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Roma
Altaroma 2019, sfilano Gattinoni e Lettieri: è pulp fiction in passerella

di Tiziana Galli

Palpita Altaroma 2019 con le passerelle di Gattinoni e Nino Lettieri. E se la moda è emozione e sogno in queste due occasioni Altaroma lo ha mostrato: incanto, passione, attenzione, valore e soprattutto “saper fare” hanno fatto scuola come ai vecchi tempi.

Si è chiusa l’edizione invernale della manifestazione romana dedicata alla moda, presentando impennate verticali nel bene e nel male. Grandi ascese e tunnel sotterranei sono convissuti in quattro giorni che hanno descritto pienamente le opzioni di questo Bel Paese dove miseria e nobiltà si integrano con disinvoltura. E’ acclarato, la nuova mission di Altaroma è il lancio dei talents e l’azienda lo fa mantenendo un brand che riporta agli antichi fasti di una città che faceva scuola e il cui tenore del confronto era ad altissimi livelli.

Il non detto è che gli antichi fasti sono solo un ricordo e che contrizione e tristezza emergono dalle passerelle dei giovani. Collezioni vuote e senza slanci raccontano lo stato avvilente di una città nella quale non crede più nessuno. Altaroma deve continuare a esistere perché è l’ultimo orpello di una città in avaria e perché è l’unica opportunità di chi nel territorio investe ancora nel pianeta moda, ma qualcosa va cambiato. L’impegno dello staff, sempre presente e a disposizione, è evidente, ma il risultato tradisce una falla. Dove si è rotto l’ingranaggio? Nell’edizione del paradosso si sono avvicendate passerelle raffinatissime e fortemente ispirate a defilè deliranti portatrici di un occulto germe dell’omologazione. Se Altaroma vuole veramente essere “l’autostrada per i giovani” il tiro va alzato.

Ed è stata un inno alla personalità la passerella di Gattinoni che ha portato sulla pedana del Macro Asilo di Via Emilia una donna altera e raffinata portatrice di personalità e stile. Materiali leggerissimi e impalpabili, costruivano abiti nei colori del giallo, del grigio, del ceruleo, del fucsia e dell’arancio. Chicca della Collezione: la collaborazione del direttore creativo della Maison, Guillermo Mariotto, con la sorella Gina Mariotto, affermata pittrice internazionale.

Di grande portabilità e indiscussa qualità sartoriale è stata la collezione di Nino Lettieri: coloratissimi abiti in taffetà e mikado, decorati con fiocchi, riempivano gli occhi. Emozionante l’uscita della sposa vestita di piume e paillettes. Conferma qualità e stile il progetto Show Case che, al PratiBus District, ha visto avvicendarsi decine di designer promettenti che all’insegna dell’artigianalità hanno presentato le loro collezioni. In evoluzione lo stile di Italo Marseglia che ha introdotto tanto colore nel suo repertorio con degli abiti costruiti con ritagli di pizzo termosaldati.

Di grande effetto i costumi di Monica Campri lavorati, intarsiati e decorati a mano con la stessa attenzione degli abiti couture. Da tenere d’occhio Caterina Moro, designer romana in ascesa, che presenta abiti plissettati in ecopelle per una collezione giovane e fresca.

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