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Roma
Ama: aghi di pino come plutonio. Dipendenti in vacanza all'isola ecologica

di Fabio Carosi

Rifiuti Roma, la cronaca di un ordinario sabato in un'isola ecologia è degna solo dell'Ama. Nessuna azienda al mondo riuscirebbe a collocare un turista per caso a capo di un'impianto in cui si accolgono i cittadini con il loro carico di rifiuti, differenziati in potature, metalli, batterie e oli esausti e poi chiedere loro di aprire i sacchi e separare le foglie e l'erba dagli aghi di pino.

Succede invece all'isola ecologica del Torrino, presa d'assalto da mesi dopo la chiusura dell'impianto di via Laurentina, i cui lavori sembrano quelli della Metro C. E' il primo dei due giorni del week end post ferie. Chi ha un giardinetto, un fazzoletto d'erba o un terrazzo degno del nome, torna dalle vacanze e decide di restituire un po' di estetica al verde di casa. Non avendo un'auto di proprietà, il cronista chiede in prestito un'auto e la trasforma in un furgone. Direzione: via Riccardo Boschiero, una via fantasma che è una traversa della via Cristoforo Colombo, occupata dall'Ama e trasformata in un meraviglioso centro di raccolta di rifiuti.

La fila arriva sulla Colombo e l'attesa media supera quella della Roma-Lido dopo le 20. E questo perché nel pertugio che dovrebbe accogliere la gestione civile dei rifiuti, si entra uno alla volta, si scarica e si esce a retromarcia. Due ragazzi in divisa Ama si danno da fare per indicare dove e come gettare i sacchi, recuperare la plastica e uscire nel più breve tempo possibile. Poi c'è un terzo uomo, un tipo sulla cinquantina. Occhiali a specchio t-shirt trendy, jeans e scarpe da ginnastica. Abbronzatissimo e atletico, sembra un bagnino fuori servizio, oppure un turista con la passione per i rifiuti. Non ha nulla che possa far capire che è un “capo”, cioè un capetto dell'isola delle vacanze dell'Ama: nessun fratino, nessuna targhetta identificativa, dà solo ordini e basta.

Il cronista non sa che in auto trasporta foglie secche, rami secchi di gerani, erba tagliata di fresco e plutonio: i terribili aghi di pino, migliaia di piccolissimi aghi di pino che per l'Ama non possono essere conferiti nell'isola delle vacanze. Infatti in bella vista davanti al megacassone che ingoia le potature c'è un cartello con su scritto “Potature” e poi in basso, sempre con la manualità del pennello, ”no aghi di pino”. Si fa presente che l'isola dell'ecologia di Ama è nascosta sotto decine di pini marittimi monumentali della via Colombo e che a terra l'asfalto è un tappeto dei terribili aghi al plutonio. Ce ne sono ovunque, come del resto in tutta Roma.

Dopo 40 minuti di civile attesa, il cronista perde la pazienza e ad alta voce esclama: ”Chi è quel cretino che ha scritto sul cassone “no aghi di pino”? E io che faccio? Apro i mie sacchi con le potature e come se fosse il campionato del mondi di shangai, separo uno ad uno gli aghi plutonici dalle foglie e dai fili d'erba?

Nasce così una singolare tenzone (leggasi lite furibonda ma sempre nei limiti della civiltà) col capetto-turista-bagnino che intima di non versare nel cassone i resti di un giardinetto da 10 metri quadri con gli aghi e consiglia di mettere i sacchi davanti casa nei contenitori dell'indifferenziato. Il cronista, tace, ascolta, poi prende i sacchi con le potature, li appoggia in terra e dice al capetto-turista: “Io ve li ho portati, mo' fateci quelli che volete”. Anche perché il megacassone nel quale sarebbero dovuti finire, l'Ama lo ha collocato con la bocca aperta che si raggiunge solo salendo su una scala e sollevando il carico senza plutonio a oltre un metro e 80 centimetri di altezza. Ovviamente l'isola delle vacanze di Ama è fuori norma, è fuori legge, a partire dal tipo bizzarro che ha la presunzione di organizzarne i lavori. E' fuori legge il cassone, è fuori legge la coda dove c'è il divieto di sosta, è fuori legge il tipo che va al lavoro in tenuta da turista.

E' anche fuori legge la scritta “no aghi di pino”, come è stato confermato poi dall'azienda che si è anche affrettata a precisare che il cartello che vieta il plutonio radioattivo nelle potature è “stato rimosso prontamente”.

Considerazioni finali per il sindaco Virginia Raggi e l'Ama. Il tipo buffo dell'Ama ha preso la targa dell'auto di chi scrive minacciando una multa. Sarebbe bene che la multa le prendesse lui, magari con un trasferimento in un posto dove si carica e si scaricano i rifiuti, quanto basta perché capisca la differenza tra aghi di pino e foglie, perché non è solo un dipendente che offende l'azienda, i colleghi e i datori di lavoro. E' un incompetente che scrive “no aghi di pino” e come tale va trattato. E non speditelo in Sardegna come si faceva un tempo con i militari perché è un habitué dell'isola. Sabato scorso era ancora sconvolto dal fuso orario Olbia-Roma. E ora il turista per caso può finalmente denunciare chi scrive.

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