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Sanità Puglia, a rischio 2mila posti lavoro: Governo impugna legge regionale

Il caso della riorganizzazione della rete dei laboratori analisi pugliesi
Sanità Puglia, a rischio 2mila posti lavoro: il Governo impugna l'articolo della Regione
“A rischio 2mila posti di lavoro, le prenotazioni già effettuate, perdita degli investimenti in attrezzature e tecnologia acquistata in forma vincolata con fondi europei e regionali, a rischio il diritto alla salute dei cittadini e a rischio le strutture pubbliche già appesantite”: questo è il panorama della Sanità pugliese che potrebbe prospettarsi secondo i sindacati Confcommercio Sanità Puglia, S.Na.Bi.L.P. Puglia e Lanap a seguito della recente impugnazione da parte del Governo dell’art 23 della Regione Puglia che ha dettato criteri applicativi della DGR n. 736/17 (con cui è stata approvata la riorganizzazione delle reti di laboratorio).
“Quale interesse ha il dipartimento della Sanità a mettere in difficoltà quasi il 95% delle strutture private convenzionate ma, soprattutto, i pazienti? Questa politica, che ha caratteristiche di sistema, è condivisa da Emiliano o è il dipartimento che agisce in maniera disallineata e disfunzionale? A chi imputare la responsabilità di scelte così irresponsabili?” domandano i sindacati.
Scelte che coinvolgerebbero anche i cittadini/pazienti costretti a rivolgersi a strutture pubbliche già oberate di lavoro e in soccombenza di personale sanitario.
Sanità Puglia, a rischio 2mila posti lavoro. Cos’è accaduto?
A metà maggio del 2022, su decisione del presidente della commissione Sanità della regione Puglia, Mauro Vizzino, è stata istituita la sottocommissione tecnico-politica sulla riorganizzazione della rete dei laboratori analisi accreditati per dar voce alla categoria e rispondere ai loro quesiti: “Come interpretare la riorganizzazione della rete dei laboratori? Qual è il numero minino di analisi che possiamo eseguire? La soglia delle 200mila prestazioni annue per poter ottenere l’accreditamento è da intendersi come attività del singolo laboratorio o in rete?”
Dunque, la sottocommissione Sanità ha inviato i quesiti al ministero della Salute.