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Roma
Buste bomba a Roma: attentato con finalità di terrorismo. Indaga la Procura

Attentato con finalità di terrorismo e lesioni personali: sono queste le ipotesi di reato formulate dalla procura di Roma che da ieri indaga sulle tre buste esplosive, due recapitate ai destinatari e una saltata in aria nel Centro meccanografico postale di Fiumicino, che hanno procurato il ferimento di tre donne, la più grave con una prognosi di trenta giorni per ferite alle mani e al viso.

 

A riportare lesioni sono state una impiegata del Centro meccanografico postale di Fiumicino (anche se la destinataria del pacco senza timbro postale era una epidemiologa, ex dipendente dell'Università di Tor Vergata), una dipendente dell'Università del Sacro Cuore, anch'essa in pensione, residente alla Balduina, quartiere di Roma Nord e una dipendente Inail, residente a Talenti. Il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il pm Francesco Dall'Olio che stanno indagando sul caso, già titolari in passato di analoghi fascicoli sugli anarchici, vogliono capire se ci sia un legame tra queste tre donne e se l'invio dei plichi esplosivi possa essere iniziativa di uno squilibrato.

Buste bomba: si segue la pista anarchica antimilitarista

Prende sempre più consistenza l'ipotesi di un atto di terrorismo di matrice anarchica. E' quanto è emerso da un vertice a piazzale Clodio tra il procuratore aggiunto Francesco Caporale e gli investigatori di Digos e Ros. Dai primi accertamenti, risulta che i plichi, probabilmente confezionati da un'unica mano e con i presunti mittenti noti alle destinatarie, sono praticamente identici. Non ci sarebbe alcun nesso tra le tre vittime (nessuna frequentazione personale e professionale) ma il sospetto che il gesto sia da ricondurre a una frangia antimilitarista anarchica appare fondato, anche in assenza di una rivendicazione.

La prima donna, alla quale il pacco non è stato recapitato solo perchè esploso domenica sera tra le mani di un'impiegata dal Centro smistamento posta di Fiumicino (con ferite guaribili in 10 giorni), era una ex amministrativa dell'Università di Tor Vergata. L'ateneo nell'ottobre del 2019 ha stipulato un accordo attuativo con l'Aeronautica Militare "sull'organizzazione di iniziative congiunte scientifiche e tecniche per promuovere la trasformazione digitale del settore aeronautico". La seconda donna, che ha riportato ferite guaribili in venti giorni per aver ricevuto e aperto nella sua abitazione al Nuovo Salario il plico esplosivo, lavora all'Inail e in questo caso gli investigatori devono ancora comprendere quale elemento possa legare la vittima alla realtà anarchica. La terza vittima, che ha riportato ustioni alle mani e al collo (con una prognosi di 30 giorni), è un'esperta in biotecnologia in pensione: residente alla Balduina, dove le è stato recapitato il pacco, ha lavorato all'Università Cattolica del Sacro Cuore. L'ateneo, il 5 dicembre del 2017, firmò un accordo con il Nato Rapid Deployable Corps in Italia (Nrdc-Ita), che prevedeva lo sviluppo di progetti di formazione e di ricerca sui temi della sicurezza e della difesa. A siglarlo furono il Rettore Franco Anelli e il Capo di Stato Maggiore del Nrdc-Ita, generale di divisione Maurizio Riccò.

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