Roma
Biciclette in festa e traffico nel caos. La domenica bestiale dei romani
Centinaia di persone dirette all'eroporto di Ciampino arrivano a piedi e a cavallo delle valige
Biciclette in tour e la domenica di mezzo milione di romani diventa una domenica bestiale.
Peggio di chi è rimasto intrappolato nel traffico delle chiusure sclerotiche organizzate dalla Polizia Municipale, sono stati i viaggiatori in partenza e arrivo dall'aeroporto di Ciampino e qui l'impossibilità di raggiungere i parcheggi di via di Fioranello e via Appia, ha costretto decine di persone che già erano rimaste prigioniere delle file, a corre in strada con i bagagli per non perdere i voli in partenza.
Scene surreali di uomini e donne con valige al seguito che sfidavano le biciclette per attraversare l'Appia e raggiungere lo scalo, ma anche di pullman intrappolati e autobus linea che nella giornata della settimana in cui le frequenze sono maggiormente dilatate, hanno avuto ritardi sulla tabella di marcia di oltre un'ora.
La giornata fuori porta di chi ha voluto cedere spazio alle bici nel centro, si è trasformata in un calvario. Nel giorno della Granfondo che ha catalizzato più di 5 mila ciclisti, l'intero quadrante sud est della città è rimasto paralizzato dal mattino all'ora di pranzo.
La manifestazione è partita dai Fori Imperiali, è arrivata sino ai Castelli Romani, occupando le vie Ardeatina, Appia e Tuscolana, con effetti sul traffico che hanno portato alla paralisi di almeno un quarto del Grande Raccordo Anulare e delle vie di accesso e uscita sino alla via Laurentina. Sul banco degli imputati salgono le decine di pattuglie dei vigili urbani inerti, disorganizzati e obbligati da fumosi ordini organizzativi hanno chiuso le strade senza alcuna logica che non fosse quella di prevenire contatti tra bis e automobili.
Strade a doppio senso interamente off limits senza, corsi di uscita per i residenti e paradossi come quello delle nuove rotatorie del Giubileo di Ardeatina Tor Pagnotta e Ardeatina Tor Carbone dove le auto sono state costrette a fare avanti e indietro senza possibilità di uscita o di percorsi alternativi.
Insomma, chi ha studiato il percorso lo ha fatto tra catacombe, parchi storici e suggestioni, chi invece doveva valutarlo, approvarlo e gestire il traffico si è limitato a stendere chilometri di nastro giallo e osservare appoggiato alle “volantine” con la luce blu, il panico che si è creato intorno.
Le mappe di Google segnate dal rosso delle code, testimoniano l'effetto bicicletta sulle strade di Roma. Nota di cronaca: chi scrive è un ciclista amatoriale ma animato da grande passione.