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Xylella, passa la legge Blasi: “Difesi gli agricoltori, non il Pd”

Bari – Passa in Consiglio regionale la proposta di legge firmata da Sergio Blasi per la tutela dei terreni colpiti da Xylella. Ventiquattro i voti necessari per accordare il disco verde dell’Assemblea all’emendamento del consigliere salentino, presentato in sostituzione dell’unico articolo del provvedimento, già bocciato in Commissione: “Vogliamo introdurre un criterio di cautela, senza alcuna lesione del diritto”, ha argomentato Michele Emiliano, serrando le fila dei suoi ed archiviando le fibrillazioni che avevano indotto l’ex segretario Pd a riflettere circa la propria “compatibilità con la maggioranza”.

Consiglio reg Puglia
 

Alla base della pdl, la volontà di garantire la continuità dell’uso agricolo delle aree interessate dall’infezione del batterio e la mediazione approdata in aula riduce da quindici a sette gli anni successivi alle misura di contrasto – espianto, abbattimento o spostamento di ulivi - , entro i quali sarà vietato cambiare la tipizzazione urbanistica degli stessi terreni. Contestualmente, non potranno essere rilasciati permessi di costruzione che non siano compatibili con la precedente destinazione agricola. Unica eccezione è la realizzazione di opere pubbliche necessarie alla tutela dall’incolumità pubblica e dell’ambiente, per la quali sia stata svolta con esito positivo la VIA – valutazione di impatto ambientale - e a patto che ricorrano tre requisiti, resi congiunti da un subemendamento dei pentastellati: l’opera abbia un livello di progettazione esecutiva e sia immediatamente cantierabile; che si sia adempiuto a tutte le prescrizioni conseguenti alla VIA con relativa verifica di ottemperanza asseverata da tutti gli enti competenti e che l’iniziativa in questione sia coerente con ulteriori opere “tecnicamente connesse”. “Abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo della grave emergenza che rappresenta la diffusione del Co.di.ro. in Puglia, stabilendo che laddove oggi c’è un uliveto anche domani dovrà esserci un uliveto. Laddove oggi c’è agricoltura e cura del paesaggio agrario, domani non vedremo cemento”, tira un respiro di sollievo Blasi, cosciente delle incrinature interne alla stessa maggioranza e per nulla sopite: il collega Pendinelli, infatti, non partecipa al voto e il dem Abaterusso non nasconde la propria contrarietà nei confronti di quello che aveva già derubricato come “un imbroglio pieno di demagogia”.

Emiliano Blasi
 

Una lacerazione nella quale prova ad infilarsi l'opposizione, compatta nel voto contrario. Il capogruppo FI, Andrea Caroppo, parla di “Soviet pugliese” e di “provvedimento liberticida, propriamente e tecnicamente comunista”; l'andriese Nino Marmo impallina la “posizione pretestuosa, ingiustificata e probabilmente anticostituzionale” della maggioranza, convinto della lesione inevitabile dell'autonomia pianificatrice dei Comuni e che il parere tecnico previsto non sia neppure sufficiente per mettere ai voti la legge. A testa bassa anche i fittiani di Ignazio Zullo, che accusano frontalmente Emiliano di utilizzare l'approvazione della norma per regolare i conti interni al Pd: “Fa bene il  presidente nel suo tweet a scrivere  “oggi è una bella giornata”, ma per chi? Non certo per i cittadini, ma per lui che è riuscito a mantenere in equilibrio una coalizione sempre più instabile”, affondano il colpo in una nota congiunta.

“Come al solito si soffermano su una polemica politicistica, senza entrare nel merito della questione", tira dritto Blasi. “Subito dopo la prima bocciatura della legge in Consiglio, comunque il presidente Emiliano aveva riconosciuto che lo spirito con il quale avevo presentato il provvedimento era assolutamente lodevole”, rimarca. E, all'esordio di Marco Lacarra con i gradi di segretario dem, c'è un nodo in meno da sciogliere.

(a.bucci1@libero.it)

 

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