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Roma
Metro Repubblica chiusa, caos e negozianti in crisi: “M5S si sabota da solo”

di Massimiliano Martinelli

Metro Repubblica chiusa da oltre 5 mesi, caos trasporti e commercianti di zona in ginocchio da 161 giorni. La giunta M5S a guida Virginia Raggi grida al complotto delle scale mobili, ma i negozianti non ci stanno e smontano l'ultima giustificazione: “È auto-sabotaggio a 5 stelle”.

 

“Teoria del complotto? Si sono ‘complottati’ da soli, accettando un appalto per la manutenzione al ribasso del 49,7%”. Non lascia spazi ad equivoci la risposta dei negozianti romani all'ennesimo “disegno oscuro” contro l'amministrazione grillina, con il sindaco Raggi in testa a parlare pubblicamente di una città “sotto attacco”. Era il 23 ottobre 2018 quando un guasto alle scale mobili provocò l'incidente in cui rimasero feriti alcuni ultras russi; quindi il sequestro, la chiusura, poi nulla. Non una notizia, una data per la riapertura, nessun dialogo con chi la zona la vive neppure dopo la manifestazione di protesta del 29 marzo. Anche da allora, ancora silenzio: “Dal Campidoglio nulla – assicura Angelo Mantini, presidente del Comitato Riapertura Metro Repubblica - noi, da parte nostra, abbiamo chiesto un incontro formale per superare la situazione. Con buona volontà si può fare presto, perché gli operai che lavorano ora il sabato e la domenica, ad esempio, non lavorano. È possibile fare di più dal punto di vista della tempestiva, è un deficit di immagine che stiamo avendo con tutto il mondo”.

Intorno ad una della piazze più importanti di Roma rifiuti, clochard accampati in pieno giorno e l'elegante porticato usato come latrina. I commercianti si dicono disponibili a contribuire al rilancio della zona, ma dall'altra parte, fino ad ora, un muro. Nessun confronto, ed una teoria sul guasto delle scale, quella del complotto, non particolarmente gradita: “Complotto? Se ne sentono tante. Diciamo che si sono ‘complottati’ da soli, perché hanno accettato un appalto per la manutenzione della metro a ribasso del 49.7%, da 22 a 11 mln – prosegue Mantini - Il tutto senza avere riscontri sulle carature tecniche, ed i guasti con questa azienda sono aumentati del 200%. Tanto è vero che lo stesso Comune e Atac hanno individuato il colpevole, separandosi da questa azienda”.

Un danno di immagine davanti agli occhi del mondo intero, ma anche strettamente economico per chi lì ha la sua attività: “Le ricadute? Per noi perdite che vanno dal 30-40% fino al 70%. Molte aziende hanno licenziato, alcune hanno chiuso – prosegue il presidente - Una crisi c’era già prima, ma la chiusura della metro ha solo moltiplicato l’effetto”.

Ad oltre 5 mesi di distanza dall'incidente ancora nessuna data quindi per la riapertura della fermata Repubblica, anche se, secondo chi la zona la vive e all'immobilismo non si arrende, gli strumenti per fare meglio ci sarebbero: “Con buona volontà è possibile fare di più dal punto di vista della tempestività, anche perché gli operai ora il sabato e la domenica, ad esempio, non lavorano. Anche la fontana della piazza è da settembre 2018 che è chiusa, e non si sa quando riapre – conclude amaro Mantini – E si tratta di cambiare dei tubi...”.

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