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Roma
Casamonica, sequestrato ristorante a Castel S.Angelo: confiscati 29ml di euro

Confiscato ristorante in zona Castel S. Angelo, locale di spicco della Capitale. Maxi sequestro da 29ml di euro, duro colpo al patrimonio dei Casamonica.

 

Scoperte auto di lusso ed attività comprate con soldi illeciti, provenienti dal traffico di stupefacenti e usura. Entra nella fase più calda l'operazione “All'ombra del Cupolone”, iniziata nel maggio 2016, che vede coinvolti diversi membri della malavita romana come i Casamonica. Le recenti indagini hanno infatti portato al sequestro di beni mobili, immobili, aziende e quote societarie per un valore complessivo di circa 29 milioni di euro, collegati alla 'ndrangheta o alla camorra. L'operazione ha fatto emergere una pericolosa infiltrazione nella realtà economico-finanziaria della Capitale, iniziata alla fine degli anni ’90 ad opera di Calvi-Mercuri - Filippone, quest’ultimo figlio del noto Rocco Santo, capo dell’omonima locale ‘ndranghetista di Melicucco. Personaggi che hanno preso poi contatto con gli uomini della criminalità organizzata romana, appartenenti alla famiglia Casamonica.

In particolare avrebbero acquisito locali commerciali, soprattutto nel settore bar/ristorazione, in zone molto turistiche di Roma. Locali posizionati in quartieri importanti e centrali come Borgo Pio e Prati, già sottoposti a sequestro lo scorso maggio. Acquisti e compravendite ovviamente finanziate tramite denaro sporco, proveniente da attività illecite. Oltre ad maxi sequestro ecco infine la richiesta dell’applicazione della misura personale nei confronti di alcuni soggetti, ritenuti particolarmente pericolosi: Francesco Filippone, Francesco Calvi, Alessandro Bottiglieri, Rocco Camillò’, Marcello Giovinazzo, Salvatore Casamonica, Roberto Cicivelli ed Emanuele Lucci.

Un duro colpo a tutta l'organizzazione, che ha visto infine un ulteriore ed importantissimo esproprio relativo al ristorante “MiRò Restaurant Kitchen & Sound”. Un locale di spicco in zona castel S.Angelo già oggetto di sequestro da parte della D.I.A., poiché riconducibile alla ‘ndrina Gallico di Palmi.
L'attività investigativa avrebbe così portato ad un sequestro di beni mobili e immobili enorme, che si aggirerebbe intorno ai 29 milioni euro. Tra le proprietà e i beni dei vari clan ci sarebbero infatti: società, immobili, aziende e 46 veicoli(tra cui  Porsche, Maserati, Spider, Hummer, Mercedes e Audi di grossa cilindrata).

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