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Roma
Autismo, nasce la stanza sensoriale peri bambini. L'ambiente cambia colore

Una stanza che costruisce un percorso di interazione digitale dove i bimbi con disabilità, con particolare riferimento al disturbo dello spettro autistico, possono auto-comporre il proprio ambiente scegliendo colori, luci, intensità e frequenza, immagini e video, suoni, musiche e vibrazioni, aromi e stimolazioni tattili e gustative.

E' il progetto realizzato ed inaugurato a Roma dall'Istituto Leonarda Vaccari che, dal 1936, si occupa di riabilitazione, formazione, integrazione socio-lavorativa delle persone in situazione di handicap. 

La stanza – realizzata grazie al contributo di Roma Multiservizi, Fondazione Bnl e Fondazione Vaccari - è dotata di un video in cui immergersi, una pedana vibrante dove godere delle stimolazioni tattili della musica, cuscini con cui comporre il proprio angolo morbido, un arco basale dove poter scegliere le stimolazioni, raggi del sole da osservare e con cui giocare.

La struttura consentirà di effettuare una valutazione neuropsicologica contribuendo a delineare il profilo cognitivo del bambino e individuando i punti di forza e di debolezza, accertare eventuali disturbi cognitivi che si manifestano generalmente durante l’infanzia, e monitorare il livello di sviluppo delle abilità indagate dall’infanzia all’adolescenza. 

L’Istituto romano Leonarda Vaccari, presieduto da Saveria Dandini de Sylva, rappresenta un significativo punto di riferimento per la diagnosi e l’assistenza nella prima infanzia, con particolare attenzione ai bambini con DSA. Ad oggi, l'Istituto gestisce circa 300 persone che, nei diversi regimi assistenziali, usufruiscono dei servizi erogati quotidianamente o a giorni alterni, a seconda del singolo progetto riabilitativo e sociale. L’ambulatorio dell’Istituto accoglie soprattutto bambini che necessitano di interventi tempestivi per recuperare il danno legato ad un deficit, e da qualche tempo ha ottenuto dalla Asl il riconoscimento delle valutazioni diagnostiche effettuate da un’equipe multidisciplinare, con ciò aumentando le probabilità di successo della terapia riabilitativa. Di qui la necessità di disporre di strumenti diagnostici efficaci che, accanto all’osservazione sul campo e all’anamnesi familiare, possano consentire all’equipe di arrivare quanto prima ad una diagnosi.

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