Roma
Atac, voragine da 40 mln nel bilancio 2016. La soluzione è il fallimento

Lo “sfascio dei bus”: il Comune risparmia sul servizio non effettuato
Nel caos dell'Atac ci mancava solo l'assessore Linda Meleo che confonde le tabelle. L'autogol della delegata ai Trasporti della Giunta Raggi è ben visibile su facebook; insomma è socializzato insieme ai commenti che accompagnano la stampa del file excel con la quale la Meleo denuncia la costante diminuzione delle corse dei bus culminata con la crisi di luglio.
Peccato però che l'assessore, pur avendo una legenda chiara, confonda le “corse” con i “chilometri vettura” che se per un cittadino qualunque ha poco significato per una persona esperta di trasporti dovrebbe essere “materia dominata”. Sia chiaro: lo sfascio di Atac e le attese alle fermate cambiano poco che invece di guardare la somma dei chilometri che i bus e i tram percorrono ogni giorno, si contano il numero delle corse ma ai fini della contabilità che lega Atac al Comune di Roma attraverso il Contratto di servizio, il mondo cambia.

E l'assessore lo sa ma non rinuncia alla demagogia e così la “socializza” e scrive: "La tabella che pubblico qui sotto, con dati dell’Agenzia per la Mobilità di Roma, indica chiaramente cosa è accaduto negli ultimi mesi: il servizio di superficie è peggiorato progressivamente da gennaio, con un picco negativo a luglio, mese di insediamento della nuova Giunta, quando la percentuale di corse non effettuate ha sfiorato il 16%. Ciò dimostra la sostanziale assenza di azioni da parte della vecchia governance a favore del trasporto di superficie da gennaio a oggi”.
Ora quella tabella parla solo di percorrenze e non di corse perse, cioè di autobus che non passano alle fermate, secondo il criterio in uso ad Atac di sapere solo al mattino quali sono i mezzi disponibili per il servizio e costringendo gli autisti a rimanere con le braccia conserte, come è accaduto il 12 settembre: deposito di Acilia 9 autisti senza bus deposito di Tor Pagnotta 50 conducenti senza bus e deposito di Portonaccio dove i bus guasti erano 60 e le vetture in uscita al mattino erano 40 in meno del programmato. Per gli utenti quella tabella, seppur nella sua lettura tecnicamente fuorviante non vuol dire nulla rispetto ai tempi di attesa ma dietro nasconde un secondo dramma che si sta per abbattere su Atac.
Il crescendo drammatico del differenziale tra i chilometri percorsi e quelli programmati, genera in fatti un buco nel bilancio dell'Atac che nel previsionale inserisce il corrispettivo del Comune di Roma e poi di mese in mese lo ri-valorizza in base al servizio effettivamente reso al Comune. Secondo quella tabella, Atac dovrebbe togliere dal suo bilancio per i primi 7 mesi dell'anno una media di 2,5 milioni di euro ad esclusione di luglio, quando la “perdita” di Atac ha superato i 7 milioni di euro. E Questo considerando che il Comune paga ad Atac circa 5,2 euro per ciascun chilometro di percorso. Con questo trend disastroso, a fine anno il saldo che il Comune dovrà dare ad Atac sarà ridotto di circa 40 milioni di euro. Un dramma per le casse dell'ex municipalizzata.
Non solo. Il confronto tra il pubblico e il privato, quindi Atac e Roma Tpl segna una vittoria schiacciante sia in termini di costi che di qualità del servizio. Ecco i conti: il Comune di Roma versa ad Atac i fatidici 5,2 euro per chilometro ai quali vanno aggiunti anche i costi dei depositi e l'acquisto dei bus, mentre al privato lo stesso Comune in sede di gara aveva stabilito un corrispettivo di 3,30 euro al chilometro, poi rivalutato a 3,67 euro nel corso del tempo. Ovviamente il Comune non compra i bus e non è proprietario dei depositi.
Se poi prendiamo il mese di luglio scorso e li confrontiamo, Atac ha effettuato il 15 per cento di servizio in meno di quello programmato, mentre roma Tpl ha avuto un indice di regolarità del 99,8 per cento. Ce n'è abbastanza per prendere i libri contabili di Atac e portarli in Tribunale. Solo col fallimento Roma si salverà dalla macchina che mangia soldi e fa finta di trasportare i romani.