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Roma
Aborto, Zingaretti contro Lorenzin. Scontro di poteri sul bando al San Camillo

Il Ministero della sanità conosceva il testo del decreto regionale sul concorso per medici non obiettori dal giugno 2015 e cosi l’Ordine dei medici, ma nessuno ha mai sollevato obiezioni.

 

 

La Regione con comunicato ripercorre le tappe della vicenda e conclude “Tutta la procedura inizia con il decreto 227 del 6 giugno 2015 del Commissario ad acta che non ha avuto rilievi da parte dei ministeri affiancanti, Salute e Me”.
La polemica di questi giorni scoppiata a concorso concluso, mercoledì i due medici vincitori hanno firmato il contratto e prenderanno servizio dal 1 marzo appare dunque viziata da un filo d’ipocrisia.

A dare fuoco alle micce è stato giovedì il comunicato dell’Ordine dei medici di Roma nel quale il Presidente Giuseppe Lavra attacca la Regione chiedendo addirittura la revoca del decreto.

“Prevedere un concorso soltanto per non obiettori di coscienza ha il significato di discriminazione di chi esercita un diritto sancito dalla bioetica e dalla deontologia medica” dice Lavra e prosegue: “Il fatto che si ricorra invece a una tale forzatura gestionale e amministrativa, conculcando un diritto inalienabile, allarma chi ha il dovere di tutelare la professione medica nei suoi aspetti fondamentali della bioetica e della deontologia che sono ad esclusiva garanzia della comunità sociale. Pertanto, come Ordine chiedo al presidente della Regione Lazio di revocare l’atto iniquo e, al contempo, al Comitato Centrale della nostra Federazione nazionale, la FNOMCEO, di pronunciarsi ufficialmente su questa vicenda”.

Il Presidente Nicola Zingaretti aveva tentato di smorzare la polemica precisando i termini della vicenda: “ll bando non esclude gli obiettori. Semplicemente esplicita chiaramente la funzione che si deve svolgere quando si e' assunti. E' una delle possibilità previste dalla legge quella di predisporre bandi nei quali i contratti sono finalizzati a un obiettivo: in questo caso e' l'interruzione di gravidanza".


Ma non è bastato a calmare le acque e dopo poche ore è arrivata la nota che mette nel novero dei non obiettori al decreto della Regione Lazio il Ministro della sanità Beatrice Lorenzin e l’Ordine dei Medici. ”Le procedure avviate per completare l’organico dei servizi dedicati alle prestazioni assistenziali relative all’applicazione della legge 194 presso il S. Camillo, non contengono alcuna forma di iniquità poiché non vi è nel testo del decreto alcun accenno o riferimento, tra i requisiti previsti, all’obiezione di coscienza, ma una specifica indicazione delle funzioni da svolgere per le prestazioni assistenziali legate all’erogazione del servizio”.
“Meraviglia pertanto – prosegue la nota- che l’Ordine dei Medici di Roma non conosca i contenuti di atti ufficiali che risalgono al giugno 2015. Per altro nell’ambito delle procedure previste è stata espletata anche la mobilità con relativa graduatoria di merito pubblicata nel febbraio del 2016. Tutta la procedura inizia con il decreto 227 del 6 giugno 2015 del Commissario ad acta che non ha avuto rilievi da parte dei ministeri affiancanti, Salute e Mef”.

Insomma tutti sapevano nessuno ha obiettato nulla. L’applicazione della 194 ha vinto.

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