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Roma
Roma, rivolta Club Montecitorio. Gasparri: “Pallotta ceda a Caltagirone"

di Massimiliano Martinelli

A.A.A. compratore per l'As Roma cercasi. Vicenda stadio e caso De Rossi, anche le istituzioni scendono in campo con un avviso di sfatto al proprietario americano James Pallotta: “Ora un imprenditore romano salvi il club”.

Da Paolo Cento a Loredana De Petris, passando per Davide Faraone e Maurizio Gasparri. Sono sono alcuni degli iscritti al Roma club di Palazzo Madama che si sono dati appuntamento per mercoledì 22 maggio, ore 17, presso la sala del Senato di Sant'Ivo alla Sapienza, per “dare voce alla delusione che attraversa i tifosi giallorossi”. È la rabbia dei tifosi “vip”, che scendono in campo in prima persona dopo l'addio, forzato dalla stessa società, del capitano Daniele De Rossi. Accomunati da una fede giallorossa covata tra le mura del Senato, pronta ad esplodere in protesta.

A guidare la fila degli scontenti il forzista Maurizio Gasparri, che però non si limita a dirsi molto arrabbiato, ma anzi lancia una contro-proposta: “È un evento che nasce da un sentimento spontaneo di indignazione – spiega Gasparri - Abbiamo detto 'facciamo una riunione', senza un obiettivo particolare, ma per esprimere quel pensiero e quell'affetto a De Rossi che persino i laziali hanno riconosciuto”.

Le idee sulla proprietà dell'As Roma, Gasparri le ha poi ben chiare da tempo: “Io mi auguro che Pallotta se ne vada, non considero irreversibile questo periodo di presidenza Usa. Questa può essere l'occasione per lanciare un appello a qualcuno interessato a rilevare la società – dichiara - Mi farebbe piacere che anche lo stadio Olimpico facesse capire che Pallotta è persona non gradita, ma tanto lui a Roma non viene mai”.

Esasperato, talmente tanto da rinunciare anche ad un eventuale impianto di proprietà: “Rinuncerei allo stadio di Tor di Valle perché tanto non si farà mai con un sindaco così – affonda ancora Gasparri – Smettessero di provarci ormai, rinunciassero proprio”. Largo ad un nuovo proprietario quindi, ma meglio romano o, magari, del Qatar? “Non cadiamo dalla padella alla brace, ci vorrebbe qui un grande imprenditore romano – conclude il senatore di Forza Italia - un nome grosso, magari qualcuno che ha tante imprese, un costruttore che possiede Il Messaggero... serve un portafoglio importante, noi da questo punto di vista non possiamo fare nulla, ma sono sicuro chi prenderà la Roma eventualmente ci guadagnerà in amore della città”.

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