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Roma
Acea e Raggi M5S: amore tossico con l'incubo della quotazione in Borsa

Virginia Raggi e l'Acea; l'odio del Movimento per l'arroganza della società pubblico-privata che gestisce in particolare il bene pubblico dell'acqua, diventa amore se a parlare all'assemblea degli azionisti è il sindaco di Roma, in rappresentanza dell'assemblea degli eletti, cioè dei romani che poi sono i veri proprietari del pacchetto di maggioranza della multiutility.


Ma è un amore tossico perché alle lusinghe di Acea sotto forma di cedola per gli azionisti, si contrappone la pressione della base che rivendica il “potere del popolo” sull'acqua e medita vendetta contro i distacchi a raffica causati dalla morosità incolpevole per acqua e luce. Un bel pasticcio, dal quale il sindaco Raggi ne esce con un capolavoro di cerchiobottismo che preannuncia il cambio della guardia per il duo Tomassetti-Irace a vantaggio di Donnarumma-Lanzalone, toccando la missione etica della società ma con grande attenzione nella misura delle parole per evitare che qualche giornale della famiglia Caltagirone possa gridare al calo del titolo in Borsa.

Così Raggi annuncia un acquedotto e una rete elettrica per la Capitale, segnato dall'inizio di una “rivoluzione positiva, Acea punterà sulla tutela e sul rispetto dell'ambiente, sulla tutela e sul rispetto dei diritti, sui servizi ai cittadini, l'innovazione, la tecnologia. Sono dei driver potenti per rilanciare l'azienda, noi ci crediamo molto, inizia una nuova era".

Praticamente aria fritta sparsa nella sede dell'ex fornace dell'Ostiense, dove privi del grasso naturale di ogni frittura, le parole del sindaco neanche si incollano alle pareti ma che si fermano sui taccuini dei giornalisti e sui microfoni delle telecamere dalle quali non esce mai una domanda diretta e chiara.
Virginia Raggi entra col sorriso ed esce col sorriso e qualche appunto e una dichiarazione di intenti che segue la linea del vuoto pneumatico del suo discorso al popolo degli azionisti: “Vorrei rassicurarvi su un fatto - ha concluso rispondendo ai piccoli azionisti - trasmetterò molti suggerimenti che oggi ho ascoltato qui al nuovo Cda".
L'unico atto degno di essere definito rivoluzionario è lo scontro poco epocale tra il vecchio modo di intendere la cosa pubblica e il nuovo che resiste. L'intervento del sindaco di Roma è stato interrotto dalle presidente dell'assemblea perché lo staff di cineamatori social del sindaco stava trasmettendo in diretta l'intervento, senza “la preventiva autorizzazione”. Un siparietto aperto dalla presidente uscente dell'azienda che ha fatto presente che "le registrazioni devono essere dichiarate prima alla presidenza". E ancora: "Vi pregherei da regolamento di dichiarare che state registrando e di ottenere la necessaria autorizzazione della presidenza, vi pregherei di astenervi a meno che non chiedete autorizzazione e la otteniate". Lo staff della Raggi ha poi precisato che l'autorizzazione era stata richiesta. Come se l'azionista di maggioranza dovesse chiedere a se stesso di poter riprendere l'intervento del suo rappresentante.
Per chi fosse interessato alle parole di Virgina Raggi sparse nell'etere dell'assemblea Acea, ecco una sintesi estratta dalle agenzie di stampa.

Virginia Raggi e l'acqua
"Sottolineo che si tratta di una risorsa pubblica sempre piu' preziosa, ed in quanto tale va salvaguardata. Non a caso nello statuto di Roma Capitale stiamo riconoscendo il diritto all'acqua. I cittadini devono tornare ad essere il punto di riferimento di Acea: attraverso Roma Capitale sono membri a pieno titolo del Consiglio di Amministrazione e vanno ascoltati. Mi riferisco alla volontà' popolare espressa nel referendum del 2011 e alla tutela delle fasce più deboli, con il quale è stato stabilito che l'acqua resti un bene pubblico. Dobbiamo garantire questo diritto sempre, come obiettivo strategico prioritario. L'innovazione non può prescindere dalla limitazione degli sprechi, dalla valorizzazione del recupero delle acque e dal loro riuso. La proprietà dell'infrastruttura non deve pregiudicare la pubblicità delle risorse idriche che era, e a maggior ragione per effetto del referendum, deve essere accessibile a tutti e non può sottostare esclusivamente a logiche di mercato speculative".

Acea e il nuovo logo
"Da poco e' cambiato anche il logo aziendale. Si tratta di una operazione di marketing che completeremo attraverso la creazione di una "brand identity", partendo proprio dall'interno di Acea. Non si tratta soltanto di un restyling dell'immagine ma della nuova percezione che avrà Acea: un'azienda all'avanguardia, più verde, dinamica e vicina agli interessi complessi dei suoi utenti, i cittadini. Ma per farlo dobbiamo essere noi i primi a esserne convinti. E noi lo siamo. In quest'ottica assume rilevanza il senso di appartenenza aziendale. La percezione del cambiamento deve partire all'interno dell'azienda ed il coinvolgimento di tutti - ha aggiunto - dai dipendenti agli azionisti, è essenziale. Questo sistema valoriale - rinnovato per quanto attiene l'attenzione all'innovazione, alla ricerca e all'ambiente - si riverserà nel tempo ed in modo del tutto automatico anche tra appaltatori, fornitori, consulenti. L'obiettivo finale è sviluppare Acea  in una logica di servizio per i cittadini e per le imprese. Acea è, per eccellenza, l'azienda dei romani. E si rivolge a cittadini e imprese. Per questo Roma Capitale, nel suo ruolo di azionista di maggioranza assoluta, intende valorizzarne il rapporto con il territorio nel giusto rispetto delle regole relative ad una società quotata in Borsa e in un rapporto virtuoso con gli altri azionisti”.

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