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Roma
Caldo da morire: Roma è seconda per decessi causati da ondate di calore

Caldo da morire, tanto che Roma è la seconda città d'Italia dove le ondate di calore che si sono susseguite da maggio ha causato un incremento della mortalità pari al 13% a maggio e al 28% a luglio. I dati sono del ministero della Sanità.

Scrive il ministero in un report: “Le elevate temperature, superiori di 3°C rispetto alla media, e le ondate di calore che hanno interessato l'Italia a partire dal mese di maggio e fino alle prime due settimane di luglio sono state associate ad un incremento della mortalità, soprattutto nelle regioni del centro sud maggiormente interessate per intensità e durata del fenomeno”.

Caldo da morire: a maggio + 10% di media

Secondo lo studio “Report mortalità e accessi in pronto soccorso estate 2022”, maggio la mortalità è risultata superiore del 10% con un eccesso registrato a Brescia, Roma, Pescara, Bari e Potenza; a giugno del 9% con incrementi a Torino (+11%), Roma (+13%), Napoli (+15%), Bari (+23%), Palermo (+19%), Catania (+32%).

Caldo da morire: a luglio + 21% di media

Il picco nel mese di luglio, con un +21% (dall'1 al 15) e con incrementi dei decessi in particolare a Brescia (+31%), Bologna (+22%), Firenze (+22%), Roma (+28%), Viterbo (+52%), Latina (+72%), Napoli (+27%), Cagliari (+51%), Bari (+56%), Palermo (+34%), Catania (+35%), Catanzaro (+48%).

Caldo da morire: gli effetti sul Mediterraneo

Nel report si spiega che secondo l’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (WMO) le ondate di calore che si stanno osservando nell’estate 2022 rappresenteranno in futuro la nuova normalità. Quelle che stanno interessando il nostro Paese sono destinate a diventare più frequenti, più lunghe ed intense come evidenziato dalle recenti stime dell’Intergovernmental Panel of Climate Change (IPCC) nell’ultimo rapporto, con un impatto sempre più rilevante sulla salute della popolazione esposta. Secondo il panel di esperti dell’IPCC, le temperature nei prossimi anni aumenteranno più velocemente nell’area del Mediterraneo e nel nostro paese, rispetto ad altre aree del pianeta; in assenza di interventi di riduzione delle emissioni, il riscaldamento globale potrebbe superare i 2°C a metà secolo con una concomitanza di effetti che andranno dall’aumento delle temperature estreme, della siccità e degli incendi, alla diminuzione del manto nevoso e della velocità del vento, oltre all’incremento medio del livello del mare.

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