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TAP, Emiliano con 100 sindaci a Roma: 'Il Governo ci ascolti'

Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, a Roma al fianco di quasi 100 sindaci salentini, alla manifestazione sotto Palazzo Chigi, per chiedere un incontro urgente al Governo sul gasdotto Tap. In particolare le istituzioni pugliesi, compatte, sono contrarie all’approdo del gasdotto sulla meravigliosa spiaggia di San-Foca Melendugno e propongono una localizzazione alternativa, in una zona già infrastrutturata, poco più a nord.

“Qui ci sono una provincia intera e una regione intera che hanno la stessa posizione e chiedono solo di poter parlare col Governo", ha detto Emiliano in prima fila, "Quindi penso che almeno un incontro ce lo possano dare. Anche perché dubito che il Governo possa riuscire a realizzare un’opera contro il volere della popolazione, non è dato in natura e sarebbe uno spreco enorme di energia. Il gasdotto Tap se proprio si deve fare, si può localizzare in un’altra area, non su una delle spiagge più belle d’Italia”.

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“Sulla Tap - ha dichiarato ai microfoni il Governatore - non si può neanche discutere e parlare, un nostro concittadino, il dott. Giuseppe Serravezza, ha iniziato per questo lo sciopero della fame e della sete, arrivando a condizioni gravissime. Noi quindi, anche per salvaguardare la salute di quest’uomo, siamo qui perché desideriamo ottenere, per conto di tutti i sindaci della Provincia di Lecce, un incontro col Governo per discutere in maniera pacata della localizzazione del gasdotto Tap. Una richiesta che non è più solamente del Presidente della Regione, ma di tutti i sindaci della provincia di Lecce".

"Ci auguriamo che la nostra mitezza e la nostra moderazione - ha proseguito Emiliano -  siano di stimolo per la Presidenza del Consiglio dei ministri per ottenere questo incontro. Un incontro che peraltro consentirebbe a tutti di comprendere sino in fondo le ragioni di chi si oppone alla Tap".

"Veniamo spesso descritti come quelli della sindrome del No, della sindrome Nimby ma non è così. Perché i sindaci del Salento sono stati capaci, insieme alla Regione Puglia, di produrre una proposta di delocalizzazione dell’approdo più a nord, in un’area industriale, grazie al Consiglio comunale di Squinzano, in cambio della decarbonizzazione della vicina centrale Enel di Cerano. La nostra è una comunità pensante, che cerca delle mediazioni”.

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"Certo - ha sottolineato - tutti farebbero a meno di una acciaieria, di un gasdotto, di una centrale elettrica. Ma è evidente che quando una comunità fa una proposta alternativa, in massa, si sarà capito che non è una questione di principio solo del sottoscritto. Questa manifestazione è stata organizzata dai sindaci e mi hanno chiesto loro di essere qui".

"Spero che il Governo comprenda che sindaci e presidente della Regione (che peraltro hanno nel loro programma della Puglia lo spostamento dell’approdo del Tap) sono qui in adempimento del dovere, non per un principio di contraddizione. Siamo qui per dar voce alle nostre comunità e continuare nel nostro modello di sviluppo che, con riferimento all’area dove il gasdotto deve arrivare, sarebbe contraddetto in una maniera mortale.

"Questi sindaci stanno facendo sforzi enormi per attirare turisti, per cambiare l’immagine delle loro terre, per renderle più accoglienti e per attrarre l’attenzione internazionale. L’aeroporto di Brindisi, che è al servizio di questo grande movimento turistico, sta registrando numeri enormi, sarebbe davvero pazzesco che la presenza di questo impianto stroncasse questo lavoro fatto non da oggi, ma da anni”.

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“Ringrazio tutti voi per l’attenzione - ha detto Emiliano rivolgendosi ai giornalisti - e mi auguro che della Tap si possa discutere in Italia non solo in Puglia e non solo nel chiuso delle stanze. Perché come accade per le cose impresentabili, di questa vicenda si parla poco, male e normalmente manipolando l’informazione. Grazie a tutti voi che siete qui per la verità, per il dott. Serravezza, per il Salento e per la Puglia”.

