Taranto, Melucci si dimette
La solitudine del sindaco
Rinaldo Melucci non ce l’ha fatta ad essere eletto Presidente della Provincia di Taranto, Non lo vota buona parte della sua stessa maggioranza e lui si dimmette
Rinaldo Melucci non ce l’ha fatta ad essere eletto Presidente della Provincia di Taranto, le urne riservate ai consiglieri e sindaci del contesto ionico hanno sancito la vittoria di Giuseppe Gugliotti, sindaco di Castellaneta, con un’evidente segnale di “sfiducia” proveniente proprio dal Partito Democratico. Melucci ne trae le logiche conseguenze e presenta le sue dimissioni.
Il sindaco di Taranto, dopo l’abbandono del suo principale sponsor elettorale, Michele Emiliano, in occasione delle controversa vicenda legale sull’Ilva, che vedeva attori in causa il Comune e la Regione contro il Governo - rompendo il fronte pugliese - era rimasto in mezzo al guado, ritrovandosi solo, all’indomani delle elezioni politiche del 4 marzo scorso, che registravano la sconfitta del governo Renzi e la decadenza del ministro Calenda.
A non votarlo sono stati anche alcuni esponenti della sua stessa maggioranza comunale a Taranto, per cui il primo cittadino ha capito che le condizioni per prolungare un’esperienza amministrativa “forzata” non sono affatto favorevoli e ha deciso il passo formale dell’annuncio delle sue dimissioni, dichiarando: “Taranto ha diritto a un governo coeso e a un Consiglio comunale operoso”.
“Il risultato del voto per la Presidenza della Provincia è inequivocabile da un punto di vista politico”, ha sottolineato Rinaldo Melucci in una nota diffusa, “Prendo atto che nonostante abbia chiesto e ricevuto dalla maggioranza il sostegno per la mia candidatura, questo sostegno è venuto meno con numeri inaspettati e considerevoli”.
“Non posso che ascoltare questo messaggio - conclude - e rassegnare le dimissioni da Sindaco nelle mani del Segretario Generale, secondo le modalità previste dalla legge”.
Da questo passaggio formale, ora, decorrono i 20 giorni concessi dalla legge per il cosiddetto "ripensamento". Periodo a disposizione della politica e dei suoi protagonisti locali, per provare a ricucire lo strappo.
Non c’è pace per Taranto, che adesso rischia di ricadere nel turbillon delle gestioni commissariali prefettizie, in attesa di eventuali nuove elezioni nella prossima primavera.
(gelormini@affaritaliani.it)
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