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Roma
Alemanno assolto. Gabriella esce dall'incubo abuso d'ufficio alle Entrate

Si è chiusa con un'assoluzione piena, dal reato di abuso d'ufficio, la vicenda processuale che ha avuto come involontaria protagonista Gabriella Alemanno, attuale direttore regionale della Campania dell'Agenzia delle entrate, e all'epoca dei fatti, vice direttore dell'ente fiscale.

Secondo l'iniziale capo d'accusa, nel 2013, l'alto dirigente del fisco e sorella dell'ex sindaco Gianni Alemanno, avrebbe interceduto presso l'ente della riscossione per garantire un pagamento dilazionato, altrimenti non spettante, ad una sua conoscente. La vicenda processuale durata più di 7 anni ha completamente sovvertito le tesi dell'accusa concludendosi con una sentenza di assoluzione piena per la Alemanno "poiché il fatto non sussiste".

I contenuti della sentenza sono stati resi noti dall'avvocato Salvatore Sciullo che ha curato la difesa della ex direttore generale dei Monopoli e del Territorio. La Alemanno, nella sua lunga e prestigiosa carriera, tutta interna all'Amministrazione finanziaria, è stata - si ricorda - ispettore del Secit; direttore dell'Agenzia dei Monopoli; direttore generale dell'Agenzia del territorio; vice direttore dell'Agenzia delle entrate; poi l'attuale incarico di direttore regionale della Campania della medesima amministrazione".

“Ricevi una richiesta d’aiuto da un’amica che vuole fare una legittima rateizzazione fiscale e non sa a chi rivolgersi. Giri questa richiesta al dirigente competente, che però è sotto intercettazioni telefonica per tutt’altri motivi”. Il racconto è di Gabriella Alemanno, che spiega come sono cominciati nel 2013 i suoi guai. Nel frattempo i suoi “ligi” superiori aprono un procedimento disciplinare che interrompe la brillante carriera della dottoressa Alemanno, già direttore dell’Agenzia del Territorio, che si trova relegata per svariati anni in un “incarico di studio” (che nel gergo della pubblica amministrazione equivale ad essere messa in soffitta) a stipendio ridotto.

Poi il lieto fine: il Tribunale di Roma l’assolve completamente “perché il fatto non sussiste”". "Ma forse la dottoressa in questione ha avuto - spiega l'avvocato - la colpa di chiamarsi Alemanno ed essere la sorella dell’ex-sindaco della Capitale Gianni Alemanno, anche lui alquanto tartassato dalla giustizia penale”.

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