Vittorio Sgarbi e 'la cena impossibile' a Polignano
La lettera di Vittorio Sgarbi sulla cena contestata a Polignano a Mare durante "Il libro possibile"
Si direbbe un moderno adattamento della celebre novella del Decamerone, che vede al centro della vicenda il cuoco veneziano Chichibio, quella andata in scena nell'omonima e rinomata Osteria/Ristorante di Polignano a Mare con Vittorio Sgarbi e suoi ospiti, dopo la presentazione del libro scritto con Michele Ainis "La Costituzione e la Bellezza", durante "Il libro possibile".

Dobbiamo presumere che la mannaia dei controlli, da parte degli organi preposti alla concessione dei contributi regionali, abbia assunto i caratteri rigidi dell'inclemenza - verso i rendiconti per i costi degli ospiti della manifestazione - rendendo più complicata la consuetudine di gruppi di fan, amici e conoscenti accodati all'ospite famoso, anche nei successivi momenti conviviali: di solito a cena nel dopo palcoscenico.
Premesso che nutriamo qualche perplessità nell'avallare l'impressione di Vittorio Sgarbi sulla chiusura dei ristoranti nel centro di Polignano a Mare, dopo la mezzanotte, in particolare durante il festival letterario d'inizio luglio, si propone la nota scritta da Sgarbi, chiamato in causa nella querelle tra il titolare del ristorante, Giacomo Bianchi, e una signora tra gli ospiti, che indispettita per la "mancanza di elesticità", avrebbe dato sfogo al risentimento su Tripavisor. (ag)

La lettera di Vittorio Sgarbi dopo la denuncia di un ristratore per la cena non pagata da parte di presunti "infiltrati" tra gli ospiti del critico d'arte durante 'Il libro possibile':
In ordine alle considerazioni emerse nell'incredibile dibattito su una cena a Polignano per i due autori de La Costituzione e la Bellezza, Michele Ainis e Vittorio Sgarbi, ci tengo a precisare che io mangio poco e non sono avvezzo a pretendere ma semplicemente a chiedere, anche quando visito musei e chiese fuori orario, incontrando l'attenzione, la gentilezza e la disponibilità di coloro che condividono con me l'idea che non solo discoteche e ristoranti, ma anche pinacoteche, mostre e luoghi monumentali possano essere frequentati in ore serali. Da sempre, inoltre, ho rilevato che, come i portieri di notte degli alberghi, i custodi non devono essere né assonnati né svegliati, ma vigili e attenti, nelle loro funzioni, e anche felici di ricevere un loro 'collega' di superiore grado.

Per quello che riguarda i ristoranti, e in particolare a Polignano a Mare, non ho scelto, ma sono stato forzatamente indirizzato al ristorante Chichibio, avendo per altro manifestato stupore che non vi fossero ristoranti o pizzerie aperti nel centro della città, in attesa degli scrittori invitati e del numeroso pubblico. Nel caso specifico, avendo anche rinunciato al soggiorno a Polignano, e alla relativa ospitalità del festival 'Il libro possibile', ho per tempo comunicato che avrei desiderato pranzare dopo la presentazione del libro, prevista alle 23, come l'organizzazione ha deciso .Io ho semplicemente accettato di essere condotto nel solo ristorante aperto. Non da me cercato. La cena, nel caso specifico, doveva prevedere con me e una persona, anche l'altro autore del libro con la moglie. Occorre aggiungere i due autisti.
Pensando di fare cosa non sgradita al proprietario del locale, ho inoltre chiesto di raggiungerci a Riccardo Scamarcio. A questo nucleo, originariamente riconducibile ai prevedibili invitati dal festival, si è aggiunto il fotografo Enrico Tedeschi, che non ha mangiato, tre amiche pugliesi e due conoscenti che pure non hanno mangiato. Nessuna pretesa, nessuna stravaganza e nessuna prepotenza. Una normale cena dopo festival, come dopo teatro. Con grande stupore ho letto la reazione del proprietario del ristorante. Egli risponde, attraverso Internet, a una presunta 'scroccona', che ha semplicemente descritto l'accoglienza non particolarmente calorosa, benché (cosa essenziale) si debba riconoscere che i cibi fossero di buona qualità.

Ma dal momento che io non ho neanche per un attimo pensato di dovermi occupare del conto, ritenendo che fosse compito del festival, occorre rilevare come nessuno abbia sollevato l'argomento, indicando il numero chiuso degli ospiti. Per cui, nell'assoluta chiarezza della situazione, appare singolare che qualcuno (e fortunatamente non il ristoratore, scelto dal festival) mi attribuisca la volontà di non pagare. Se il proprietario, che mi ha manifestato l'antica consuetudine e un'assoluta cordialità, avesse posto a me, o a qualcuno dell'organizzazione del festival, la questione, si sarebbe ovviamente comunicato ai commensali intervenuti che avrebbero dovuto pagare la loro quota.
A conti fatti, si tratta di sette 'coperti' coperti e di tre 'scoperti'. Che non mi sembra meritino indebite insinuazioni su un ospite che, da molti anni, viene a Polignano gratuitamente. E, tanto meno, su Internet, patetiche lezioni di buona educazione, a nome degli 'studiosi d'arte', da parte di tale Holdegard, smentito dallo stesso ristoratore. Resta, che dopo i pettegolezzi e i commenti sgradevoli e infondati, per non sentirmi rinfacciare una cena prenotata dagli organizzatori del festival, che soli ne devono rispondere, eviterò per il futuro di partecipare al 'Libro possibile'.