Casapound in piazza con le Sardine, la conferma del leader: “Noi ci saremo”
Nonostante il no dei 4 fondatori delle Sardine, Di Stefano conferma la presenza di Casapound in piazza sabato: “Vediamo se vogliono davvero cambiare le cose”
Casapound in piazza a Roma alla manifestazione delle Sardine di sabato 14 dicembre, il leader Di Stefano conferma: “Ci saremo, ma senza bandiere. Vediamo se vogliono davvero cambiare le cose anche se ho i miei dubbi. La politica è anche una scelta, devi sapere cosa vuoi. Se uno pretende di andare lì e cantare Bella Ciao, allora torniamo al ’45 e dividiamo il campo in due”.
Al leader di Casapound Simone Di Stefano non interessano le parole dei 4 fondatori delle Sardine: “L’intervista di Ogongo era abbastanza chiara, ha detto che andava bene anche Casapound purché venisse senza bandiere. Chi si proclama movimento spontaneo, che viene dal basso, dovrebbe essere aperto a tutto. Mi sembra assurdo che esista una piazza contro. La volontà di questa piazza qual è? Cambiare l’Italia e fare proposte politiche oppure dire: non bisogna andare alle elezioni perché se no vince Salvini? Noi ci andremo, non andremo ovviamente in corteo, andremo alla spicciolata e vedremo cosa dice questa piazza”.
Di Stefano, intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano, continua: “Vorremmo portare dei temi. Una cosa che c’è di buono delle Sardine è voler cambiare la narrazione, in una nazione in cui si parla solo di odio, di immigrati, di razzismo, antirazzismo. Bisogna spostare l’attenzione sui veri problemi. Qui serve un lavoro stabile, una casa di proprietà, potersi fare una famiglia. Di queste cose non si parla, speriamo che con questa iniziativa se ne possa parlare. Vediamo se vogliono davvero cambiare le cose queste Sardine anche se ho i miei dubbi. La politica è anche una scelta, devi sapere cosa vuoi. Alla fine secondo me la piazza sarà una piazza di ragazzi sistemati, senza troppi problemi, non ci troveremo gente della periferia romana. Se uno pretende di andare lì e cantare Bella Ciao, allora torniamo al ’45 e dividiamo il campo in due. Uno dei problemi di questa nazione è non aver superato la guerra civile, il dialogo invece dovrebbe essere fondamentale per trovare una direzione comune. Vediamo se sono permeabili ad una proposta politica o se è semplicemente la quinta colonna del PD e del M5S".
"Ogongo dice una cosa, poi arrivano i 4 leader e lo smentiscono, ma chi sono questi 4 leader? Siamo già alla Casaleggio e Associati? Sicuramente Casapound è ultra collocata, ma è sempre stata per dialogo. Abbiamo sempre ospitato tutti - conclude Di Stefano -, cercando di riportare il dialogo politico-nazionale sul piano delle idee, purtroppo però è funzionale ai media schierati dipingerci come violenti e xenofobi. Noi ci siamo sottratti a tutto ciò tirandoci fuori dalla competizione elettorale”.
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