Amianto killer nel palazzo dell'Inail. Il gup ordina di proseguire le indagini
L'edificio ospite gli uffici che si occupano della consulenza tecnica per l'accertamento dei rischi professionali
Inchiesta riaperta e nuove indagini sulla presenza di amianto nel palazzo dell'Inail di Roma di via Stefano Gradi, zona Laurentina: rigettata la richiesta di archiviazione formulata dal pm Maria Letizia Golferi.
Il Giudice per le Indagini Preliminari ha accolto l'atto di opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dall'Osservatorio Nazionale Amianto. Ora il pm avrà altri sessanta giorni di tempo per svolgere indagini suppletive.
La vicenda ha dell'incredibile se si pensa che il palazzone di via Gradi è sede degli uffici che si occupano della consulenza tecnica per l'accertamento dei rischi professionali.
Il 24 marzo dello scorso anno, Claudio Vernale, medico del lavoro, ricercatore presso la stessa Inail e membro dell'Ugl Intesa Funzione Pubblica, dopo essere venuto a conoscenza della presenza di amianto all'interno dello stabile, ha presentato un esposto alla procura della repubblica di Roma, esprimendo preoccupazione per la sua salute e quella dei numerosi lavoratori. Seguito legalmente dall'avvocato Ezio Bonanni, il signor Vernale ha poi chiesto l'accesso agli atti e dalla documentazione ottenuta è emerso che “nel complesso vi era presenza di amianto”.
Secondo l'ente però, il monitoraggio dell'aria effettuato regolarmente testimonia che la “sola” presenza di amianto non causerebbe alcuna esposizione o pericolo, poiché il dato complesso sulle fibro aerodisperse sarebbe uguale a zero.
In seguito alle sue indagini il pm Maria Letizia Golferi ha chiesto l'archiviazione sostenendo che “gli elementi acquisiti dispongono per l'infondatezza della notizia e comunque appaiono inidonei a sostenere l'accusa in giudizio”.
Ma ora il gup Costantino De Robbio dispone nuove indagini accogliendo l'istanza dell'Ona.
“Rilevato che la gravità del pericolo alla salute dovuto all'esposizione all'amianto anche in quantità minime è tale da imporre l'espletamento di indagini il più possibile accurate per escludere ogni rilevanza penale dei fatti rappresentati nella denuncia e nell'atto di opposizione”, si legge nel provvedimento del giudice.
“Il Dott. Costantino De Robbio, Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma, conferma il fatto che la Procura ha chiesto frettolosamente l'archiviazione senza che ci fossero indagini complete circa il rischio amianto dimostrato con la documentazione esibita in atti, commenta l'avvocato Ezio Bonanni. “Sia in qualità di legale della parte offesa che di presidente dell'ONA auspico che ci sia una maggiore completezza delle indagini preliminari da parte della Procura della Repubblica di Roma in relazione alle prossime istanze di giustizia rispetto a un rischio, come quello amianto, caratterizzato dalla particolare lesività delle fibre e dall'assenza di un limite al di sotto del quale il rischio si annulli, per cui anche poche fibre possono essere letali”.
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