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Roma
Bomba sull'M5S: sfiducia a Roberta Lombardi. “No al Pd”, siluro di Barillari

di Fabio Carosi

Roma: una bomba a tempo sul Movimento Cinque Stelle. Trema il trono della papessa Roberta Lombardi. Dopo mesi di tentennamenti, il Gruppo regionale è pronto all'implosione per una mozione di sfiducia che verrà presentata mercoledì dal consigliere Davide Barillari.

L'atto d'accusa contro la gestione della Lombardi è contenuto in 17 punti, tante sono le contestazioni con le quali Barillari chiede che la Lombardi venga rimossa da capogruppo regionale ma in particolare a far perdere la pazienza e a minare la tenuta dell'M5S romano e del Lazio è l'alleanza sistematica con il Pd di Zingaretti e la trasformazione dei profeti del cambiamento in supporter della maggioranza che si erano prefissati di far cadere durante la prima e l'inizio della seconda legislatura. Prima quindi che il ribaltone nazionale desse vita all'alleanza Pd-M5S.

davide barillari 01
 

Spiega il consigliere Davide Barillari: “Noi siamo 10 consiglieri e la mozione la presenterò mercoledì ma ho dato temo al gruppo sino a domani per poterla firmare. Molti tentennano. Sulla lettera ci sono 17 motivi per cui non sta rispettando il Movimento. Nella votazione sul Collegato alla Legge Finanziaria regionale, il consigliere Marco Cacciatore che fa parte del suo cerchio magico ha votato per la maggioranza. Ho segnalo tutto a Vito Crimi chiedendo un incobtro urgente per parlare della situazione del Lazio e non ci ha mai risposto, Dicono che traboccano di problemi, allora ho segnalato ai Probiviri questa situazione e se i vertici non intervengono il problema lo segnaliamo noi con la mozione di sfiducia. C'è il rischio che sia io quello espulso ma mi sembra giusto fare questo passo”.

Di cosa è accusata Roberta Lombardi?

“Della sua eccessiva ambizione personale che l'ha portata a diventare a tutti i costi presidente del Gruppo e per essersi autonominata madrina dell'accordo nazionale col Pd. Per lei ormai è questa la politica nazionale”.

Ma il Movimento 5 Stelle governa il Paese col Pd. Quasi naturale che lo schema si riproponga a livello locale. O no?

“A livello regionale siamo stati una lista alternativa a Zingaretti e gli elettori non hanno previsto accordi: a livello nazionale c'è stato un voto degli elettori e invece ci troviamo di fronte a provvedimenti della Giunta che passano in modo particolare e sistematiche trattative in corso”.

E' una fronda contro la Lombardi?

“E' una spaccatura interna tra chi è pro e contro Zingaretti. Dobbiamo sapere cosa è il M5S: opposizione o maggioranza con accordi? Non so chi sono i dissidenti,ma ci troviamo di fronte a due verità e due modi diversi di approcciare alla politica”.

Ma voi vi parlate?

“Ormai non facciamo riunioni, non ci parliamo e non ci salutiamo più: la questione è grave, siamo due gruppi diversi. Lei è l'arbitro che dovrebbe smontare i conflitti e con questa mozione deve chiarire”.

Lo sai che rischia l'espulsione?

“Io svolgo il mio ruolo e sono stato nominato. Lombardi è la paladina, la cocca di di Maio o qualcun altro. Mettere in discussione i propri capi fa parte della democrazia. Se poi uno viene cacciato non è democrazia. Io sono coerente con i miei elettori”.

Quante sono le anime del movimento? O le correnti, le chiami come vuole..

“Ci sono tanti malumori e tanti problemi diversi. Ci sono tanti temi che hanno creato gruppi e sottogruppi, non correnti ma diverse posizioni A Roma la Raggi ha una forte maggioranza, ma molti la contestano compresa la corrente Lombardi”.

Quindi i gruppi sono due uno pro e uno contro Raggi?

“In Regioni sì e coincide con pro e contro Zingaretti. Nelle 17 motivazioni c'è il tema Roma. In Regione la Lombardi si è sempre scagliata contro Raggi: Perché attacca sempre Roma quando dovremmo essere alleati?”.

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