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Nomine Asl Lecce, bufera sul direttore Rossi: la moglie gestirà gli appalti
Stefano Rossi

Asl Lecce nomine, la nota di Fdi: "Emiliano rispolveri ogni tanto anche la toga da Pm"

Sulla vicenda nomine nella Asl di Lecce, con una nota è stato diffuso il commento del Gruppo regionale di Fratelli d’Italia (il capogruppo Francesco Ventola e i consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Renato Perrini e Michele Picaro) alla nomina che il DG della Asl di Lecce ha fatto a sua moglie.

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“Mai citazione appare più azzeccata: la moglie di Cesare non deve essere solo onesta, ma deve sembrare onesta - si legge nella nota - il senso è evidente: l’opportunità in certi contesti è più importante della verità stessa. Per questo non entreremo nel merito della nomina che il marito Commissario generale della ASL di Lecce, Stefano Rossi, assegna a sua moglie, ‘unica’ dirigente della ASL di Lecce, Rosanna Indiveri non solo un incarico, ma proprio un ufficio ad hoc, Ufficio Gare territoriali all’interno dell’Unità di Coordinamento servizi amministrativi".

"Certo, il fatto di essere ‘unica’ dirigente della Asl a cui assegnare l’incarico fa porre tante domande, alcune anche ‘cattive’ -prosegue la nota - ma come dice un altro detto: a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca… Sembra quasi che si sia volutamente fatto fare carriera per ottenere questo risultato, ma non è questo il punto".

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"Il punto - spiegano i consiglieri di Fratelli d'Italia - è l’opportunità che un marito direttore faccia fare carriera alla moglie dirigente in un ente pubblico. Il presidente Emiliano rispolveri ogni tanto anche la toga da PM che ha solo ‘congelato’, visto che è in aspettativa, e si ponga la domanda, soprattutto, sul piano etico e deontologico: quanto è opportuno tutto questo".

"Chiaramente parliamo di un’opportunità politica - concludono da FdI - quella che come richiamava l’imperatore Cesare deve essere anche un elemento di ‘apparenza’ non solo di sostanza. A meno che nel Salento dove l’ ‘imperatore’ non si chiama Cesare, ma Claudio (al secolo Stefanazzi) l’opportunità ha un sapore diverso da quello politico, ma è un’opportunità personale e di amicizia”.

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