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TAP, Emiliano replica ai consiglieri del M5S

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in replica ai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle sul futuro del TAP in Salento

tap grecia

“Trovo raccapriccianti le dichiarazioni del gruppo del M5S Puglia che sostiene che avrei potuto fermare il Tap e che non ho voluto farlo. Mi diffamano sapendo di mentire. Ho rotto rapporti umani e politici per via del Tap al punto da essere stato accusato da buona parte del mio partito, di essere dalla parte dei 5Stelle, di avere scatenato una offensiva giudiziaria contro il Tap e che avrei perduto le cause in ogni sede, compresa la Corte Costituzionale. Calenda mi ha accusato di avere fatto ostruzione persino per spostare gli ulivi del cantiere e che ero contro la civiltà e l’economia nazionale. Ed ora questi ragazzi in malafede ed ingrati, anzichè ringraziare la Regione Puglia che è riuscita sia per l’Ilva che per la Tap a prendere tempo sufficiente per consentire al loro governo di rimediare agli errori dei governi PD che ho fortemente contrastato, mi calunniano sostenendo che avrei fatto finta di oppormi ai 12 decreti Ilva (che nessuno ha ancora revocato) ed alla localizzazione a San Foca di Melendugno il gasdotto Tap.

M5S Puglia

Sono ragazzi che non sono dotati di capacità autocritica e si oppongono disperatamente e ciecamente al destino che li aspetta, e cioè di essere considerati dai pugliesi, nella migliore delle ipotesi, come dei creduloni che si sono bevuti le promesse di chiudere l’Ilva e di cancellare la Tap, formulate da tutti i leader del loro partito nei comizi pugliesi. Sappiano che da oggi ai loro comizi sarà sempre presente il popolo pugliese ambientalista e a difesa della salute di noi tutti per ricordargli che sono dei carichi di chiacchiere incapaci di dimettersi dai loro incarichi - come richiesto dai genitori dei bambini di Taranto e dai No-Tap - ottenuti con i voti ottenuti imbrogliando i pugliesi. Noi non li perdoneremo e rimarremo testimoni della loro vergogna fino a che ogni loro elettore non se ne sarà reso conto. Io non sono Renzi e non sono Calenda, io non sono un voltagabbana come loro. Sono stato eletto con un programma per spostare la Tap 30km a nord e per decarbonizzare l’Ilva e questo e solo questo intendo ottenere. La forza della nostra coerenza restituirà dignità al popolo pugliese”.

“La competenza sul gasdotto TAP - precisa Emiliano - è dello Stato, cui spetta in via esclusiva ogni decisione sulla sua realizzazione. Non è vero che la Regione Puglia non ha impugnato l’autorizzazione TAP. Nel 2015 la Regione ha tempestivamente impugnato, dinanzi al TAR Lazio, il Decreto MISE di autorizzazione alla costruzione ed esercizio del Gasdotto TAP ed ha proposto appello avverso la sentenza negativa di primo grado.

TAP au8

Il contenzioso è stato definito dal Consiglio di Stato con sentenza n.1392-2017. La Regione ha successivamente proposto numerose altre impugnazioni, tuttora pendenti innanzi al Giudice amministrativo, schierandosi al fianco delle amministrazioni locali.

Tali impugnazioni fra l’altro riguardano proprio le questioni ambientali e le criticità connesse sia al SIC che agli habitat e specie protette, con particolare riguardo alle praterie di posidonia. A questo proposito si precisa che la eventuale procedura per la individuazione di un’area Sic, proposta successivamente alla approvazione del progetto, non lo avrebbe potuto fermare proprio perché successo. E anche gli accertamenti subacquei sulla poseidonia a Melendugno sono stati da me richiesti, eseguiti da Arpa Puglia e trasmessi al Ministro per l’Ambiente”.

“La Regione - conclude Emiliano - ha quindi dimostrato con i fatti di perseguire costantemente in qualsiasi sede, anche giudiziaria, l’obiettivo di ottenere lo spostamento del punto di approdo. Ma soprattutto insiste che ancora oggi questo spostamento è possibile laddove la volontà politica del Governo e della Regione coincidessero”.*     

Emiliano USA

NOTA TECNICA 

In riferimento ai ricorsi proposti dalla Regione Puglia avverso i provvedimenti ministeriali:

in primo luogo non risponde al vero la circostanza riferita al fatto che la Regione non si sia rivolta alla giustizia amministrativa: ed infatti nell’ambito delle procedure amministrative inerenti al Gasdotto TAP la Regione ha proposto due distinti ricorsi avverso gli atti dei due Ministeri coinvolti (Ambiente e Sviluppo Economico) rilasciati in favore della società:

1. il primo relativo ad un provvedimento del Ministero dell’Ambiente che aveva ritenuto superata la prescrizione A.13) relativa alla assoggettabilità del terminale di ricezione del gasdotto (PRT) della normativa “Seveso” di cui al d.lgs. n. 334/1999 ed oggetto della prescrizione A.13 del DM 223/2014

2. l’altro finalizzato all’annullamento del Decreto emesso dal Mise n. 11179 del 21/05/2016 di autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio del gasdotto di interconnessione Albania-Italia.

