Roma
Atac, una crisi annunciata: la prova del nove all'apertura delle scuole
Mancano i pezzi di ricambio e il parco mezzi è vecchio e malridotto
Funerale Atac, il conto alla rovescia è iniziato. Mentre il Movimento Cinque Stelle e il sindaco Raggi sono avviluppati nella scelta tra il concordato preventivo e la ricapitalizzazione della società di trasporto più sgangherata d’Italia, si avvicina il momento della verità: la riapertura delle scuole prevista per il secondo lunedì di settembre, quando in strada dovrebbe esserci tutta la flotta di bus, tram e metrò.
E senza pezzi di ricambio come freni, olio e gomme il rischio che si superi la soglia dei 15 milioni di chilometri di servizio persi è sempre più alto. E allora per il Campidoglio la scelta sarà più difficile: lasciare che il trasporto di Roma diventi un problema di ordine pubblico e quindi sperare che il prefetto Paola Basilone si tramuti motu proprio in un commissario straordinario, oppure continuare a riversare pezzi di servizio al privato, chiamato già ad agosto a supplire all’impossibilità da parte di Atac di far fronte alle navette sostitutive della Metro A, e superare la quota di 28 milioni di chilometri al mese, soglia fissata dalla gara oltre la quale non si può andare.
E’ come se si stesse preparando nell’ignavia del Campidoglio una specie di tempesta perfetta. Odiata e vituperata e soprattutto pagata in ritardo da tutte le Giunte, la società privata Roma Tpl è ormai l’unica ancora di salvezza per il Comune: se vuole evitare che le inefficienze di Atac alla riapertura delle scuole trasformino le strade in un caos, deve chiedere aiuto all’ex nemico pubblico numero 1, quello contro li quale si erano scagliati sindaco e Giunta per via del mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti dei diversi consorzi riuniti sotto l’ombrello Roma Tpl.
E che la tempesta perfetta sia ormai nell’aria lo si sa dalla metà del mese di maggio, quando nelle scuole romane è stato registrato un picco ingressi degli studenti in ritardo, tutti con identica motivazione: mancato passaggio dell’autobus. Per i tecnici dei trasporti significa corse perse, cioè bus mai partiti dai capolinea causa guasto.
Lo sanno i presidi, lo sanno gli studenti, Atac lo nega oppure come è ormai abitudine maschera con comunicati stampa surreali l’aggravarsi della situazione. L’operazione di mistificazione sistematica della realtà non è riuscita però di fronte al video dell’utente che ha ripreso un treno della Metro B in viaggio con le portine spalancate. Di fronte all’evidenza, il ministerino della cultura di Atac ha giustificato la vicenda affermando che si trattava di un treno della spagnola Caf, ancora in garanzia e annunciando “ulteriori provvedimenti, qualora si ritenessero necessari”. Come se fosse necessaria una moviola in campo per fermare la corsa del treno più pazzo del mondo. Chi viaggia non ha bisogno di sapere chi è il costruttore del treno, tantomeno quando ha fatto l’ultima manutenzione in officina, basta che funzioni in perfetta sicurezza. E quel treno non poteva e non doveva circolare.