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Roma
Amianto, inchiesta scuola di Firenze. Si va avanti, negata l'archiviazione

Inchiesta riaperta e nuove indagini sulla presenza di amianto nella scuola Leonardo da Vinci di Firenze: rigettata la richiesta di archiviazione presentata dal pm Massimo Bonfiglio. E per l'Osservatorio Nazionale Amianto è una prima importante vittoria.
Il gip Alessandro Moneti ha infatti ritenuto necessario proseguire le indagini, accogliendo l'istanza e l'atto di opposizione presentata dall'Ona e da diversi cittadini coinvolti. Dopo aver visionato la documentazione fornita dai legali dell'Osservatorio Nazionale Amianto nel corso dell'udienza del 29 giugno presso il Palazzo di Giustizia di Novoli, il gip ha stabilito che il caso non è affatto chiuso.
L'ipotesi di reato è violazione della normativa sui controlli previsti dalle legge 257/1002.
“E' necessario svolgere ulteriori indagini per verificare la reale presenza di amianto nelle strutture dell'istituto Leonardo Da Vinci e non limitatamente all'immobile che ospita le lezioni del biennio; quali misure siano state adottate ai sensi dell'art. 4 D.M. 6.09.1994 emanato ai sensi dell'art. 6 L. n. 257/92, accertandone la correttezza e l'esaustività oltre che la completa applicabilità all'ambiente specifico; chi abbia svolto le operazioni di demolizione e bonifica negli edifici scolastici, verificando le modalità delle stesse e l'idoneità delle imprese incaricate; quali siano stati i controlli effettuati dalla Asl., si legge nell'ordinanza firmata il 4 agosto.
La scuola, costruita in amianto, era finita su tutte le cronache dei giornali, dopo che si era diffusa la notizia che il preside aveva fatto affiggere un cartello con delle prescrizioni ben precise: “Vietato correre, vietato appendere quadri, sbattere la porta, urtare le pareti”, poiché sotto l’intonaco c’è l’amianto.
L'inchiesta era scaturita dalla denuncia di un professore deceduto per neoplasia, dopo aver lavorato per anni tra i banchi dell'Istituto ITI. Ma lo scorso 1 marzo, il pm aveva chiesto l'archiviazione.
Ma la signora Antonella Franchi, responsabile del Comitato dei genitori degli alunni esposti ad amianto dell'Ona e il professore Luciano Macrì, docente dell'Istituto ITI e tra i responsabili della sede Ona di Firenze, si erano opposti alla richiesta dal pm di archiviare il caso, poiché nel corso delle indagini non erano stati identificati i garanti della sicurezza e perché non c'era stata la necessaria verifica epidemiologica del numero dei casi di neoplasie e delle altre patologie che l'amianto è in grado di provocare.
Ora la decisione del gip offre la possibilità di fare luce su uno dei casi più eclatanti e paradossali che coinvolge una delle oltre 2.400 scuole italiane ancora oggi contaminate dall'amianto.
"L'Osservatorio Nazionale Amianto reitera la richiesta alle Autorità, prima di tutto al Sindaco Nardella, responsabile della tutela della salute pubblica, di bonficare integralmente il sito ITI Leonardo da Vinci di Firenze, salvi i profili di responsabilità che verranno eventualmente accertati dalla Magistratura”, dichiara il presidente dell'Ona, l'avvocato Ezio Bonanni.
“Ci dispiace doverlo dire ma c'è stata poca attenzione, prima di tutto da parte del precedente Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che durante il periodo del suo mandato  ha sottovalutato il rischio amianto in ITI, e così per il resto d'Italia quando ha assunto la carica di Presidente del Consiglio (febbraio del 2014), pur essendosi impegnato ad avviare la ristrutturazione di tutti gli edifici scolastici, che hanno anche altri problemi, già dall'estate del 2014. Ciò avrebbe risolto il problema amianto nelle scuole, tuttavia si è trattato solo di promesse di stampo elettorale”, prosegue l'avvocato Bonanni.
La pubblicazione del V° Rapporto RENAM ha permesso di avere conferma che tra il solo personale docente e non docente sono stati registrati negli ultimi anni, e fino al 2011, 63 casi di mesotelioma, e molti altri sono stati segnalati all'associazione per gli anni a seguire.

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