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Roma
Campidoglio, Raggi sblocca il salario accessorio per i 23 mila dipendenti

La Giunta Raggi ha sbloccato il salario accessorio per i dipendenti del Campidoglio. Dalla prossima busta paga, i lavoratori riceveranno la cosiddetta “quota B” del 2015, ovvero intorno i 200-300 euro in più per ognuno.


"Questa amministrazione ha finalmente sbloccato l'annosa vicenda che riguarda oltre 23mila dipendenti capitolini e siamo tra i primi in Italia ad aver affrontato questo problema e ad averlo risolto senza mettere le mani nelle tasche dei dipendenti. Anzi, restituiremo loro i compensi legittimamente maturati” scrive, sul sito del Campidoglio, la sindaca di Roma Virginia Raggi, che sta incontrando i sindacati sulla vertenza del salario accessorio.  "Sia chiaro, la nuova contrattazione non dovrà portare ad un ritorno ai vecchi principi in base ai quali i salari venivano erogati a pioggia. Noi dobbiamo cambiare pagina, migliorare la macchina e riconoscere i premi in base ad un valore di produttivita' reale".

La controversia sul salario accessorio va avanti dall'inizio del 2014, quando il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha notificato con una lunga relazione una serie di criticità sulla modalità di erogazione, contestando che la parte variabile dello stipendio non fosse un premio sulla produttività ma una redistribuzione forfettaria di risorse, a prescindere dal lavoro effettivamente svolto. Nello specifico, Raggi spiega che: "I pagamenti considerati indebiti vengono recuperati con i risparmi di spesa strutturali già effettuati dal Campidoglio. Dunque non ci saranno decurtazioni agli stipendi dei dipendenti capitolini e non ci sarà alcun riflesso sul bilancio".


L'erogazione a pioggia di cui parla Raggi era proprio quella avvenuta illegittimamente durante l'amministrazione di Gianni Alemanno, che aveva erogato in questo modo ben 340 milioni di premi dal 2008 al 2013.

Poi, Marino aveva portato alla luce la grande anomalia  e deciso, come poi ha proseguito il commissario Tronca nel suo governo ad interim, di bloccare di netto l'erogazione. Così Raggi si è appellata al decreto “Salva Roma”, secondo cui gli enti locali che hanno rotto i vincoli imposti dalla contrattazione integrativa possono compensare gli ammanchi attingendo ai risparmi ottenuti dopo una razionalizzazione delle spese”, in questo caso, circa 400 milioni di euro.

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