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Roma
Bike sharing flop: a Roma bici come cadaveri. Aziende via, restano i rottami

di Federico Bosi

A Roma il bike sharing è morto. Aziende in fuga, in città resta solo un oceano di rottami dimenticati dal Comune. Bici abbandonate come cadaveri, altro che mobilità sostenibile.

 

 

Bicicletta "mission impossibile", gli amanti delle due ruote si arrendano. L'idea della bicicletta condivisa resta un'utopia per Roma, che ancora una volta si conferma, in negativo, agli antipodi rispetto alle principali capitali europee. Ciclabili "fantasma", auto killer e dietrofront a 5 stelle, sul rapporto che hanno Roma e le biciclette parla Fausto Bonafaccia, presidente dell'associazione BiciRoma ed ex candidato al Comune di Roma nella lista “Con Giorgia Meloni Sindaco”, che ha scelto Affaritaliani.it per esprimere il suo dissenso.
 

 

Bonafaccia, cosa deve fare un romano per spostarsi in bicicletta per la Capitale?

“Beh... Non è facile... Deve armarsi di tanta pazienza, tanto coraggio e poi giù a pedalare”.

Pedalare dove? Sulle piste ciclabili? A Roma non è che ce ne siano così tante e spostarsi in strada è spesso pericoloso...

“È pericolosissimo andare in bicicletta per strada. A Roma siamo ancora molto lontani da quello che realmente servirebbe. La segnaletica nelle ciclabili spesso è assente, molti tratti sono sporchi, pieni di foglie, rami e tappeti di vetri. Poi ci sono gli incivili che le danneggiano come è successo sulla ciclabile di Monte Ciocci dove sono state distrutte tutte le fontanelle. Per combattere questi danneggiamenti, che avvengono continuamente, il Comune di Roma dovrebbe sbrigarsi a mettere su un servizio di vigili in bici come lo hanno le altre città”.

Il bike sharing a Roma è stato un flop, la società che aveva riempito la città di biciclette ha fallito. Perché? Non ha funzionato la formula a flusso libero o è proprio il concetto di bike sharing ad essere stato un fallimento nella Capitale?

“Secondo me la bicicletta a Roma, se supportata in maniera corretta da strutture ad hoc, è un ottimo mezzo per spostarsi. Il sistema di bike sharing a flusso libero non ha funzionato e non lo riproporrei. Nel Prip, il Piano regolatore degli impianti pubblicitari votato nel 2014 e modificato dalla Giunta Raggi nel 2017, erano stati stanziati dei fondi per finanziare un sistema di bike sharing a postazioni fisse. Ora però il Comune ha fatto un passo indietro e l'assessore Cafarotti ha fatto sapere che il bike sharing fisso non è più 'al passo con i tempi'. I cittadini romani accoglierebbero qualsiasi tipo di bike sharing in maniera positiva, vedere un girare tante biciclette per la città invoglia automaticamente anche gli altri ad andare in bici. E aggiungo che la bicicletta a pedalata assistita è molto meglio del motorino”.

Chi è che deve ripulire Roma da i rottami delle biciclette del bike sharing fallito?

“Non c'è nessuno che è incaricato a farlo. Le bici sono di proprietà di una società che non c'è più e che ha fatto sapere che non le rimuoverà. L'assessore Meleo aveva detto che molto probabilmente la Polizia Locale prima o poi le leverà. Per adesso sicuramente resteranno a decorare la città”.

Quale è il piano che voi e la vostra associazione avete in mente per rilanciare l'utilizzo delle biciclette a Roma?

“Noi non chiediamo niente di straordinario. Noi chiediamo che venga attuato il Piano Quadro della Ciclabilità di Roma Capitale del 2012 perché dopo 7 anni ancora non ci sono le infrastrutture che erano state promesse a causa di mancanza di fondi. Poi vorremmo che venga completato al più presto il collegamento tra Roma e Fiumicino con la ciclabile sul fiume Tevere perché mancano solamente 12 km. Ma soprattutto ci terremmo che le poche piste ciclabili che abbiamo a disposizione vengano tenute in maniera decorosa”.

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