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Roma
Caccia agli uccelli vietata con il “richiamo”. Multe a chi “inganna” il tordo

Caccia a tordi e allodole con i richiami elettronici vietati dalla legge: Corpo Forestale e Lipu dichiarano guerra a chi tenta di catturare gli uccelli nel periodo di caccia grazie all'uso dei finti versi riprodotti elettronicamente.

Ventuno denunce, 37 sanzioni amministrative per un totale di oltre 4.870 euro. Questo il bilancio dei controlli effettuati dal Corpo forestale dello Stato e dalle guardie volontarie venatorie Lipu dal 17 ottobre al 13 novembre di quest’anno nella provincia di Roma, periodo in cui l’attività venatoria è consentita.Ogni giorno il Comando Stazione Forestale di turno ha operato con la squadra di volontari Lipu, in abiti civili, nell’ambito del primo servizio coordinato e continuativo svolto in sinergia tra i due enti. I Comandi Stazione Forestali impegnati nell’attività sono stati quelli di Civitavecchia, Tolfa, Manziana, Monterotondo, Ostia, Pomezia, Velletri, Rocca di Papa, San Vito Romano, Palestrina, Ciciliano, Sant’Oreste e Cineto Romano.
I servizi si sono concentrati in quelle zone dove era più probabile si effettuasse la caccia ad allodole e tordi con richiami elettromagnetici vietati.

Principale obiettivo dell'operazione "Recall" (Richiamo) è stato il controllo finalizzato alla prevenzione e repressione dell'utilizzo di richiami elettronici, strumenti in grado di riprodurre il verso degli uccelli, che vengono utilizzati per attirare gli animali e facilitarne l’abbattimento da parte dei bracconieri. Nella provincia di Roma i richiami più utilizzati sono quelli che riproducono il verso del tordo bottaccio e dell’allodola, particolarmente utilizzati nel periodo compreso fra metà ottobre e metà novembre, in corrispondenza dei flussi migratori delle due specie che interessano il Lazio.

I richiami elettronici sono vietati dalle normative per via della facilità con cui gli animali ne sono attratti con conseguente alta possibilità di abbatterli. La Direttiva 2009/147/CEE (Direttiva Uccelli) prevede all’allegato IV il divieto dell’utilizzo dei registratori. La legge 157/92 sulla protezione della fauna e del prelievo venatorio prevede all’articolo 21 il divieto di utilizzo di richiami a funzionamento elettronico e fissa all’articolo 30 le sanzioni penali. L’impiego del richiamo elettronico costituisce inoltre un reato punito con un ammenda fino a 1.549 euro. L'utilizzo dei richiami ha anche ulteriori gravi conseguenze sulla conservazione di queste specie.
L'allodola è classificata come specie in cattivo stato di conservazione (SPEC3) e nonostante questo è ancora considerata specie cacciabile. Per le sue caratteristiche biologiche tende ad essere particolarmente attratta dai richiami, con conseguente alto numero di abbattimenti, e a tornare anche nei luoghi dove altri esemplari sono stati uccisi con tale tecnica vietata. Per il tordo c'è da aggiungere come i richiami determinino, soprattutto nelle ore notturne, un’ interruzione della migrazione, con conseguente perdita di energia e riduzione del numero di animali che portano a termine i loro spostamenti. Il richiamo, pertanto, determina un duplice danno, l'aumento di abbattimenti e lo stravolgimento dei ritmi biologici della specie.

Il bilancio complessivo dell’operazione è il seguente: 21 persone denunciate e varie tipologie di reati contestati: utilizzo di richiami elettromagnetici (18 casi), abbattimento di specie non consentita (3), uso di fucile senza limitatore del numero di colpi (1), mancato rispetto dell'ordine dell'Autorità (3). In totale sono state comminate 37 sanzioni amministrative per le seguenti violazioni: omesse segnature (24 casi), mancata raccolta bossolo (2), appostamenti ravvicinati (3), mancata esibizione licenza (2), eccesso di carniere - quantitativo eccessivo di animali abbattuti (2), mancata tabellazione battuta cinghiale (1), transito al di fuori dell’ordinaria viabilità rurale (1).

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