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Roma
“Cacciata: ero incinta. Ora evado le tasse e vivo”. Storia di una parrucchiera

di Patrizio J. Macci

Questa è una vicenda dominata dall’importanza dei colori nell’esistenza, dove a fare da padrone sono le infinite sfumature di tonalità. Luana ha 35 anni, un’automobile sgargiante modello Smart con la quale sfreccia nel traffico di Roma, un’agenda di pelle consumata e due telefoni che squillano e ricevono messaggi in continuazione. Un figlio di cinque anni e un appartamento in affitto completano il quadro. Nel 2010 ha perso il lavoro, cacciata perché in attesa di un bambino. Da quel giorno ha deciso di lavorare da sola, rigorosamente “in nero”. Il fenomeno del “sommerso” che nel nostro Paese rappresenta una quota del Pil mostruosa.


Le donne che richiedono la sua attività la chiamano la “regina dei colori” per le tonalità che riesce a dare alle loro chiome. Questa è la sua storia sospesa tra la voglia di riscatto esistenziale e il desiderio di tornare nella legalità.
Luana, chi è lei e che lavoro svolge?
“Alcuni mi chiamano “sciampista” ma per i clienti che mi cercano sono “la regina dei colori”. Io riempo di colori e luce la vita delle donne creando la sfumatura che desiderano per i loro capelli. Io amo i colori. Sono una parte fondamentale della mia vita. Sono una donna che è riuscita, sia pure in maniera instabile, a trovare un equilibrio economico in un momento di crisi economica profondissima e ad avere un reddito. Ho fatto tutto da sola, senza aiuti e finanziamenti esterni".
 

Rimanendo in tema di colori, lei svolge il suo lavoro rigorosamente “in black” però. Non ha una partita Iva, non emette ricevute fiscali o scontrini...
“Il mondo del lavoro mi ha espulsa nel 2011 a trent’anni quando è nato mio figlio. Lavoravo in un negozio di parrucchiera con un contratto di apprendistato benché avessi l’esperienza e il curriculum per essere inquadrata in un’altra categoria. Dodici ore al giorno per settecento euro al mese. Dopo la nascita del bambino, il proprietario dell’attività commerciale mi ha praticamente costretta a firmare le dimissioni con un tranello. Poi il nulla. Solo porte chiuse o proposte oscene dal punto di vista economico e dell’impegno temporale per una donna con un figlio nato da poco. Con lo stipendio che mi hanno proposto l’ultima volta che ho provato a presentare un curriculum, non pagherei neanche le spese dell’automobile.”
L’idea di fare tutto da sola come è nata? Qualcuno le ha fornito una rete di contatti?
“All’inizio è stato il circuito delle amicizie, poco più dello scherzo o del favore personale dell’andare a domicilio da chi non ha tempo. Il passaparola ha fatto il resto".

Quanti soldi riesce a guadagnare in un mese?
“Dipende. Dai millecinquecento ai tremila euro al mese dai quali però bisogna sottrarre le spese della benzina, gli spostamenti, il costo dei prodotti spesso molto elevato. Io lavoro solo a domicilio e mi muovo in tutta Roma".
 

Lei non paga un euro di tasse, non emette fattura, non ha obblighi di versamenti contributivi. Opera in un regime di totale anarchia, cosa pensa di questo?
“È un tarlo mentale, una situazione che non mi fa stare bene. Aprire un negozio richiederebbe una base economica di partenza di almeno trentamila euro, una cifra per me irraggiungibile. Le banche non concedono finanziamenti a chi non ha un reddito certo e dimostrabile! Aggiunga che secondo le normative italiane questo tipo di attività professionale non può essere praticata a domicilio. Anche volendo mettermi in regola non potrei. Però io pago l’iva sui prodotti che acquisto e tutte le altre imposte. Ma dal punto di vista fiscale dell’attività che esercito sono un fantasma.”

In un periodo di congiuntura come questo la crisi non ha aggredito la sua attività?
“No, come ha detto una volta un personaggio molto snob il parrucchiere una volta a settimana è un diritto inalienabile che ogni donna deve concedersi. Così è. Percepisco sul campo questo stato di cose. Alcune mie clienti fanno letteralmente i salti mortali per essere in ordine, doppio lavoro o rinunce ad altre spese voluttuarie. Consideri che per parecchie donne andare dal parrucchiere è un momento di liberazione, uno sfogatoio dalle proprie ansie. Spesso mi trattano come uno psicoanalista e un confessore. Ascolto in silenzio drammi umani, vicende familiari. Storie d’amore a puntate nella penombra dei salotti".

Lei ha sempre sorriso durante questa intervista anche se il suo futuro è pieno di incognite. È la passione per quello che fa oppure c’è un segreto nella sua vita?
“Vede, all’inizio le clienti venivano da me con le foto di attrici, cantanti. Le esibivano come un santino. Chiedevano esattamente quel tipo di colore e acconciatura. Consideri che io ho una clientela eterogenea, che va dalla ragazzina scatenata discotecara alla signora della “Roma bene” che chiede di tingersi i capelli rosso mogano. Ho scoperto recentemente che alcuni professionisti del settore blasonati ricevono richieste di copiare colori e acconciature che io ho realizzato. Alcune foto dei miei lavori sono finite sul web addirittura. Loro si rodono il fegato perché non sono in grado di raggiungere i miei risultati. Guardano con invidia le foto sul cellulare esibite dalle loro clienti. Alcuni di questi soggetti sono gli stessi che mi hanno negato un contratto di lavoro regolare, adducendo le scuse più inverosimili e proponendo una paga da fame. Loro hanno i negozi blasonati, ma la “Regina dei colori” sono io".

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