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Roma
Campidoglio: Massimo Bray verso il sì per Sel. Marino e Fassina: passo indietro

di Fabio Carosi


La crepa diventerà spaccatura e sarà corsa solitaria. Massimo Bray scalda i motori per la candidatura a sindaco ed entro un paio di giorni, l’inside potrebbe trasformarsi in certezza politica.
Secondo quanto risulta ad affaritaliani.it. mentre un pezzo del Paese sarà a cena per la festa delle donna, Bray terrà una riunione top secreto col vicepresidente della Regione Massimiliano Smeriglio e col presidente del Municipio Andrea Catarci. L'obiettivo è unico: valutare se Stefano Fassina e Ignazio Marino sono pronti a fare un passo indietro, unica condizione, questa, che l'ex ministro avrebbe posto per essere candidato unitario del blocco di sinistra.
Se passa il progetto di Massimo D'Alema, il vero regista dell'operazione che punta a dare la picconata finale alle velleità di Roberto Giachetti, allora la spaccatura sarà completa con inevitabili riverberi sul Pd nazionale. D'altronde la frase che gira e rigira negli ambienti di Sel è chiara: "Il polo di sinistra si fa per accumulo e non per sottrazione", e su questo aforisma "da vecchi comunisti" è nato il progetto di affiancare al progetto di Fassina per Roma e alla capacità distruttiva promessa dal libro che Marino presenterà il 31 marzo, il candidato forte, "capace di parlare" a tanta gente e di far uscire Sel da quell'angolo naturale nel quale si è rinchiuso per l'insostenibile leggerezza di ostinarsi a parlare ai fedelissimi e alle fasce sociali più deboli.
Il profilo di Bray è anche sostenuto da un sondaggio riservato che il leccese protagonista del Governo Letta avrebbe in tasca e che darebbe l'ipotesi candidatura a sindaco di Roma, forte di un 18 per cento di consensi. A farne le spese, secondo il sondaggio, sarebbero il Pd principalmente, il Movimento Cinque Stelle e persino quella porzione di romani di sinistra che hanno visto positivamente la prima parte della candidatura di Alfio Marchini. E poi a tirare le fila, Massimo D'Alema con la sua fondazione che punta sul valore indiscusso di Bray, uomo libero per aver cessato il suo mandato elettorale e tornato alla Treccani, secondo la regola "un lavoro alla volta".
Il primo che ha già ceduto il passo all'ipotesi è Nicola Fratoianni, ledader di una minifronda interna a Sel che preferirebbe una candidatura tutta politica. Di fronte a Btay avrebbe fatto un passo indietro. A giorni la svolta.

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