In risposta alle domande della stampa sulla proposta di decarbonizzazione della centrale Enel di Cerano, Emiliano ha precisato: “Enel sa perfettamente che il carbone è un’epoca chiusa e finita. Il carbone diventerà, come ha detto il ministro Calenda, un residuato del passato. Proprio ieri il ministro ha accennato al piano di decarbonizzazione dell’Italia e devo dire che questa è stata una bella notizia. Ma la decarbonizzazione si può attuare facendo arrivare i gasdotti dove non alterino gli equilibri turistici e ambientali. La sostituzione del carbone con il gas è più facile oggi perché i prezzi dei due combustibili si stanno avvicinando moltissimo".

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"Questo - ha precisato il presidente - rende l’opzione non solo la più pulita allo stato, ma anche conveniente dal punto di vista economico”. Emiliano ha ricordato che la Puglia ospita la più grande centrale Enel a carbone di Europa e la più grande acciaieria a carbone di Europa (Ilva di Taranto): “Produciamo molta più energia di quella che consumiamo e continuano a tormentarci, questa cosa deve finire. Enel, che è un’azienda che sta sul mercato, avrà tutto l’interesse a puntare su un sistema che inquina meno”.

Emiliano si soffermato anche sul tema molto sentito dalle popolazioni dello spostamento degli ulivi: “La Tap non è affatto un’opera certa. Pende ancora un ricorso davanti alla Corte Costituzionale che potrebbe portare addirittura il Governo a revocare l’autorizzazione unica. Ma soprattutto noi siamo certi che la Commissione di Via (valutazione d’impatto ambientale) che non ha ancora dato il via libera alla cantierizzazione, troverà tali e tante problematiche dal punto di vista geologico e tecnico-progettuale nell’area di Melendugno da dovere scartare il sito. Ed è per questo che c’è rabbia tra i cittadini: spostare centinaia di ulivi senza avere la certezza che il cantiere sarà lì è una manifestazione di arroganza e sicumera che ha irritato fortemente la nostra sensibilità”.

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“Pende un ricorso - ha spiegato Emiliano  - perché il Governo non ha mai invocato la cosiddetta intesa forte, cioè non ha mai convocato la Regione Puglia. Era convinto, il Governo, che non fosse più necessaria l’intesa forte per la localizzazione dell’opera e quindi non ha convocato la Puglia. Adesso un’altra sentenza della Corte costituzionale ha detto invece che ci vuole l’intesa forte. Abbiamo quindi rivolto alla Corte costituzionale un ricorso per chiedere che la procedura sia retrocessa nella fase in cui alla Puglia venga chiesto il luogo dove deve arrivare il gasdotto. E quando ce lo chiederanno, indicheremo una località diversa da quella di San Foca”.

“Adesso bisogna avere una posizione unica - ha concluso il Presidente -  qui stiamo lavorando nell’interesse della regione intera, i sindaci sono di tutti i partiti. È un obbligo di ciascuno di noi non strumentalizzare politicamente questa battaglia, altrimenti la perdiamo”.

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Anche il Deputato di Fronte democratico (PD), Dario Ginefra (componente della X Commissione della Camera dei Deputati) al suo arrivo in Piazza Colonna dichiara: "In Piazza con i Sindaci 'No Tap a San Foca' non per bloccare un'opera considerata strategica, così come lo stesso Ministro Calenda ha ribadito nella giornata di ieri alla presentazione alla X Commissione della Camera della Strategia Energetica Nazionale, ma per accelerarne l'esecuzione con altro approdo".

Ginefra poi aggiunge: "Cedo che il Governo centrale e quello regionale pugliese, oggi rappresentato direttamente dalla presenza del Presidente Emiliano, siano in grado di trovare un rapido accordo che consenta a tutti di uscire vincitori da questo inutile e per certi versi puerile braccio di ferro che ha come unica conseguenza il rallentamento della realizzazione di un'opera da tutti noi considerata strategica, ma della cui realizzazioni sfuggono i vantaggi compensativi per la Regione sede dell'approdo naturale".

"La Puglia - conclude il deputato pugliese - è consapevole del suo ruolo di hub naturale del gas ed è interessata a svolgere una funzione collaborativa perché sono in campo una serie di possibili soluzioni che potrebbero contribuire, in una visione sistemica e strategica, alla decarbonizzazione della Centrale Enel Federico II e dell'Ilva di Taranto. Basterebbe sedersi attorno allo stesso tavolo e far valere il buon senso in luogo di inutili e dannose prove di forza".

(gelormini@affaritaliani.it)

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