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Roma
Bambini obesi per colpa del divano, i centenari più in forma dei 75enni

Cresce l'obesità in Italia e la colpa è del “divano” e della sedentarietà ormai cronica. A rischio anche le fasce più giovani: secondo uno studio dell'Ospedale Bambino Gesù il 45% dei bambini è sovrappeso, più del 43% obeso. E l'obesità fa male al cuore.

I dati sono emersi nel corso del Esc Congress che ha riunito cardiologi di tutto il mondo alla  Fiera di Roma.
I medici evidenziano quanto la prevenzione sia il primo grande alleato contro le malattia. Ma nella realtà, la vita sedentaria ha raggiunto ormai proporzioni epidemiche arrivando a rappresentare la quarta causa di mortalità e disabilità nel mondo occidentale, contribuendo a 5 milioni di decessi l’anno. “Gli italiani dicono si allo sport, ma solo se da guardare alla tv”, spiega Michele Gulizia, Direttore Cardiologia Ospedale Garibaldi di Catania.
Secondo un'indagine il 33,2% della popolazione tra i 18 e i 69 anni può essere considerato realmente “attivo”, il 35,8% lo è “parzialmente” (ossia fa qualche attività nel tempo libero senza però raggiungere i livelli raccomandati) mentre il 31% è completamente sedentario.
A soffrire di queste cattive abitudini sono anche i bambini, sempre di più quelli affetti da obesità. Proprio per questo è stato condotto uno studio dagli specialisti dell’ospedale Bambin Gesù di Roma insieme all’università di Tor Vergata, alla Sapienza e alla Federazione Italiana di Medici Pediatri, che ha  visitato dal 2013 al 2014 nella città di Roma 5700 bambini per poi selezionarne 155, di cui: 18 di peso normale (pari all’11,6%), 70 sovrappeso (45,2%) e 67 obesi (43,2%).
Questa ricerca ha evidenziato che la prevalenza di ipertensione raddoppiava dai normopeso ai sovrappeso aumentando ulteriormente quando si passava ad osservare i gruppi di obesi di classe 1 e 2  ossia gli obesi più gravi). Rispetto ai soggetti normopeso, quelli con i chili in più mostravano valori significativamente più alti del profilo lipidico, con una prevalenza di dislipidemia più alta. Il grasso in eccesso colpiva anche la zona del cuore portando gravi rischi alla loro salute.

Ma il dato più paradossale emerso è che i centenari risultano essere più in forma dei 75enni.
Presso l’ ospedale San Giuseppe di Milano si è valutata la salute cardiaca di un gruppo di soggetti con più di 100 anni attraverso una ecocardiografia, paragonata ai dati di soggetti più giovani tra i 75 e gli 85 anni. Lo studio eseguito dal 2010 al 2015 e includeva 120 “grandi vecchi” e 120 anziani più giovani: tra i centenari ci sono più donne, coerentemente con l’epidemiologia corrente che vede il sesso femminile rappresentato nell’80% da un numero minore di malattie cardiovascolari e fattori di rischio.
I centenari, rispetto ai “colleghi” più giovani, hanno evidenziato una prevalenza di diabete significativamente più bassa, il 19,1% contro il 41,7%, di fibrillazione atriale del 19,1% contro il 37,5% e meno della metà di malattie coronariche, ossia il 29,1% rispetto al 56,7% dei più giovani. Ma non è tutto perché i più anziani mostravano un minor diametro del ventricolo sinistro con un relativamente più alto spessore della parete muscolare e un minor volume dell’atrio sinistro.
Estremamente importante questo dato per la società italiana che conta una percentuale di ultra centenari altissima oltre 16 mila, numero raddoppiato negli ultimi 10 anni.

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