), com’è mio dovere quando ho il sospetto che una qualsiasi condotta possa far ravvisare la necessità di deferire all’Autorità giudiziaria ogni verifica. Purtroppo, chi sta ostacolando l’iniziativa di sanità pubblica che riguarda il Centro di Ceglie Messapica è accecato e non vede tante cose".
"Non vede che la struttura è pubblica da sempre (dell’ospedale Perrino di Brindisi), non è dunque una qualsiasi struttura convenzionata, gestita con una sperimentazione gestionale illegale (perché mai frutto di evidenza pubblica) da ventiquattro anni. Non vede che il Centro eroga più prestazioni di quante ne sono state autorizzate per i singoli codici di prestazioni, anche per compensare (non pagandolo) il canone di locazione dovuto alla ASL, mettendo quindi in essere artifizi e raggiri per conseguire ingiusti profitti a danno degli enti pubblici interessati".
"Non vede che il Centro eroga prestazioni diverse da quelle per cui sono autorizzati (day hospital), che probabilmente non c’entrano nulla con la riabilitazione intensiva. Non vede che le condizioni strutturali sono oltre ogni livello di decenza e che ci sono video, fotografie e documentazione (in mio possesso) di pazienti in gravi difficoltà e condizioni di degenza ai limiti del sopportabile. Non vede che si usano materiali sanitari non appropriati, evidentemente per risparmiare".
"Non vede che il personale (onore a loro e alla loro capacità di non perdere il cuore e la speranza) vive una condizione di grandissima sofferenza, con atteggiamenti d’imposizione e carichi di lavoro non degni di una struttura ospedaliera. Non vede che tutti i direttori sanitari si sono dimessi, lo hanno fatto per non sentire i morsi della coscienza. Non vede che il personale assunto spesso non corrisponde alle regole del setting assistenziale, e così facendo si mette a rischio la salute delle persone. Non vede che non esiste in nessun Paese civile l’ipotesi di poter gestire una cosa pubblica per ventiquattro anni, senza alcuna selezione pubblica e senza alcuna norma che preveda una qualsiasi scadenza. Un abominio giuridico, insomma."
"Spero che il Governo non accolga questa decisione fintamente tecnica d’impugnare, desista dall’intento e ci aiuti a fare in Puglia un grande centro di riabilitazione e risvegli; e in questo senso faccio appello a Raffaele Fitto e Alfredo Mantovano, affinché non prestino la loro opera e la loro intelligenza a questa scelta sciagurata.
Sul tema anche la dichiarazione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Luigi Caroli, a margine della Commissione sanità.
“Con quale titolo, oggi, in questo momento, la Fondazione San Raffaele gestisce il Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica? La domanda non è provocatoria, non dovrebbe neppure essere posta quando si tratta di Pubblica Amministrazione, che come si sa contano gli atti e non le volontà politiche o peggio quelle non dette. Per questo avevo chiesto l’audizione dei vertici ASL BR e del Dipartimento alla Sanità per capire a che punto è il trasferimento-internalizzazione del servizio approvato, in fretta e furia, il 21 maggio scorso in Consiglio regionale ed entrata in vigore il 3 giugno. In virtù di questa legge regionale la Fondazione - che operava in regime di proroga da 15 anni, perché in assenza di una gara che questo centrosinistra non è mai stato in grado di espletare – deve uscire dal Centro e al suo posto deve entrare la ASL. Ma nel frattempo continua a gestire il centro, nonostante sia stato esplicitamente detto, oggi in Commissione, che la proroga è scaduta e che sono cessati i rapporti tra ASL e Fondazione".
"Quindi, ribadisco: oggi la gestione da parte della Fondazione non poggia su nessun atto amministrativo. E mi chiedo: chi risponde se accade qualcosa? Appare evidente che la ASL ad oggi non è in grado di subentrare immediatamente nel servizio e quindi probabilmente si andrà incontro a un’altra proroga.
"A tutto questo si aggiunga che nessuna garanzia occupazionale è stata data ai sindacati che rappresentano i 180 lavoratori del Centro. Certo vi è la volontà di sistemare tutti, ma è stato sottolineato che si tratta di un passaggio da un privato (senza concorso) al pubblico dove le assunzioni rispondono ad altri criteri, appunto pubblici. Siamo certi che l’internalizzazione varrà per tutti? Operatori sanitari e non? Senza contare le partite IVA, professionisti che gravitano intorno al Centro".
"Non solo, ma siamo certi che con le risorse previste la ASL sia in grado di gestire tutto il servizio sia sanitario sia amministrativo? Francamente sono molto preoccupato e temo che possano non essere garantiti i ricoveri fino alla fine dell’anno e che questa legge, alla fine, potrebbe solo essere uno spot, ma nel frattempo provoca danni e disagi agli ammalati”.
CENTRO RIABILITAZIONE CEGLIE MESSAPICA, CAROLI (FDI): IN PROCURA A BRINDISI VADO IO SE LA ASL LUNEDÌ NON INIZIA A GESTIRE LA STRUTTURA
“Apprendo dal collega consigliere Amati che ha “messo nella conoscenza della Procura della Repubblica di Brindisi tutti gli atti e i fatti da me conosciuti…”. Presumo anche i 15 anni di proroga alla Fondazione San Raffaele, senza gara, della gestione del Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica: 15 anni di governo del centrosinistra in Puglia, prima con il presidente Vendola e poi con Emiliano. Una precisazione doverosa perché in questi ultimi tempi è come se si facesse credere ai brindisini e ai pugliesi che ci sia un centrodestra favorevole alla gestione privata del Centro, mentre il centrosinistra vuole una sanità pubblica. Non è così: su questa vicenda hanno solo e sempre deciso tutto i governi che si sono succeduti, dove mi sembra che Amati sia stato anche assessore”, così il consigliere regionale Luigi Caroli, presidente provinciale a Brindisi di Fratelli d’Italia. “La vera domanda -aggiunge - è: come mai Amati solo nel 2024 ha voluto internalizzare la gestione? Perché non ha proposto prima la legge regionale e perché non è andato prima in Procura?”
“Quindi, nelle more che la Procura di Brindisi faccia chiarezza, annuncio fin d’ora che anch’io andrò in Procura martedì prossimo 23 luglio se lunedì la ASL di Brindisi non avrà fatto accomodare fuori dalla porta la Fondazione San Raffaele. Lunedì prossimo, 22 luglio, scadono i 50 giorni che la legge regionale ha concesso alla ASL per il trasferimento e gestione dei servizi sanitari e non dal privato al pubblico. Forse a qualcuno ieri, in audizione, è sfuggita quella che potrebbe essere una notizia di reato, se non un vero e proprio allarme: il contratto/proroga con il San Raffaele è scaduto e quindi la Fondazione sta gestendo la struttura senza titolo. Se succedesse qualcosa di chi sarebbe la responsabilità? Non scherziamo, Amati e questo centrosinistra hanno voluto la bicicletta… e ora pedalino. O, forse, siamo alla vigilia di una nuova proroga??? Se così fosse ci sarebbe davvero da ridere!”.
(gelormini@gmail.com)