Entrambi i citati ricorsi proposti sono stati respinti dal Tar Lazio con la sentenza n. 2108 del 2016 che la Regione ha anche appellato ed il Consiglio di Stato, che, definitivamente pronunciandosi sull’appello, lo ha rigettato con altra sentenza n. 1392 del 27 marzo 2017. I temi affrontati erano sostanzialmente 2, ovvero:

• la applicabilità al terminale di ricezione del gasdotto (PRT) della normativa “Seveso” di cui al d.lgs. n. 334/1999 ed oggetto della prescrizione A.13 del DM 223/2014

• la procedura utilizzata dal Governo al fine di superare il dissenso espresso dalla Regione Puglia in ambito di autorizzazione unica prevista dagli artt. 52 bis e ss. del D.P.R. 327/2001

In riferimento al tema dei monitoraggi:

Lezzi Tap

nell’ambito della procedura ministeriale prevista dal Decreto del Ministero Ambiente circa la realizzazione del micro tunnel [prescrizione A.5) del decreto VIA] la Regione ha espresso puntuale parere con determinazione dirigenziale n. 98 del 13 luglio 2017 chiedendo che per la realizzazione il microtunnel fosse espletata la procedura di valutazione d’impatto ambientale, basando tale valutazione particolarmente sugli esiti del piano di indagine predisposto da Arpa Puglia finalizzato alla valutazione dello stato ambientale delle fanerogame marine (in particolare posidonia e cimodocee) nei pressi dell’exit point (e zone limitrofe) del gasdotto TAP. 

La Regione ha impiegato infatti Arpa Puglia in seno a tale sub-procedimento di Verifica di Assoggettabilità a VIA (quasi “postumo”, atteso che l’opera era stata già autorizzata), per offrire evidenze ulteriori rispetto alla rappresentazione fornita dal proponente Consorzio TAP, dimostrando quanto le scelte progettuali relative alla soluzione di approdo avessero evidenziato, sin dal principio, numerose incoerenze ed incongruenze circa il reale stato dei luoghi che presentava appunto presenza di posidoneti e cimodocee come appunto riscontrato durante le attività di monitoraggio espletate dalla Agenzia regionale ambientale nell'ambito delle proprie funzioni di istituto.

E dunque, in occasione degli approfondimenti istruttori posti in essere per il procedimento di verifica di ottemperanza della prescrizione n. A.5) del D.M. n. 223/2014, nell’ambito del quale la Regione Puglia è stata chiamata ad esprimersi in via endoprocedimentale nella procedura statale, questa amministrazione si è fatta latrice di azioni volte alla esplorazione specifica dell’area prescelta, tramite appositi sopralluoghi in situ, al precipuo fine di avere evidenza dello stato di consistenza ecologica del fondale in prossimità dell’area di approdo. Come si evince agevolmente dalla figura sottostante, i transetti di monitoraggio proposti da Tap risultano localizzati nell’intorno dell’ exit-point, considerato dal proponente quale luogo dirimente per gli esiti stessi della verifica di assoggettabilità a VIA del microtunnel: questa scelta, tuttavia, a parità di direttrice di landfall, può incidere sulla sola verifica di idoneità del punto di uscita e, quindi, della lunghezza del microtunnel e non consente una visione di ugual dettaglio nell’area pericostiera ugualmente incisa dalle opere funzionali all’approdo stesso.

Tali indagini, culminate in un rapporto finale condotto e trasmesso da Arpa il 20 giugno 2017, hanno disvelato la presenza di significative porzioni di erbari di Posidonia oceanica e di Cymodocea Nodosa nell’area di indagine tali da suggerire che per realizzare l’opera del microtunnel, fosse necessaria la successiva procedura di VIA.

Cionondimeno il Ministero dell’Ambiente, che è l’autorità competente, ha invece decretato che tale procedura (ritenuta necessaria dalla Regione) fosse ultronea ed ha pertanto emanato il suo Decreto n. 116 del 9 marzo 2018 che ha dato il via libera alla esecuzione dei lavori nell’area. Anche tale atto è oggetto di ricorso straordinario presentato dalla Regione ed i cui esiti saranno resi noti nei tempi di giustizia.

melendugno TAP mappa

In riferimento alla proposta di istituzione del SIC marino: 

Circa l’identificazione di SIC marini nell’Adriatico, è noto che L'Italia, dall'inizio del 2016, è in procedura di pre-infrazione da parte della Commissione europea in relazione alla istituzione dei Sic in ambito marino (Eu Pilot8348/2016/Ce). Infatti, come noto da diversi anni, la rete di siti Sic (rete Natura2000) in acque marine è largamente insufficiente e avrebbe dovuto essere completata già da diverso tempo".

