Roma
Caos San Camillo. Botte per dormire in cantina, ore di fila per visite al pronto soccorso
File chilometriche per una visita al pronto soccorso mentre si arriva alla violenza per avere un “materasso” nel padiglione Marchiafava. Questo è lo scenario che si presenta nell’ospedale romano San Camillo. Nella notte tra venerdì e sabato un cittadino polacco di 52 anni ha percosso una sua connazionale di 47 anni, causandole fratture ed un’emorragia cerebrale, con successivo ricovero in prognosi riservata. Immediato è scattato l’arresto per l’uomo. Ma la serata di violenza è solo la punta di un iceberg che alla base propone giornate drammatiche: "C'è veramente troppa gente ad aspettare. Troppi malati, anche gravi. Mai vista una cosa simile, non è normale aspettare così tanto". Questo è il pensiero comune della gente che si unisce al grido d’allarme lanciato da Maddalena Schiano, sindacalista Anaao: "Alcuni sporcano di sangue altri, altri ancora consumano un pasto vicino a pazienti già morti". Anche il personale del grande ospedale di Monteverde sottolinea l’emergenza di questi giorni, parlando di malati collocati “in terra” e “al freddo”. Alessio D'Amato, responsabile regionale della cabina di regia della Sanità, il direttore generale Antonio D'Urso, assieme al direttore sanitario Francesco Cortese con il dirigente della medicina d'urgenza e del pronto soccorso Emanuele Guglielmelli hanno effettuato in queste ore un sopralluogo, dal quale emerge la situazione critica descritta da chi il San Camillo lo frequenta nella quotidianità, ma alla quale, almeno per ora, non sembra esserci rimedio immediato.