Su richiesta del MATTM, solo nel 2017 Ispra ha condotto un'analisi sulla base dei dati scientifici disponibili su scala nazionale, per identificare delle macroaree di attenzione per la presenza significativa di specie vulnerabili quali tartarughe marine e tursiopi. Tali macroaree possono essere prese in considerazione dalle Regioni per la formulazione delle proprie proposte; tuttavia è chiaro che tale delimitazione poco o nulla avrebbe potuto incidere ex post su un procedimento di Autorizzazione Unica di competenza statale già concluso nel 2015, ben due anni prima dell’attività messa in campo dall’ISPRA, e di fatto già perfezionatosi a meno delle verifiche di ottemperanza che, di fatto, hanno disvelato e stanno disvelando nel tempo tutta la loro inefficacia, in termini di retroazione.

In riferimento al tema delle alternative di approdo a terra del gasdotto:

TAP gasdotto

E’ fatto altresì noto che la Regione si sia fatta latrice di posizioni volte alla individuazione di alternative di approdo (sposando le prerogative e le richieste promananti dalle amministrazioni comunali coinvolte) 

Con riferimento alle attività dell’attuale amministrazione, durante gli incontri svoltisi tra fine 2015 ed inizio 2016 Tap, nell’ambito di un tavolo tecnico concertativo indetto dall’amministrazione regionale volto alla esplorazione di alternative di approdo differenti da quella prescelta per giungere ad una puntuale identificazione di un nuovo sito - a valle di analisi più compiute ed approfondite - ha mostrato un atteggiamento poco concludente e subdolo sul punto, a discapito degli iniziali intendimenti collaborativi. 

E’ di tutta evidenza che, al di là del peso che, nella valutazione delle alternative, assume un’area vincolata come Rete Natura 2000 rispetto ad una area priva di tali connotazioni ambientali, v’è comunque da rimarcare che il fondale dell’area offshore di progetto avrebbe dovuto preliminarmente essere oggetto di verifica approfondita, in modo da scongiurare ogni possibile esistenza, nel sito prescelto, di aree di comuni caratteristiche o di comune consistenza con quelle direttamente tutelate, oltre che la possibile presenza di corridoi ecologici tra SIC vicini e prospicienti. Tap, invece, argomentava sulla scorta di valutazioni preliminari ed approssimative, confluite finanche nel progetto definitivo sottoposto dapprima a Valutazione d’Impatto Ambientale e poi ad Autorizzazione Unica, che consentivano di escludere in toto la presenza di Posidonia nell’area di approdo prescelta . 

In itinere, la Regione Puglia ribadiva le proprie, ormai note, argomentazioni con nota prot. n. 17587 del 29/12/2015, sciogliendo ogni possibile riserva circa possibili siti di approdo equivalenti a quello scelto ed approvato in Autorizzazione Unica, favorendo altresì un’indicazione puntuale a discapito di ogni possibile precedente ambiguità o fraintendimento, ottimale sotto il profilo logistico e della minimizzazione degli impatti sull’ecosistema marino.

Tale indicazione, pur indirizzata alle autorità competenti, è rimasta del tutto non corrisposta.

Conte Emiliano 2

Conclusioni

I fatti narrati dimostrano come la Regione abbia fatto tutto quanto era nelle proprie possibilità (sia intermini di azioni amministrative sia giurisdizionali) e che anche la proposta di istituire nella zona indicata un SIC marino sarebbe stata tardiva a fronte della già rilasciata autorizzazione unica concessa dal Ministero dello Sviluppo Economico alla società TAP.

Sarebbe invece, oggi, utile conoscere le obbligazioni contratte dal Ministero dello Sviluppo Economico a seguito del rilascio dell’Autorizzazione Unica, sia per comprendere se vi siano margini per una ridefinizione della soluzione progettuale di approdo, e sia, soprattutto, per comprendere quali siano i benefici possibili e allo stesso tempo dovuti, per il territorio, in termini di compensazioni ambientali, ovvero agevolazioni tariffarie per le imprese che decidessero di avvalersi dell’aumentata disponibilità di gas per avviare percorsi di decarbonizzazione e similari in favore degli ecosistemi.

TAP zona tap

Tali agevolazioni, unitamente alle necessarie misure di ristoro ambientale, dovrebbero necessariamente conseguire all’occupazione sine die di suolo destinato ad ospitare le infrastrutture TAP, al pari di quanto posto in essere in altre regioni come la Toscana, ove si è realizzata la sottomissione di specifici atti in favore del territorio e comprensivi di misure dedicate ed utili sistemi di regole.

Rispetto a queste istanze regionali, già ripetutamente avanzate medio tempore e qui ribadite, il Governo non ha fornito sin qui alcun riscontro, lasciando all’oscuro i pugliesi in ordine alle attese condizioni di miglioramento socio-economico e di tutela ambientale e territoriale offerte quali misure mitigative e compensative, rispetto allo stress infrastrutturale atteso.

(gelormini@affaritaliani.it)

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Pubblicato sul tema: TAP, fuoco concentrico sulla frenata del M5S e del ministro Lezzi

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